Composizione Corporea: da dove cominciare per saperne di più?
Analisi della composizione corporea: da dove partire?
Lo studio della composizione corporea ha lo scopo di analizzare i differenti elementi del nostro corpo, di monitorarne i cambiamenti nell’arco del tempo e fornirne un’interpretazione utile.
Il corpo umano è costituito da miliardi di cellule organizzate in strutture complesse per formare i tessuti. A loro volta i tessuti sono disposti e uniti per costituire gli organi con una funzione specifica. Gli organi, a loro volta, sono interconnessi direttamente o indirettamente per formare apparati e sistemi.
Ebbene, è facile comprendere come il corpo umano sia un sistema complesso di organi e apparati coordinati tra loro con un unico scopo: mantenere l’omeostasi.
Di fronte alla vastità di questa materia nel 1992 è stato proposto un modello di analisi della composizione corporea suddivisa in 5 livelli (Wang ZM, Pierson RN Jr, Heymsfield SB, 1992). Di seguito, è riportata una rappresentazione grafica di questo modello.
(Immagine rielaborata e reinterpretata da: Cagnazzo F, Cagnazzo R, 2009, Valutazione Antropometrica in clinica, in riabilitazione e sport, Edi-Ermes, p. 229, Figura 15.1).
Questo tipologia di studi si avvale di metodiche più o meno invasive: dalle biopsie, passando per l’analisi fisico-chimica dei tessuti dissezionati fino alla plicometria, la BIA e gli ultrasuoni.
Nel mondo del fitness e del bodybuilding la valutazione della composizione corporea assume un’importanza cruciale soprattutto per la sua ripercussione diretta sull’aspetto estetico.
Composizione corporea: il primo livello
Il livello di analisi più semplice è quello atomico. In questo primo step, i tre elementi considerati principali sono:
- l’ossigeno;
- il carbonio;
- l’idrogeno.
La loro somma rappresenta la massa corporea totale assieme ad altri elementi presenti in minori quantità come ad esempio Azoto, Calcio, Fosforo, Potassio Zolfo Sodio e altri ancora. (Eston & Reilly, 1996).
L’utilizzo di tecniche di misurazione delle concentrazioni organiche di questi singoli elementi ci permette di individuare il quantitativo degli stessi.
Infatti, risulta che l’ossigeno sia maggiormente presente nel corpo umano e si stima che esso possa comporre circa il 61% della massa corporea. Segue il carbonio al 23%, e l’idrogeno al 10% (Rocco, 2000).
Ad esempio, per l’indagine della composizione corporea potrebbe essere misurato il contenuto di potassio (K). Infatti, attraverso una metodica chiamata “Diluizione Isotopica K42” si indaga un comparto specifico ovvero quello della massa magra (FFM).
Sebbene abbia una buona precisione è una tecnica molto costosa e di difficile realizzazione soprattutto per un nutrizionista o un personal trainer.
Composizione corporea: il secondo livello di analisi
L’unione di differenti atomi tra loro costituisce il secondo livello di analisi, ovvero quello molecolare.
L’acqua è l’elemento presente in maggior quantità nel nostro corpo, seguita dai lipidi e dalle proteine. Inoltre, la quantità di acqua presente può essere monitorata attraverso una tecnica non invasiva e abbastanza facile nella sua realizzazione: la bioimpedenziometria.
Anche per questo livello si potrebbero utilizzare tecniche di diluizione isotopica del deuterio, del trizio e dell’H₂O¹⁸.
Inoltre, vengono scelte queste molecole poiché possiedono la caratteristica di diffondere uniformemente tra l’acqua extra e intracellulare. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a metodiche complesse e di difficile realizzazione.
Composizione corporea: il terzo livello
Quando le molecole si combinano in strutture più organizzate si passa al terzo livello di analisi, ovvero quello cellulare. In questo caso l’interesse è rivolto alla massa cellulare che viene classificata come segue:
- La massa grassa con i suoi lipidi;
- Il liquidi extracellulari ovvero l’ECF (Extra Cellular Fluid) e i solidi extracellulari ovvero l’ECS (Extra Cellular Solids). Nel loro insieme rappresentano l ‘ECM (Exrtra Cellular Mass);
- La massa cellulare metabolicamente attiva conosciuta anche come BCM (Body Cellular Mass).
Anche qui si potrebbero impiegare delle tecniche di diluizione per poter misurare ogni singolo compartimento (Eston, Reilly, 1996; Rocco, 2000).
Composizione corporea: il quarto e quinto livello di analisi
Tutte queste strutture viste fino ad ora, accomunate da una funzione comune, ci permettono di arrivare a livello “organico” che è suddivisibile in dieci sistemi e apparati.
Abbiamo dunque l’apparato circolatorio, respiratorio, nervoso, tegumentario, linfatico, riproduttivo, endocrino, digestivo, scheletrico e muscolare. Inoltre, quest’ultimo racchiude al suo interno quattro componenti principali:
- l’adipe;
- i muscoli;
- le ossa;
- il sangue.
