Le discipline di salto e lancio nell’atletica leggera
Le discipline di salto e lancio nell’atletica leggera. Quali sono?
Come ben sappiamo il termine Atletica Leggera ingloba tutte quelle discipline che pongono al centro dell’attenzione il corpo umano e le sue imprese.
Per questo, in questa seconda parte, vogliamo completare la visione d’insieme esponendo le varie discipline che riguardano i salti e i lanci.
Le discipline di salto e lancio nell’atletica leggera
Il campo da gara
Il campo da gara è un ovale. All’esterno è circondato dalla pista di atletica per la specialità delle corse mentre all’interno troviamo tutto il necessario per completare le competizioni di salto e lancio. Tra queste le corsie di rincorsa per il lancio del giavellotto, per il salto in lungo e triplo e per il salto con l’asta. Inoltre troviamo la zona riservata al salto in alto e le piattaforme per il lancio del disco, del martello e del peso.
Internamente alla pista, affianco della prima corsia si trova una ulteriore corsia, o coppia di corsie affiancate, lunghe 45 metri e larghe 1,22m. Alla fine di esse vi è una fossa piena di sabbia (lunga 9 metri e larga 2,75 metri) dove l’atleta deve atterrare. Ai lati della fossa troviamo una striscia centellinata per le misurazioni del salto. Questa è la pedana del salto in lungo.
Per il salto triplo le caratteristiche della pedana sono identiche a quelle del salto in lungo con la sola eccezione che la pedana di rincorsa è lunga 58 metri ed è progettata per una tecnica di salto differente.
Per il salto con l’asta, la pedana di rincorsa è costituita da una corsia lunga minimo 40 metri dove al termine troviamo una buca profonda 20 cm e lunga 1 metro, dove poter imbucare l’asta. Ai lati della buca troviamo i ritti che sostengono l’asticella la cui altezza varia durante la gara.
L’atleta una volta effettuato il salto atterrerà su un tappetone di 5×5 metri.
Altre caratteristiche del campo di gara
Nella parte opposta della pista troviamo una piattaforma semicircolare dove all’estremità è posto un grande tappetone, largo 5 m e lungo 3 m, fronte al quale si posizionano due 2 ritti che sosterranno l’asta per le prove di salto in alto.
Per quanto riguarda i lanci, le pedane sono suddivise in lancio del martello e disco e lancio del peso.
La pedana di lancio del martello e del disco è posta solitamente in un angolo del prato interno alla pista, indirizzata verso il centro del campo. È facilmente riconoscibile in quanto circondata quasi interamente da una rete di nylon molto resistente, utile per proteggere il pubblico e gli altri concorrenti in caso di lancio errato.
La pedana vera e propria è un cerchio di cemento del diametro di 2,50m, ed è utilizzato solo per il lancio del disco. Per il lancio del martello, la cui pedana deve essere un cerchio di diametro di 2,135m, si usano apposito riduttori di pedana.
La pedana del lancio del peso, invece, non ha una posizione stabilita, ma puo trovarsi in qualsiasi degli altri angoli di prato o talvolta, esterna alle corsie di corsa.
Essendo il “peso” un attrezzo a corta gittata, non è prevista alcuna gabbia di protezione intorno alla pedana.
Il diametro della pedana è di 2,135m e verso la zona di lancio è presente un blocco di legno o metallo fisso a terra che funge da fermapiede.
Per tutte e tre le pedane circolari sono previste delle linee esterne che ne individuano la metà esatta.
La pedana di lancio del giavellotto è invece fatta dello stesso materiale della pista. Si trova a metà della curva e punta verso l’interno del campo. È un rettilineo lungo 36 metri e largo 4 dal quale poi si estende nel prato un settore di lancio di almeno 100m.
I salti nell’atletica leggera: le specialità di potenza
In cosa consistono?
In una fase di ricorsa susseguita da uno stacco o distaccamento completo del corpo dal suolo, per far si che il corpo voli, fase che deve essere protratta più a lungo possibile, per poi atterrare su una superficie morbida, sabbia o tappeto in gomma.
Tutti i salti consistono in balzi che devono essere effettuati con un solo piede dopo una rincorsa più o meno lunga.
