Alimenti sani e non sani: una dicotomia tossica, anche nello sportivo
In rete circolano una miriade di articoli, video, reel e storie sulla distinzione tra alimenti sani e alimenti da evitare.
Studiare l’alimentazione attraverso una distinzione così fuorviante e riduttiva, causa più danni che altro. Chi paga le spese di questo tipo di informazione è il consumatore finale, con il rischio di alimentare fake news sulla falsa idea che alcuni alimenti facciano bene in senso assoluto e molti altri facciano male. Si perde di vista ciò che conta realmente e cioé:
- quantità di consumo;
- frequenza di consumo.
La dieta di una persona è da analizzare nella sua globalità e qualsiasi alimento può avere effetti benefici così come innescare problematiche se consumato in eccesso. Inoltre è bene ricordare che l’alimentazione non può essere vista come una semplice sommatoria di nutrienti o di calorie, ma come un delicato intreccio di sostanze chimiche che portano a soddsfare sia i bisogni fisiologici sia i nostri bisogni emotivi.
La parola dieta, etimologicamente, significa “stile di vita”. Nel nostro stile di vita, se conosciamo le priorità della piramide alimentare, con un buon apporto di cereali integrali, frutta e verdura, una buona assunzione settimanale di legumi e un corretto apporto di prodotti di origine animale, possiamo concederci anche la “coccola” di mangiare la pizza e consumare qualche dolce, senza pensare che tutto questo sia sbagliato in senso assoluto. L’alimentazione è una questione di equilibrio. Tale equilibrio è garantito proprio da quella frequenza di consumo e da quel quantitativo introdotto raccomandato che viene omesso ogni volta che si parla di alimenti “buoni” e “cattivi”.
Dividere gli alimenti in sani e non sani è una dicotomia tossica che non ha senso di esistere, ma le ragioni del perché siamo portati a semplificare questioni così complesse è presto detto: aiuta le persone ad avere regole, ma con il rischio di innescare pregiudizi privi di fondamento scientifico.
Una persona sana, con una vita attiva e una dieta bilanciata, non deve preoccuparsi di escludere alimenti specifici, salvo allergie e intolleranze alimentari provate.
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Alimenti sani e non sani: è solo una questione di equilibrio
Conoscere le frequenze settimanali di consumo degli alimenti e le porzioni medie permette agli utenti di vivere serenamente la dieta in base al loro livello di attività fisica.
Ancora oggi si vive la dieta come privazione, con l’idea che la dieta sana sia composta da riso e pollo o, peggio ancora, gallette di riso e pesce magro scondito. Si associa il cibo sano con alimenti che hanno poco gusto, quando la realtà è ben diversa. Possiamo concederci di tutto con una priorità che è dettata da una piramide alimentare che prevede:
- frutta e verdura tutti i giorni;
- cereali integrali fino a 2-3 porzioni al giorno;
- legumi consumati da 2 a 4 volte a settimana.
Di fatto avere una buona rotazionalità alimentare di prodotti vegetali consente di avere l’intake di micro e macronutrienti necessari e con una corretta frequenza di consumo di prodotti di origine animale possiamo garantirci l’assunzione dei microelementi rimanenti, come:
- vitamina B12;
- ferro emico;
- creatina.
I concetti chiave senza cadere nella trappola delle diete
Perchè le diete inizialmente funzionano è presto detto: attraverso regole (a volte prive di basi scientifiche solide) impongono un deficit calorico.
Senza ricorrere alla dieta modaiola dell’anno, dobbiamo ricordare pochi e semplici passaggi, come descritto nelle linee guida:
- Più frutta, verdura, cereali integrali e legumi;
- meno alimenti ricchi di sale;
- controllo della quantità di grassi e maggior consumo di grassi mono- e poli-insaturi;
- controllo di prodotti ricchi di zuccheri;
- limitare il più possibile il consumo di bevande alcoliche.
Tali raccomandazioni non sono diverse tra sedentari e sportivi, ma cambiano semplicemente i quantitativi e le richieste caloriche.
Come detto inizialmente: è una questione di equilibrio.
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