Perché la corsa crea dipendenza
Tutti gli sportivi conoscono bene gli innumerevoli benefici dell’attività fisica e le sensazioni che esso è in grado di sprigionare all’interno del nostro organismo.
In particolar modo questa dipendenza si verifica soprattutto negli sport aerobici o più generalmente nelle attività di endurance come ad esempio la corsa, il nuoto, il ciclismo, il canottaggio, lo sci di fondo ecc..
Ma esattamente, perché la corsa crea dipendenza? Quali sono i meccanismi neurofisiologici e biochimici che avvengono nel nostro corpo?
Perché la corsa crea dipendenza
In linea generale si può sostenere che le sensazioni benefiche percepite dal podista si avvertono con un minimo di 30’ circa di attività continuativa o intervallata.
I principali responsabili di queste fantastiche sensazioni sono alcune sostanze come gli ormoni e i neurotrasmettitori e vengono prodotte in specifiche zone:
- nel cervello;
- nelle pareti intestinali;
- nelle ghiandole surrenali.
Gli innumerevoli benefici che possiamo chiaramente percepire a breve termine sono:
- miglioramento generale del benessere;
- miglioramento dell’umore;
- regolarizzazione del sonno;
- riduzione del dolore e quindi effetto analgesico;
- miglioramento cognitivo e capacità produttiva;
- aumenta la libido.
Tali effetti sono paragonabili all’utilizzo di alcuni farmaci come gli antinfiammatori e antidolorifici.
Va però precisato che questi effetti benefici avvengono solamente se non si esagera con l’attività fisica, ovvero se non si cade nell’overtraining!
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Le molecole prodotte durante la corsa
Le molecole che il corpo produce durante una corsa sono:
- oppiacei come ad esempio le endorfine simili alla morfina e all’oppio prodotte dal cervello;
- catecolamine (adrenalina, noradrenalina e dopamina) prodotte dalle ghiandole surrenali e dal cervello;
- serotonina prodotta soprattutto dall’intestino e in piccola parte dal cervello (è inoltre possibile aumentare i livelli di serotonina mangiando carboidrati i quali contengono grandi quantità dell’aminoacido triptofano, precursore della serotonina).
Quando la pratica sportiva diventa una dipendenza compulsiva si verifica una vera e propria sindrome definita Exercise Dependence Syndrome o in atri termini la vigoressia.
Quest’ultima a differenza della sola dipendenza da attività fisica, comporta la continua ricerca della bellezza, dell’aumento della massa muscolare e di una dieta spesso ipocalorica.
In senso più generale, la dipendenza da una sostanza psicoattiva come le endorfine liberate durante la corsa oppure per il desiderio per un determinato cibo o comunque un comportamento che porta gratificazione, può essere definita con il termine di craving.
Esso sembrerebbe scatenarsi in seguito alla fruizione della gratificazione e al conseguente incremento dei livelli di dopamina in un determinato luogo del nostro sistema nervoso più arcaico, definito nucleo accumbens. Tale nucleo fa parte del sistema limbico, ovvero del sistema emotivo, ed è implicato nei processi cognitivi dell’avversione, motivazione, ricompensa e numerosi meccanismi di rinforzo dell’azione.
Tali processi di dipendenza avvengono ad esempio con l’alcol, il gioco d’azzardo e l’attività fisica.
In conclusione, è bene sfruttare l’attività fisica come strumento per godere appieno della propria salute senza permettere che si trasformi in qualcosa di potenzialmente nocivo.
Buona corsa a tutti.
A cura del Dr. Alessio Dalessandro