Detto così sembra che tutte le competizioni siano uguali, ma esiste una distinzione ben definita tra i vari salti:
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Salti in estensione: salto lungo e triplo.
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Salti in elevazione: salto in alto e salto con l’asta.
Il salto in lungo
L’atleta deve prendere una ricorsa lunga circa 18 appoggi per poi staccarsi dal suolo ed atterrare il più lontano possibile, in una fossa riempita di sabbia.
È importante che l’atleta lasci il terreno prima della linea di stacco. Essa è posizionata prima della fossa (solitamente 1, 2 o 3 metri prima a seconda della pista dove si gareggia) ed è contrassegnata da un asse bianco di legno e subito dopo una striscia di “plastilina”.
La plastilina ha una caratteristica fantastica, quando viene schiacciata si abbassa e l’impronta rimane ben visibile. Questo permette al giudice di rivelare la posizione del piede nel salto così da verificare la validità o meno del gesto.
Quando il salto è definito nullo nel salto in lungo?
- Il salto è definito nullo se l’atleta salta dopo la linea di stacco (cioè se crea un’impronta sulla plastilina, anche fosse solo la punta del piede).
- Quando l’atleta fa scadere il tempo a sua disposizione per effettuare il tentativo.
- Quando, dopo essere atterrato in sabbia, compie almeno due passi a ritroso senza uscire dalla buca d’atterraggio.
- Quando stacca con due piedi contemporaneamente.
- Quando compie un’acrobazia in volo tale che la linea dei piedi superi quella della testa (front flip).
Se il salto è valido i giudici effettuano la misurazione della distanza, dalla linea di stacco (indipendentemente che si sia staccato in prossimità della plastilina o parecchi centimetri prima) fino al segno più vicino lasciato sulla sabbia.
Il salto triplo
La caratteristica principale di questa specialità è il triplo appoggio prima di staccarsi completamente e atterrare sulla sabbia.
In poche parole l’atleta, dopo una lunga rincorsa, incontra la linea di stacco. Da qui in poi può effettuare tre balzi per poi saltare all’interno della fossa.
Ogni tocco ha un nome differente poiché possiede delle caratteristiche tecniche differenti.
La regolarità del salto viene misurata sempre in base allo stacco del primo appoggio, sulla linea di stacco, e al numero di tocchi effettuato.
Salto in alto
Ogni atleta si impegna per vincere la forza di gravità con l’obiettivo di scavalcare un’asticella posta sempre ad un’altezza maggiore.
Nel corso degli anni la tecnica del salto in alto ha subito enormi variazioni:
- Inizialmente la tecnica frontale prevedeva il superamento dell’asticella con un’azione sforbiciata.
- Col tempo alcuni atleti superavano l’asta con una tecnica ventrale, cioè si “tuffavano di pancia”.
- Attualmente la tecnica più utilizzata, se non l’unica, è quella dorsale, denominata stile Fosbury (dal nome del suo inventore).
Tutte le tecniche prevedono una fase di rincorsa circolare, una fase di stacco, il volo e l’atterraggio.
Quando è considerata nulla la prova del salto in alto?
- Si stacca con due piedi.
- Se l’atleta fa cadere l’asticella durante il salto.
- Se l’atleta tocca qualunque cosa prima di aver superato l’asticella.
- Se l’atleta fa scadere il tempo a disposizione per il tentativo.
Se l’atleta durante il salto tocca l’asticella ma questa non cade subito, fa fede alla validità del salto la decisione del giudice. Egli infatti, dopo un ragionevole tempo dovrà alzare la bandiera bianca che indica il salto valido. Se l’asticella cade prima che il giudice convalidi il salto, non si configurerà più la validità, ma la nullità con conseguente bandiera rossa. Se invece l’asticella cade dopo che il giudice ha convalidato il salto, allora questo rimarrà valido e darà accesso alla misura successiva.
Tre errori consecutivi configurano la fine della gara dell’atleta, che essi siano fatti alla stessa misura o a misure diverse, purché successivi tra loro.
La specialità del salto con l’asta
Come per il salto in alto, la spettacolarità del salto con l’asta è la possibilità di raggiungere altezze elevate.
L’atleta inizia la prova con una fase di rincorsa sostenendo l’asta tra le mani. Nei pressi della buca l’atleta abbassa l’asta e scarica l’energia di rincorsa trasformandola in forza di flessione dell’attrezzo.
