Programmazione Agile in Allenamento: cos’è
La programmazione agile può tornare utile al personal trainer per pianificare il lavoro fisico.
Analizzando le carenze muscolari, tecniche e condizionali attraverso una serie di test dobbiamo comprendere se la carenza è dovuta a difficoltà dell’esercizio oppure ad un limite del livello di preparazione.
Si ringrazia il Ph.D Donato Formicola per gli spunti che hanno reso possibile la stesura di questo articolo (tratto da una parte della lezione del corso personal trainer per le Scienze Motorie di Corebo).
Programmazione agile: individualizzare l’allenamento
Come facciamo a pensare ad un nuovo progresso in una situazione vincolata dal tempo? Come capita spesso in una lezione di personal training?
Possiamo scegliere alcune tecniche:
- Microdosing: minime variazioni del programma;
- Randomising: esercitazioni differenti;
- Practising: praticità del programma.
Ricordiamo che l’allenamento è basato sul concetto di adattamento. Ad esempio, se bisogna abbassare l’intensità e variare improvvisamente il programma è obbligatorio riadattare il tutto. Così, possiamo lavorare sull’acquisizione tecnica.
Non possiamo sapere se un cliente continuerà a venire o se la lezione successiva ci sarà. Quindi è utile il microdosing.
La variazione è la chiave affinché il cliente torni da noi. Se ci occupiamo di allenamento personalizzato non possiamo trascurare questo aspetto, che viene insegnato anche nei corsi per personal trainer.
Il randomizing è invece la variazione tecnica su uno stesso esercizio. Per esempio prima faccio eseguire uno stacco. Poi, la lezione successiva uno stacco sumo.
Il concetto del miniblocco
La programmazione agile è definita così poiché é agile alle priorità. Perciò, ragioneremo per miniblocchi.
Facciamo un esempio.
Nel miniblocco 1 ragioniamo per alternanza di carichi, ad alto volume o ad alta intensità.
Il miniblocco 2 si concentra su carichi elevati.
Nel miniblocco 3 abbiamo tempo di recupero ridotti.
Il miniblocco 4 prevede un allenamento di velocità/potenza o esplosivo-balistica.
Nella programmazione agile possiamo “giocare” sull’alternanza di alcune variabili come ad esempio il volume di allenamento. Si costruisce lo stato di forma fisica: quello che chiamiamo fitness.
Dobbiamo avere criterio nel costruire lo stato di forma fisica. Si continuano a valutare le carenze muscolari che cambieranno nel tempo e continueremo ad adattare il programma.
Questa è una soluzione pratica non solo nel fitness, ma anche nello sport. Esiste una stabilità dell’obiettivo, costante, fino al raggiungimento della nostra finalità. La stimolazione sarà diversa mediante micro-variazioni.
La barbell strategy di Nassim Taleb
Attraverso questa strategia comprendiamo che tutti i programmi unidirezionali sono fragili.
Infatti, l’iper-specificità porta a problemi di adattabilità.
I programmi di allenamento più bilanciati sono anche quelli più robusti.
Nell’ottica di un personal trainer, non possiamo iperspecializzare il nostro cliente, ma dobbiamo pensare di creare microvariazioni nel programma (mantenendo la stabilità) che garantiranno un risultato robusto.
Infine, per comprendere e andare oltre la classica scheda di allenamento dobbiamo imparare a riempire lo spazio di due estremi di una linea immaginaria, con una varietà di abilità che possono tornare utili per il cliente.
Corebo – La Scienza al Servizio dello Sport