La fisiologia del sonno: cosa c’è da sapere
Il cervello è composto da numerose strutture tra cui la corteccia cerebrale la cui attività elettrica permette di studiare la fisiologia del sonno caratterizzata da onde elettriche.
Per poter effettuare questa analisi si utilizza l’elettroencefalografia (ECG) utile, anche, per indagare gli stati di veglia, di attenzione, i riflessi condizionati e l’apprendimento.
L’ECG utilizza degli elettrodi, per rilevare le onde cerebrali, le cui derivazioni sono numerose, ma la zona del cranio che sembra fornire i migliori risultati è quella occipitale.
In questo articolo spiegheremo quali tipi di attività si verificano durante il sonno comprendendo importanza di un buon risposo.
La fisiologia del sonno: i ritmi
Quando riposiamo in un’ambiente insonorizzato il cervello ha un ritmo particolare chiamato alfa.
Nel sonno poco profondo delle persone giovani si manifestano le onde teta che sono ancora più lente delle alfa.
Ancora, durante il riposo, compaiono le onde delta che sono molto lente e se presenti durate la veglia possono essere un sintomo di ipossia
Quando si aprono gli occhi si passa al ritmo beta che ha una frequenza più elevata e un voltaggio minore. Il passaggio dal ritmo alfa e quello beta viene per convenzione chiamato: reazione di arresto.
Inoltre, il cervello presenta le onde beta e gamma tipiche degli stati di reazione.
Il sonno è una di quelle componenti che è influenzato dai nostri ritmi circadiani.
I tipi di sonno
Esistono fondamentalmente due tipi di sonno con particolari caratteristiche:
- Il sonno REM durante il quale si sogna e si manifesta un rapido movimento degli occhi, mentre i muscoli sono di fatto “paralizzati”;
- Il sonno NON REM caratterizzato da quattro stadi che identificano la profondità del riposo.
L’andamento del sonno è ciclico, infatti presenta periodi di circa novanta minuti e le fasi REM diventano più lunghe man mano che ci avvicina al risveglio.
Una curiosità: il sonno REM prende anche il nome di sonno paradosso perché l’ECG risulta quasi identico a quello della veglia.
La fisiologia del sonno: le modificazioni delle fasi nel tempo
La fisiologia del sonno si modifica con il procedere dell’età, infatti la diminuzione delle cellule nervose fa sì che un anziano abbia una qualità del sono diversa rispetto ad un soggetto giovane.
Ad esempio, nel bambino il sonno ha degli stadi molto lunghi e presenta maggior quantità di quello più profondo (il quarto stadio).
Al contrario, nell’anziano sono presenti pochi stadi quattro e la capacità di sognare può diminuire notevolmente.
Ricordiamoci, però, che il sonno profondo è molto importante per recuperare l’energia e migliorare l’umore. Di conseguenza, disporre di un ambiente confortevole e silenzioso facilita la qualità di questa importante fase di riposo.
Come è gestito il sonno?
L’origine dell’attività appena descritta è in una zona del cervello chiamata mesencefalo.
Infatti, un particolare gruppo di cellule che formano la sostanza reticolare invia dei segnali verso la corteccia che rimane sveglia. La molecola che media questa attività è la noradrenalina.
Invece, l’attività del sonno è regolata da un’altra sostanza inibitrice: la serotonina che ha un effetto tranquillizzante.
Infine, i farmaci per dormire agiscono proprio su questo sistema regolato da noradrenalina e serotonina modificando, così, la normale fisiologia del sonno.
A cura del Dottor Stefano Murisengo