Il caricamento elastico fa sì che l’asta si fletta e l’atleta risulti sospeso all’estremità.
Dopo il caricamento elastico avviene il ritorno elastico dell’attrezzo. Questo proietta l’atleta verso l’alto e in avanti permettendo a quest’ultimo di superare l’asticella.
L’ultima fase è quella di abbandono dell’asta e caduta sul tappetone.
Come per gli altri salti la prova è considerata nulla se l’atleta:
- Effettua un salto con due piedi.
- Se l’asticella cade.
- Se tocca qualsiasi cosa, con il corpo, prima di aver superato l’asticella, oppure se sposta l’impugnatura sull’asta in modo da sfruttarne la lunghezza.
- Se l’atleta fa scadere il tempo a disposizione.
Il tentativo non è da considerarsi nullo se l’atleta, pur staccando, non supera mai la verticale dell’asta (superando la così detta linea dello zero) e torna indietro sulla pedana di rincorsa o, in estremi casi, se pur superando la linea zero, l’asta si spezza.
I lanci nell’atletica leggera
Visto che è un articolo sulle discipline di salto e lancio nell’atletica leggera, ci dedichiamo ora ai lanci.
Essi sono vere e proprie prove di potenza e destrezza degli arti superiori.
Il settore del lancio del peso, del disco e del martello hanno tutti un terreno di gara molto simile, formato da una pedana di forma circolare, mentre il lancio del giavellotto ha caratteristiche differenti date da una tecnica di spinta lineare e non rotazionale.
Il getto del peso
Disciplina che consiste nel gettare un peso il più distante possibile. Si chiama getto e non lancio perché si passa da una posizione breve ad una lunga. Nel lancio del giavellotto si passa invece da una posizione lunga ad un’altra posizione lunga.
Per le competizioni maschili il peso da lanciare (gettare, in realtà) è di 7,26 kg mentre per le competizioni femminili è di 4 kg (entrambi hanno una sfera di diametro circa 110 mm).
Il getto della sfera deve essere effettuato all’interno della piattaforma circolare. Se l’atleta effettua un passo fuori dalla piattaforma, anche se viene effettuato solo con la punta del piede, il lancio è definito nullo.
Così come è definito nullo, meno probabile, il lancio effettuato fuori dal settore delimitato.
Al termine del lancio (ricordatevi che si chiama getto del peso e non lancio del peso) l’atleta deve abbandonare la pedana dalla parte posteriore della piattaforma dietro le linee di mezzeria della pedana, pena l’annullamento della prova. La prova sarà comunque annullata se, nonostante si sia usciti nella zona giusta, lo si fa senza l’equilibrio ed il pieno controllo del proprio corpo.
La misurazione della distanza viene effettuata tra il bordo interno della pedana e il segno più vicino lasciato dal peso sul prato.
Il lancio del disco
Essa consiste nel lanciare un disco, di legno con bordo metallico, di peso 2 kg per gli uomini e 1 kg per le donne, il più lontano possibile.
La tecnica del lancio del disco consiste in una rotazione sul proprio asse, effettuata a braccio aperto, per poi terminare con una frustata del braccio e il lancio dell’attrezzo.
In questa rotazione il soggetto deve coordinare perfettamente braccia e gambe. Non solo, deve sapere anche gestire la posizione del corpo, e del braccio, nella fase finale della rotazione per lasciare andare l’attrezzo all’interno della zona di atterraggio.
Un lancio viene considerato nullo se l’atleta tocca con qualsiasi parte del corpo o con il disco, l’anello della pedana o il terreno circolare esterno della pedana. È considerato nullo anche un lancio fuori dalla linea che delimita il settore circolare di atterraggio del disco.
Non è invece considerato nullo il lancio se il disco, nella sua fase di volo, impatta col bordo della gabbia di protezione e ricade all’interno del settore.
Anche qua la misurazione avviene tra il bordo interno della pedana e il segno più vicino lasciato dal disco sul prato.
Lancio del martello
Tra le discipline di salto e lancio dell’atletica leggera, il lancio del martello è una delle più conosciute.
