Ipertrofia miofibrillare e sarcoplasmatica
Si sente parlare di ipertrofia, ma non possiamo trascurare le due principali forme di ipertrofia muscolare: l’ipertrofia miofibrillare e l’ipertrofia sarcoplasmatica.
Nel corso istruttore bodybuilding ne parliamo in maniera approfondita perché ci sono ancora molti dubbi sul come incentivare una rispetto all’altra dal punto di vista pratico, date le numerose domande che spesso siamo soliti ricevere dai corsisti. Ed è così che abbiamo creato un articolo per darvi una mano e concentrarci in aula sui casi più prettamente pratici.
Ipertrofia miofibrillare e sarcoplasmatica
Cosa s’intende con questi termini
L’ipertrofia è un fenomeno molto indagato da quasi tutti gli appassionati di sovraccarichi. L’ipertrofia, sia intesa per scopi puramente estetici, sia strumentalizzata per migliorare la propria performance sportiva, può essere ottenuta in diversi modi e si manifesta in due forme principali: ipertrofia sarcoplasmatica e ipertrofia miofibrillare.
L’aumento del volume muscolare è un fenomeno biologico che prevede l’aumento delle dimensioni delle cellule che compongono il tessuto muscolare. Questo ingrandimento porta, a sua volta, ad un aumento del diametro o della sezione trasversa del muscolo (Russel & Delara 2000). Essa è supportata dall’espansione degli elementi contrattili e della matrice extracellulare: infatti l’ipertrofia muscolare, oltre ad esser una reazione di adattamento biologico del corpo, avviene con l’aumento delle dimensioni delle proteine contrattili, come la miosina e l’actina, componenti stessi del muscolo (Schoenfeld 2010).
Quando si parla di iperplasia muscolare invece, ci si riferisce all’aumentare del numero delle fibre che compongono un muscolo. Ciò si verifica quando delle fibre di grandi dimensioni si dividono in fibre più piccole, oppure, quando le cellule satelliti si attivano per comporre una nuova matrice cellulare del muscolo. (Antonio & Gonyea 1994; Tamaki et al. 1992;).
I due differenti tipi di ipertrofia muscolare
L’ipertrofia può essere quindi di due tipi: ipertrofia miofibrillare e sarcoplasmatica
Ipertrofia miofibrillare
- Ipertrofia miofibrillare: incrementa la densità delle proteine contrattili che compongono la testa della miosina e i siti dell’actina, moltiplicando così i sarcomeri in parallelo e il numero delle miofibrille (Winkleman 1982). Questa prima tipologia è detta anche ipertrofia funzionale, poiché porta a una maggiore produzione di nuove proteine contrattili incrementando la forza espressa dal muscolo (Zatsiorsky et al. 2006).
Ipertrofia sarcoplasmatica
- Ipertrofia sarcoplasmatica: si assiste ad una maggiore presenza degli elementi non contrattili del muscolo, dovuta a un aumento del liquido (sarcoplasma) e del tessuto connettivo; è esclusa la crescita diretta delle proteine contrattili (Schoenfeld 2010). Questa seconda categoria è chiamata anche ipertrofia non funzionale, in quanto non comporta incrementi funzionali nelle capacità del muscolo, escluso un rafforzamento della capacità di accumulare metaboliti o risorse energetiche.Questa ipertrofia di riferisce maggiormente al sarcoplasma, cioè al citoplasma delle cellule muscolari e organuli contenuti al suo interno (MacDougall et al. 1982; Tesch 1988), al fine di rinforzare le strutture proteiche mediante una maggiore ritenzione del glicogeno muscolare e di altre sotto unità (Siff & Verkhoshansky 1999). Tale tipo di ipertrofia, se stimolata da lavori non massimali, non ha effetti positivi sulla forza muscolare: tuttavia migliora la capacità del muscolo di sopportare l’accumulo di metaboliti di scarto e di aumentare così, la sua efficienza (Zatsiorsky et al. 2006).
In conclusione possiamo dire che:
- l’ipertrofia miofibrillare si riferisce al materiale contrattile del muscolo;
- l’ipertrofia sarcoplasmatica si riferisce alla componente non contrattile.
Approfondisci con: falsi miti dello sport e dell’allenamento
Corso di principi dell’allenamento sportivo interamente online disponibile e visibile da ogni dispositivo!
BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
1. Antonio J & Gonyea WJ (1994). Muscle fiber splitting in stretch-enlarged avian muscle. Medicine and science in sports and exercise, 26(8), 973-977.
2. MacDougall JD, Sale DG, Elder GC & Sutton, JR (1982). Muscle ultrastructural characteristics of elite powerlifters and bodybuilders. European journal of applied physiology and occupational
physiology, 48(1), 117-126.
3. Russell B, Motlagh D & Ashley WW (2000). Form follows function: how muscle shape is regulated by work. Journal of Applied Physiology, 88(3), 1127-1132.
4. Schoenfeld BJ (2010). The mechanisms of muscle hypertrophy and their application to resistance training. The Journal of Strength & Conditioning Research, 24(10), 2857-2872.
BIBLIOGRAFIA – REFERENCES (parte 2)
5. Siff MC & Verkhoshansky YV (1999). Supertraining. Denver, Supertraining Institute, Colorado.
6. Tamaki T, Uchiyama S & Nakano S (1992). A weight-lifting exercise model for inducing hypertrophy in the hindlimb muscles of rats.Medicine and science in sports and exercise, 24(8), 881-886.
7. Tesch P (1988). Skeletal muscle adaptations consequent to long-term heavy resistance exercise. Medicine and Science in Sports and Exercise, 20(5 Suppl), S132-4.
8. Winkelman N (2009). Theoretical and practical applications for functional hypertrophy: development of an off-season strategy for the intermediate to advanced athlete. Professional strength and conditioning. Issue 16: 4-11.
9. Zatsiorsky VM et al (2006). Science and Practice of Strength Training. 2° Ed. Human Kinetics, p 48-52
Tag:allenamento