Il riconoscimento delle Scienze Motorie a livello normativo
La guerra tra laureati, laureandi in Scienze Motorie e le altre realtà, professionali e non, continua senza arrestarsi con frasi furiose e poco meditate.
Navigare nei gruppi sui social network fa capire come la frustrazione di coloro che hanno affrontato alcuni percorsi di studi sia arrivata al limite. Bastano poche parole o domande poste nel “modo scorretto” che seguono vere e proprie dispute a suon di insulti e frasi fatte. Probabilmente solo per affermare il proprio pensiero per il puro piacere di prevaricare quello degli altri.
Il tema più caldo oggi tra gli studenti e i laureati è il riconoscimento delle Scienze Motorie dal punto di vista normativo.
Molti hanno l’illusione così facendo di non avere più competitor. Perché in questo clima di frustrazione per la mancanza di un “guadagno facile” o forse del lavoro piovuto dal cielo, ci si scaglia contro tutti, incolpando il prossimo della propria mancanza di realizzazione.
Prima di continuare è giusto mettere in chiaro un punto: siamo favorevoli al riconoscimento delle Scienze Motorie, ma ci opponiamo alle modalità infantili con cui alcune persone ne accusano altre e credono così di redimersi dalle loro responsabilità.
Le Scienze Motorie oggi: cambiamenti e piani carriera universitari
Le Scienze Motorie hanno subito numerose mutazioni in questi anni: dal cambio dei piani carriera che privilegiano materie biomediche e psicologiche alla drastica riduzione delle ore pratiche. Il risultato è che il laureato in Scienze Motorie oggi ha poche conoscenze pratiche e persino quelle teoriche rivolte all’allenamento sono estremamente limitate. Un esempio? Il limitato numero di ore dedicate alla Metodologia dell’Allenamento che in una Laurea Magistrale come la LM 68 dovrebbero essere molte di più.
Per non parlare di alcune materie che non sono presenti o il cui insegnamento viene relegato a poche ore: dalla biomeccanica alla biologia dello sport passando per la biochimica. Al contrario moltissime ore sono dedicate alla psicologia che, seppur importante, si riduce a raccontare la storia e concetti generali che in termini di utilità per il futuro laureato rimane poco spendibile.
Certo, la cultura è sempre cultura, e nessuno si oppone a questo. Però è necessario specificare che alcune materie, indispensabili per un percorso di studi del genere, come ad esempio la “Scienza della Muscolazione”, siano fondamentali. Invece vengono inserite come discipline a scelta al terzo o al quinto anno.
Le Scienze Motorie acquisiscono così un carattere molto più biomedico, giustissimo per chi affronta l’indirizzo LM 67, con il risultato però che alla fine non si è “né carne né pesce”.
Per fortuna sono stati inseriti corsi di Metodologia della Ricerca, per insegnare ad eseguire ad esempio ricerche su PubMed e comprendere almeno le differenze tra uno studio longitudinale e uno trasversale oppure tra un nesso causale e uno di relazione. Purtroppo ancora oggi molti laureati ignorano queste differenze.
Tutto il resto è delegato allo studente.
Se si vogliono acquisire nozioni di sala pesi e insegnare in palestra sarebbe almeno buona pratica frequentare alcuni corsi formativi esterni, nonostante vengano demonizzati dalla maggior parte degli addetti ai lavori.
Se invece parliamo di attività rivolta alla salute, il laureato dovrebbe avere più spazio di azione, mettendo in chiaro la differenza tra i fisioterapisti e i Laureati in Scienze Motorie e i rispettivi limiti professionali.
Gli uni professionisti della riabilitazione e gli altri professionisti nel mantenimento dello stato di salute.
Nell’ambito preventivo le Scienze Motorie hanno molto da insegnare ed è oramai innegabile l’effetto positivo del movimento anche su soggetti patologici.
L’inquadramento normativo che molti laureati stanno chiedendo a gran voce è quello di essere inseriti all’interno del servizio sanitario. Questo rappresenterebbe un punto di svolta importante per i laureati della LM 67.
Ma al di fuori di queste riflessioni, è necessario porne delle altre. Siamo sicuri che sia tutto oro ciò che brilla? Il riconoscimento non conferisce solamente dei diritti, ma soprattutto dei doveri: quelli che la maggior parte delle persone trascura.
Tra i doveri fondamentali vi è l’iscrizione obbligatoria ad un ordine, l’aggiornamento continuo e l’istituzionalizzazione di un ente di previdenza ed assistenza per il Laureato in Scienze Motorie.
Pensiamo che siano tutte cose positive. Vero! Non dimentichiamo però che il laureato medio oggi si lamenta delle paghe ridotte e della difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Bene, tutte quelle note positive elencate sopra hanno un costo annuo e sommate sono alcune migliaia di euro. Come avviene per tutte le altre professioni normate, ad esempio i biologi.