Esso consiste nel lanciare un martello, una sfera di metallo collegata tramite un filo d’acciaio ad una maniglia triangolare di metallo.
L’insieme dell’attrezzo ha un peso di 7,26 kg per le gare maschili e 4 kg per quelle femminili.
Il lancio viene effettuato, con due mani che afferrano la maniglia, all’interno della piattaforma circolare tramite una rotazione del corpo intorno al proprio asse. L’atleta, durante il lancio, non può mai uscire dalla piattaforma o toccare l’attrezzo con altre parti del corpo, pena l’annullamento della prova.
Il martello in tutta la prova deve essere sospeso e può venire a contatto solo con il terreno dopo il lancio.
Come per il lancio del disco e del peso, è obbligatoria l’uscita dalla pedana, dopo il lancio, dalla parte posteriore della piattaforma.
Il lancio del giavellotto
Questa disciplina è nata dalla caccia.
La costante ricerca di cibo e l’incapacità dell’uomo di fronteggiare a viso aperto i vari animali, ha fatto sì che ogni uomo fosse capace di padroneggiare una lancia.Da qui è nata la disciplina del lancio del giavellotto.
Il giavellotto non è che una lancia con una punta metallica di lunghezza circa 260 cm negli uomini e 220 cm nelle donne.
Il lancio del giavellotto consiste in una rincorsa, lunga circa 36m, utile per accumulare velocità e per lasciare andare l’attrezzo cercando di scagliarlo più lontano possibile.
È obbligatorio tenere il giavellotto con una sola mano, pena l’annullamento della prova.
Non è necessario, invece, che il giavellotto si conficchi nel terreno ma deve comunque atterrare prima di punta e poi di coda. la lunghezza viene misurata dalla fine della pedana di rincorsa fino al segno più vicino lasciato dal giavellotto. Se il giavellotto atterra “piatto” il segno più vicino sarà la parte posteriore, ma spesso e volentieri il giudice dichiara nullo il lancio che atterra particolarmente parallelo al terreno.
Come per tutte le altre discipline di lancio tra i vari nulli abbiamo:
- Se l’atleta in pedana tocca con qualsiasi parte del corpo il terreno al di fuori della pedana.
- Se l’atleta non lascia la pedana dalla parte posteriore.
CONCLUSIONE
Come ben sappiamo l’atletica leggera raggruppa nel suo insieme diverse prove.
Nella prima parte del nostro articolo abbiamo parlato delle discipline di corsa e cammino nell’atletica leggera, dalle prove di velocità pura fino a quelli di resistenza.
La seconda parte invece ha avuto come focus le discipline di salto e lancio nell’atletica leggera.
Queste prove hanno come componente principale lo sviluppo della potenza del soggetto.
I salti uniscono l’espressione di forza degli arti inferiori con la velocità di traslazione del soggetto, tutto unito in un mix di abilità tecnica come il numero dei passi in pedana, il timing di spinta della gamba o l’abilità spazio-temporale nel muovere perfettamente il corpo per superare un ostacolo o coordinarlo con la restituzione elastica di un’asta.
Le prove di lancio sono invece delle vere e proprie competizioni di potenza degli arti superiori. Ovviamente la forza non è nulla senza il controllo e la destrezza corporea.
Non occorre solo imprimere potenza all’attrezzo, ma tutto il corpo deve essere mosso per sfruttare per accumulare potenza dagli arti inferiori e trasmetterla, tramite il tronco, all’attrezzo da lanciare.
Di netta importanza in tutte queste prove è la componente tecnica.
Anni e anni di allenamento per imparare il movimento perfetto del corpo, per imparare il tempo di salto, per imparare la corretta posizione delle mani o delle braccia in salto o in lancio.
Nell’ultimo articolo della serie completeremo il nostro percorso sull’atletica leggera.
Vedremo le gare miste, una fusione tra le prove di cammino, corsa, lancio e salto.
A cura del Dr. Corrado Galazzo
Revisione di Andrea Carioti –Atleta
SITOGRAFIA
Ogni riferimento è stato preso dal regolamento tecnico regionale della Federazione Italiana Atletica Leggera (Fidal); qui il link del regolamento: http://www.fidal.it/upload/files/Federazione_documenti/2016/Fidal_Reg-Tec2016.pdf