Perché tutte le diete (o quasi) falliscono?
Perché tutte le diete falliscono
L’estate si avvicina e le temperature miti ci proiettano verso le vacanze, e la loro vicinanza impone di recuperare la “splendida” forma dell’anno precedente… Per correre ai ripari tutto è concesso e a questa regola neppure le diete!
Dall’ultima trovata commerciale per alleggerire il portafoglio dei creduloni, fino ai digiuni estremi che richiederebbero l’ausilio di una figura competente del settore. Ebbene nella maggioranza dei casi dovrebbe essere uno psichiatra, più che un dietologo o un nutrizionista!
Ogni anno è la stessa storia. Quello che non si è fatto per dodici mesi si vorrebbe recuperare nei due mesi precedenti le vacanze. Per non parlare di coloro che si svegliano tre settimane prima della partenza chiedendo a gran voce un miracolo!
In questo articolo oltre a parlare della psicologia un po’ deviata delle persone, riflettiamo su un tema che ci sta particolarmente a cuore:
Perché tutte le diete (o quasi) falliscono?
Nell’immagine che segue iniziamo a fornire alcuni indizi, ma vi invitiamo a proseguire nella lettura.
Anche nei Corsi di Nutrizione e Integrazione Sportiva non si affronta a fondo questa tematica.
Spesso le persone sono più impegnate a vedere scendere il peso sulla bilancia più di quanto non vogliano migliorare realmente la propria condizione.
Ma una cosa è certa: nessuno può resistere a lungo con diete prive di gusto e che fanno patire la fame.
Quindi cambiamo provvisoriamente la domanda dell’articolo: esistono delle strategie che possono aumentare la longevità della dieta?
Negli anni ’80 Montignac ideò una dieta interessante basandola interamente sull’attenzione all’indice glicemico degli alimenti. Questa dieta divenne particolarmente famosa perché permise di scegliere tra alimenti diversi. Al contrario questo aspetto oggi è trascurato dalla maggior parte delle diete che propongono piatti sconditi, carni bianche a volontà e bianchi d’uovo.
Il problema si presenta in tutti quei soggetti che NON devono preparare una gara di bodybuilding e vogliono solamente perdere qualche chilo. Infatti la dieta sarà presto interrotta per a tornare alle solite abitudini nel giro di pochissimi giorni!
Pertanto sarebbe più comodo e utile utilizzare delle diete componibili. Queste sono piani elaborati su diverse righe, nelle quali sono presenti gli alimenti che permettono però di aumentare la versatilità della nutrizione ed evitare la monotonia delle diete troppo rigide.
In questo modo forniamo al soggetto la libertà di scegliere gli alimenti più vicini alle sue esigenze.
Inoltre fissiamo un concetto chiave, ripetuto anche in altri articoli: concentriamoci sulle calorie assunte settimanalmente ancor più che quelle assunte giornalmente!
Questo ci permette una minore “schiavitù alimentare” e ci allontana dal fuorviante, e abusato, concetto di “sgarro alimentare” concedendoci una maggior serenità psicologica. Vogliamo mangiare una pizza una volta a settimana? Mangiamola, purché i giorni precedenti si mantenga un certo profilo calorico, ma soprattutto due o tre ore di attività fisica!
Nella scala delle priorità, ancora prima dell’assunzione dei macronutrienti, è più importante il profilo calorico.
Ricordiamoci che la maggior parte delle persone non deve gareggiare, ma semplicemente migliorare la propria condizione fisica!
Perché tutte le diete falliscono? La psicologia “positiva” per la buona riuscita della dieta
Il grande problema che si riscontra è l’assoluta noncuranza della psicologia del cliente. Questo è un errore madornale, infatti prestare attenzione solamente ai calcoli metabolici fa perdere di vista le esigenze e le abitudini del cliente.
Se da una parte ci può essere una forte motivazione, dall’altra dobbiamo tenere presente che l’entusiasmo di essere a dieta e la voglia di veder scendere il peso sulla bilancia si spegne molto presto, specie se la fame prende il sopravvento!
PRIMO OBIETTIVO PER IMPEDIRE L’ABBANDONO: Far sentire il meno possibile la fame!
Gli atleti sono diversi dalle persone comuni perché hanno un’alta capacità di autocontrollo, cosa che i sedentari spesso non possiedono. Infatti non gestiscono la percezione dell’appetito poiché la cosa più facile è assecondare l’istinto.
Se ho fame mangio! Le persone non conoscono i vantaggi ormonali nel resistere qualche ora ai primi segnali di appetito.
Pertanto dobbiamo educare il soggetto. Questo richiede tempo oltre alla classica consulenza, richiedendo al soggetto contatti bisettimanali per ottenere un feedback. Insomma, è doveroso mostrare vicinanza a chi, con buona volontà, ha deciso di cambiare le proprie abitudini.