Perciò accanto al riconoscimento ci andrebbe una normativa che porti i compensi minimi ad un certo livello, altrimenti si avrebbero solo spese aggiuntive, ma vantaggi ridotti. Si spera che non sia così!
E le palestre siamo sicuri che pagherebbero di più? Francamente non ci crediamo, anzi. La tendenza è sempre più quella di avere manodopera gratuita, in cambio di “contatti” e “visibilità”. E parliamo del riconoscimento dei laureati magistrali LM 68, con indirizzo tecnico sportivo.
Purtroppo per loro, ruoli come la direzione tecnica di una palestra o la gestione di una squadra sportiva sono attività spesso poco remunerative, per non dire nella maggioranza dei casi gratuite. Questi sono temi di cui bisognerebbe parlare.
Ad esempio note federazioni italiane affidano l’allenamento e la preparazione fisica di atleti internazionali a laureati che non vengono neppure citati nei ringraziamenti. I meriti spesso vanno a persone che non hanno svolto quella mansione per la quale poi vengono ringraziati. Questo avverrebbe per ragioni politiche e per abbattere i costi, infatti molti di questi preparatori non ricevono alcun compenso. “Lo fanno per curriculum”- come si dice ultimamente. Questa è la situazione attuale di cui bisognerebbe parlare, ancor prima di un riconoscimento che non ha alla base una solida politica del lavoro e dei salari.
Il VERO problema delle Scienze Motorie: i corsi dei weekend
Scusate il titolo ironico, ma è più forte di noi. Ora affrontiamo un nodo spinoso: i corsi di formazione e l’aggiornamento continuo.
Alcuni che si oppongono ai “corsetti del weekend” – definizione dall’accezione negativa del laureato medio – vorrebbero delegare l’intera formazione e aggiornamento agli atenei.
Coloro che affermano ciò spesso sono gli stessi che definiscono lobby il mercato della formazione privata.
Ma delegando la formazione agli atenei non si rischia di creare un predominio incontrastabile e unidirezionale da parte delle Università che deciderebbero piani formativi, prezzi e modalità dei corsi?
Si chiamerebbe monopolio, ma storicamente il monopolio sulla cultura non ha mai portato fortuna, anzi… Per non parlare che in un mercato libero non dovrebbe avvenire una cosa del genere: anzi, non può avvenire.
Inoltre in qualsiasi Paese normale l’Università dialoga, collabora ed effettua interscambi con tutti i settori privati dell’economia. Insomma sono discorsi inutili che lasciano il tempo che trovano, certo sarebbe meglio costruire valore anziché rancore, ma costa fatica, umiltà e mente aperta.
E le Federazioni che cosa farebbero? Non si può più frequentare un corso per Allenatori nel Basket? E chi farebbe l’allenatore? Ah sì… un laureato le cui ore pratiche sono state sostituite integralmente da ore di psicologia. Scusate, ma non è un contro-senso?
Un’ulteriore precisazione per essere corretti: in tutte le professioni e nei contesti lavorativi i corsi privati esistono. Per esempio nell’ambito della biologia moltissimi corsi ECM sono erogati da aziende private e sono aperti anche ad esterni, con quote di iscrizione differenti, a seconda se si voglia l’accreditamento ECM oppure no.
Ed è giusto che sia così! Perché la cultura DEVE essere di libero accesso a tutti. Le stesse aule universitarie sono aperte anche ad esterni che non hanno pagato la tassa. Ovviamente la differenza è che non potranno dare gli esami e ottenere il riconoscimento ufficiale del percorso di studi.
Ricordiamoci tutte queste belle cose, perché nei gruppi dei social network parrebbe che molti parlino ancora prima di pensare e soprattutto senza conoscere la realtà dei fatti. Non è certo un atteggiamento tipico da parte di coloro che pretendono di essere riconosciuti come professionisti.
I corsi dei weekend sono denigrati anche per un altro motivo: poiché gli si affibbia la responsabilità di abilitare quelli che gli stessi laureati definiscono “abusivi”. Giusto?
!SBAGLIATO!
I corsi del weekend oggi rappresentano uno dei pochi modi, e continuerà ad essere così, per colmare il divario tra il mondo lavorativo e il mondo accademico.
Detto in altri termini: si occupano di formare e informare. Divulgano cultura, anche e soprattutto a coloro che dovrebbero avere l’interesse ad aggiornarsi.
Non sono i corsi dei weekend che abilitano. Anche perché abilitano a cosa se non vi è una normativa?!?
Piccolo chiarimento: definire con il termine “abusivi” chi non lo è, prende il nome di diffamazione dal punto di vista giuridico.
Anticipo i commenti dei complottisti: servono per fare soldi i corsi dei weekend? Anche, ma soprattutto per continuare ad erogare servizi culturalmente utili sul web.