Alcune tecniche di rilevazione di questi gruppi sono la risonanza magnetica, la TAC (tomografia assiale computerizzata) e l’ecografia (Heymsfield, 2005; Rocco, 2000).
Il quinto livello, quello sistemico o corporeo totale, è considerata come la sommatoria di volumi, masse e densità specifiche (Rocco, 2000).
La scomposizione del modello anatomico in più componenti non è stata una metodica molto utilizzata sino all’utilizzo delle tecniche supportate dalle immagini (Fuller et al., 1990).
Il grasso e l’acqua nella composizione corporea
Nonostante la suddivisione a cinque livelli, esistono due elementi che restano costanti nel passaggio da uno stadio ad un altro nell’analisi compartimentale, ovvero il grasso e l’acqua (Brozek et al., 1963; Deurenberg et al., 1998).
Il motivo va ricercato nel fatto che, ad esempio, il grasso costituisce uno dei componenti principali del modello multicompartimentale, di cui il più noto è il pentacompartimentale che considera il peso corporeo (BW o body weight) come la somma di due grandi compartimenti:
- Il tessuto grasso (FM, fat mass), la cui densità specifica è 0.9 kg/L;
- Il tessuto magro (FFM, free fat mass) suddiviso a sua volta in quattro compartimenti: l’acqua corporea totale del corpo (TBW, total body water), le proteine, i minerali e il glicogeno.
Il modello penta-compartimentale è dato quindi dalla somma delle sue componenti: il tessuto grasso, acqua corporea totale, le proteine, i minerali e il glicogeno (Heymsfield 2005).
Di seguito riportiamo una tabella riassuntiva di questo modello.
Come tutelarsi dai falsi professionisti
La conoscenza della composizione corporea, così come delle tecniche per poterla analizzare, necessita di esperienza e pratica. Oggi sono molti i video che mostrano come eseguire una plicometria da soli.
Sì certo proprio da soli, ma non comprendendo la complessità della materia e l’impossibilità a poter eseguire un’auto-analisi.
Ad esempio, pensate che l’acqua (TBW) tende progressivamente a diminuire con l’età. La maggior parte delle persone comuni non è a conoscenza di questo importante dettaglio. Infatti, in tal senso ci sono una serie di linee guida, sia in termini di plicometri (dalla loro accuratezza alla loro precisione differente), che in termini di esperienza dell’operatore che effettua tale analisi.
Affermare che un plicometro valga come un altro oppure che il soggetto sia in grado autonomamente di “plicarsi” è come dire che una persona con il mal di denti è in grado effettuare un’estrazione di un molare da sola senza l’ausilio di un dentista!
Abbiamo già compreso il livello di approfondimento di alcune sciocchezze che continuano a circolare sul web, un po’ per marketing e un po’ perché ridurre la complessità di una materia a pochi punti superficiali fa presa sulla maggioranza che, spinti dall’immediatezza delle cose, ignorano completamente la loro complessità.
E questo fenomeno è assolutamente espandibile a qualsiasi ramo. Qui abbiamo citato l’esempio della plicometria, ma potremmo parlare di bioimpedenziometria o di argomenti del tutto differenti.
Ad esempio, come un personal trainer che fa la professione di psicologo, nutrizionista, ingegnere e avvocato in un unica seduta di allenamento…
Ecco: stiamo alla larga da questi individui, perché il loro livello di conoscenze su queste materie è palese.
Da dove cominciare se vogliamo saperne di più sulla composizione corporea?
Innanzitutto dai libri di testo e dalle ricerche, ma soprattutto da un bel po’ di pratica in uno studio che si occupa di questo tipo di valutazioni. Improvvisamente le mille certezze che si hanno guardando i video gratuiti crollano e mostrano tutta la loro fragilità di intenti.
In questi casi avete bisogno di un operatore che svolge numerose analisi al mese, da diversi anni che consce i diversi punti di repere per prendere le misure, sa come applicare le formule, ma soprattutto come interpretare i dati, cosa tutt’altro che semplice.
Per approfondire questi argomenti potrai trovare una serie di corsi online pensati su misura per te:
- il corso sulla composizione corporea (include contenuti esclusivi e il corso di plicometria e somatogramma);
- corso di plicometria e il corso sul somatogramma e il somatotipo.
A cura del Dottor Giulio Merlini e del Dottor Stefano Murisengo
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BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
- Cagnazzo F, Cagnazzo R, (2009). Valutazione antropometrica in clinica, riabilitazione e sport, Edi-Ermes Editore, Milano; 246-253.
- Eston R, Reilly T, (1996). Kinanthropometry and exercise physiology laboratory manual, Routledge.
- Fuller MF et al., (1990). Body composition: the precision and accuracy of new methods and their suitability for longitudinal studies. Proc Nutr Soc 49:423-436.
- Heymsfield SB et al., (2005). Human Body Composition, Human Kinetics (2nd Edition); p.12.
- Rocco S, (2000). Composizione corporea, Edizioni Alea, Milano; p. 33-36, 65-78.
- Wang ZM, Pierson RN Jr, Heymsfield SB. The five-level model: a new approach to organizing body-composition research. Am J Clin Nutr. 1992 Jul; 56(1): 19-28.
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