Non possiamo però pensare che al termine della consulenza il soggetto riesca a seguire solo la nostra dieta. Infatti il rischio di abbandono è elevatissimo.
E’ necessario comprendere se il soggetto, al di là dei calcoli metabolici, ha difficoltà a seguire il piano. Un conto è la matematica, un altro conto è conoscere le difficoltà reali che potrebbe riscontrare il paziente.
L’idea di educare il soggetto ad una forma mentis risulta indispensabile. Attenzione! Parliamo di educare, non di diventare amici del nostro cliente.
Due motivi che portano al fallimento della maggior parte delle diete è il non impostare obiettivi nel breve periodo e la mancanza di momenti di soddisfazione psicologica.
Perché tutte le diete falliscono? L’aspetto nutrizionale.
Affrontiamo, ora, uno dei temi più sottovalutati per chi affronta una dieta: l’abitudine al cibo!
Chi mangia poco per natura e costituzione non può capire cosa significhi mangiare molto. Viceversa chi è abituato a mangiare molto, si scontrerà con la poca capacità di gestire la fame. Infatti il suo corpo non conosce questa sensazione poiché è abituato ad un “feed” continuo per silenziare ogni minimo accenno di appetito.
Come evitare l’abbandono della dieta? Procedendo per gradi. Inutile eseguire cutting calorici estremi in chi non sa gestire i segnali ormonali. Alla minima riduzione del cibo, saranno estremizzati dei segnali ormonali che il soggetto non saprà riconoscere e gestire, con un peggioramento sull’impronta psicologica.
In questi casi disporre sia uno psicologo sia un personal trainer, oltre ad un nutrizionista, risulta indispensabile.
Qualche piccolo consiglio.
Aumentare il profilo proteico (in caso di soggetti sani con esami del sangue nei limiti di norma) è inevitabile. Le proteine non riducono solo la degradazione proteico muscolare, ma sostengono anche il sistema immunitario ed enzimatico.
Inoltre c’è un aspetto ancora più importante: le proteine hanno il più alto potere saziante rispetto a qualsiasi altro macronutriente. Tradotto: ci permettono di gestire la fame.
In un programma dove grassi e carboidrati sono tenuti sotto controllo, l’aumento del fabbisogno proteico (lo ripeto) è fondamentale.
Perché tutte le diete falliscono? Il tempo richiesto.
Quando si ripete ad un soggetto che per modificare la propria composizione corporea sono necessari 18 mesi, la domanda è: quanti sono disposti ad accettarlo?
Pochi. Molti vogliono prepararsi all’estate e non ascoltare una persona che gli sta proponendo un percorso di 18 mesi!!! Questo è un altro motivo del perché le diete falliscono!
Al contrario, le pubblicità e rimedi “svuota-portafoglio” sono estremamente più efficaci a livello comunicativo per tre ragioni principali:
- Non richiedono al soggetto di spostarsi da casa (notate il successo strepitoso sui social e su internet di tutti questi “nuovi” guru dell’allenamento e dell’alimentazione);
- “Senza alcuna fatica” si perdono alcune taglie in meno;
- In pochi giorni o settimane ti “promettono” il risultato.
[Le espressioni tra virgolette sono le classiche espressioni pubblicitarie per catturare l’attenzione]
Il discorso è chiaro che sia fallace e faccia acqua da tutte le parti. Le persone però non lo sanno.
Tra una persona che promette risultati in tanto tempo e chi lo promette in poco tempo, quale scegliereste da profani? Ovviamente il metodo che nel minor tempo fornisca il massimo risultato… Apparente però!
Tiriamo le fila: le tre principali ragioni del perché le diete falliscono!
In pratica possiamo identificare 3 principali ragioni alla base del fallimento delle diete:
- L’aspetto psicologico nel pensare di cambiare “facilmente” le proprie abitudini;
- Concentrarsi solo sull’aspetto “matematico” della dieta;
- Sottovalutare il tempo necessario per ottenere l’obiettivo.
Risulta chiaro come i punti 2 e 3 influenzino il primo aspetto. Psicologicamente la ristrettezza calorica e il tempo richiesto portano ad un approccio negativo e quindi a scegliere altre opzioni rispetto all’idea di affidarsi ad un esperto piuttosto che ai rimedi illusori che troviamo continuamente in televisione e proposti da figure non abilitate del settore come ad esempio “educatori alimentari”, “naturopati” e “personal trainer”.
Ricordiamo di affidarsi ad esperti abilitati del settore, soprattutto per tutelare la propria salute.
A cura del Dottor Giulio Merlini
Ti è piaciuto l’articolo? Condividilo!