Ci spieghiamo meglio: il portale Corebo, così come molti altri portali competitor e non, come il nostro, riescono ad attuare iniziative gratuite, come la stesura e la divulgazione di articoli e ammortizzare i costi enormi del portale, grazie ai corsi. Strano da credere? Allora se non fossero i corsi bisognerebbe riempire il portale di pubblicità o di altri prodotti o servizi, da lì non si scappa. Guardate chi eroga informazione e formazione su internet: c’è chi propone corsi, chi ha banner pubblicitari e chi vende libri. Ed è fortunatamente e assolutamente tutto legittimo! Fare formazione è un lavoro come qualsiasi altro: dallo svolgere l’incarico di professore universitario a lavorare per una palestra.
Concentriamoci sulla sostanza e sulla qualità delle cose e non sulle apparenze o su quello che crediamo di sapere, ma che palesemente ignoriamo o non conosciamo. Altrimenti certi commenti non verrebbero neppure scritti.
Il vero problema di oggi è che la maggior parte delle persone ignora la complessità del mondo. Sono davvero numerose le dinamiche che esistono nelle più innumerevoli circostanze. Intraprendere relazioni con le Università e le Federazioni, viaggiare per trovare partner e migliorare il servizio, mantenere i siti internet aggiornati e che abbiano delle news per formare GRATUITAMENTE gli utenti, hanno dei costi. Ricordiamocelo quando abbiamo un’attrazione per i pulsanti della nostra tastiera!
La frustrazione per i propri insuccessi o per la propria vita andrebbe focalizzata diversamente, invece di denigrare il lavoro degli altri, solo per trovare un po’ di consolazione per se stessi.
Siamo talmente abituati a pretendere che gli altri facciano tutto gratis che ci siamo illusi con internet che questo sia un dovere. Ma allora perché non lavoriamo tutti gratis? La risposta è talmente banale che penso che il discorso si chiuda qui.
E chi è in grado di obbiettare che ci sono modi di fare le cose etiche – alludendo che chi organizza corsi non lo faccia – dovrebbe rivolgersi a tutti coloro che svalutano una professione. Infatti spesso sono laureati che accettano di lavorare nei centri sportivi e nelle palestre senza alcuna remunerazione.
In alcuni codici deontologici di professioni normate è vietato farlo!
Dobbiamo tutti ricordarcelo nel momento in cui avverrà il riconoscimento delle Scienze Motorie.
Chi si occupa di formazione lo fa eticamente e svolge un servizio utile a tutti, laureati e non che desiderano aggiornarsi e informarsi. I corsi non sono responsabili della successiva assunzione. Se frequentassi un evento di cucina perché mi piace cucinare e voglio saperne di più, che colpa ne avrebbe l’organizzatore del corso se poi i ristoranti assumessero me e non un cuoco qualificato? L’assurdità è questa, non il corso in sé che svolge un servizio culturale. Chi vuole ci va e chi non vuole è libero di stare comodamente a casa!
Un’ultima considerazione: se un laureato si preoccupa di chi ha una formazione di un weekend, evidentemente non è così bravo come pensa di essere. E parliamo a nome di un portale che è pensato, dai programmi ai docenti che cerchiamo nelle diverse università, PER le Scienze Motorie.
La frustrazione e le parole scritte senza un ragionamento che si ritrovano nei social network non fanno fare buona pubblicità all’intera categoria.
Il riconoscimento delle Scienze Motorie: un passo importante se fatto con intelligenza
Dopo una lunga disquisizione sui pro e contro della professione e sul riconoscimento delle Scienze Motorie e i corsi di formazione, vediamo perché è così importante che venga riconosciuto questo ambito.
Oggi il movimento è fondamentale non solo per il fisico, ma anche per la mente. Infatti numerose ricerche testimoniano l’effetto del lavoro aerobico nel mantenimento delle facoltà cognitive negli anziani. Si è visto che i mitocondri, le centrali aerobiche del nostro corpo, sembrano coinvolte nel rallentamento dei processi di invecchiamento e nei processi mentali. Il decadimento cognitivo viene rallentato inoltre da tutte quelle attività ludico-motorie che passano attraverso lavori coordinativi e aerobici.
Inoltre è fondamentale sottolineare come l’attività fisica sia in grado di impedire l’aggravamento di patologie serie. Ad esempio come il Parkinson e di migliorare il diabete di tipo 2 e agire contro l’obesità, considerata oggi una delle nuove pandemie dei paesi sviluppati.
In questo il Laureato in Scienze Motorie merita un riconoscimento.
E allora come mai non ci riconoscono?
Perché tutto richiede tempo e i benefici dell’esercizio fisico si conoscono da pochi decenni. Inoltre alcune patologie si stanno diffondendo nei nostri paesi solo da un paio di generazioni. Anche altre professioni hanno necessitato di diverso tempo prima di ricoprire una certa importanza.
Che cosa dire in conclusione?
Muoviamoci verso il futuro, tutti insieme, con entusiasmo, ma soprattutto con la testa.
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Tag:scienze motorie
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