Codice Deontologico del Personal Trainer, esiste davvero?
Personal Trainer Codice Deontologico
Che cos’è il codice deontologico
Il codice deontologico è un codice di comportamento utile per delineare i principi chiave di una professione.
Il Codice deontologico del personal trainer: esiste davvero? Cerchiamo di scoprirlo
L’attività del personal trainer rientra in un ambito dove la preparazione è lasciata alla volontà del singolo a causa della mancanza di una normativa chiara che tuteli e regoli la professione.
Il personal trainer è spesso scelto più per il suo aspetto estetico ancor prima che per il suo grado di preparazione ed esperienza.
Vediamo quali sono i principi portanti che dovrebbero essere rispettati dai professionisti e che costituiscono lo scheletro di un codice deontologico.
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NON NUOCERE
La priorità è garantire la massima sicurezza ai clienti. La nostra figura si staglia nell’ambito preventivo e sarebbe un controsenso proporre allenamenti traumatici non configurati sul livello di preparazione fisica di chi alleniamo.
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VALUTARE LO STATO DI SALUTE
Un primo passo da compiere è accertare lo stato di salute dell’individuo, ponendo domande dell’ambito medico, onde evitare errori grossolani nella programmazione del lavoro fisico.
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CONOSCERE LA MATERIA
Vista la complessità del “sistema corpo” è necessario studiare con attenzione la fisiologia e la biochimica, evitando di proporre ai clienti metodiche che possono risultare controproducenti. Quest’ultimo punto è, ad esempio, motivo di discussione tra i cultori dell’estetica, dove si è affermata da diversi anni la convinzione che la pratica riesca a sopperire ampiamente alla teoria. Al di fuori della superficialità di tale affermazione, citiamo una frase di Leonardo Da Vinci: “Quelli che si innamorano di pratica senza scienza son come il nocchiere, che entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada”.
Competenza e professionalità del Personal Trainer
Essere dei bravi tecnici significa utilizzare le nozioni apprese in anni di studi ed esperienza per personalizzare il lavoro. L’errore più comune è credere che “se una metodica abbia funzionato su di noi” allora sia adatta per altri soggetti.
Ognuno di noi ha una sua storia e anche l’allenamento dovrà essere adattato in funzione dell’anamnesi iniziale. Spesso ci si dimentica che il personal trainer deve personalizzare e crea “un metodo personale” per tutti. Infatti in questo caso il fine è guadagnare con massima resa e minimo sforzo a discapito della sicurezza!
Non possiamo pensare che il Personal Trainer sia unicamente espressione fisica e per nulla formativa. È necessario apprendere le basi della medicina, della biologia, della fisiologia per comprendere come programmare efficacemente un determinato lavoro fisico preservando la salute del cliente. Tutti noi proveniamo dalle stesse regole della natura e le dobbiamo conoscere.
Consigliare senza essere tuttologi
Troppo spesso si ha l’idea di poter svolgere qualsiasi ruolo con i nostri clienti. Da quello di psicologo, nutrizionista, medico, fino a quello di amico. Questo non è indice di professionalità.
La nostra professione non è essere commercianti che vendono ogni qualsivoglia tipologia di beni. Il nostro deve essere un servizio serio che necessita della collaborazione di altre figure complementari a noi.
È nostro dovere pertanto indirizzare verso figure professionali che svolgono con meticolosità il loro mestiere.
Se il nostro cliente vuole una dieta o possediamo i titoli di studio per stilare un programma nutrizionale oppure sarà nostro dovere consigliare un collega abilitato nella mansione.
Se il nostro cliente ci descrive sintomi vari chiedendoci un “parere” di fatto ci sta invitando a fare una diagnosi. La diagnosi è in realtà un esclusivo compito dei medici. Il rischio è di fare del male al nostro cliente solo per “fare gli amici”…
Dobbiamo uscire dall’idea di poter essere dei tuttologi. La collaborazione tra figure professionali permette di raggiungere più efficacemente l’obiettivo.
Consigliare altre figure professionali ci renderà più credibili nella nostra materia attribuendoci serietà e autorevolezza.
Coloro che denigrano altre figure professionali con l’idea che non siano preparati a priori, non giustifica all’abusivismo e l’auto-elezione a maestri e professionisti di una data materia. In tutti i campi esistono più o meno bravi professionisti e così anche nel nostro!
Ad esempio è tipico incontrare Personal Trainer che prescrivono diete senza avere titoli, abilitazione ed esperienza, auto-giustificando la loro azione perché, sempre a parere loro, “esistono alcuni Nutrizionisti e Dietologi poco preparati/aggiornati“. È una forma di disonestà intellettuale e spieghiamo il perché…
Il personal trainer e il codice deontologico: partiamo dal principio
Il nostro mondo è fatto di relazioni. Ci sembra strano che un esperto di relazioni come il Personal Trainer non sia in grado di attivare una collaborazione con un altro professionista. Ci sembra strano che non esistano professionisti preparati a dovere con cui collaborare. Sono pretesti per raggiungere più velocemente il guadagno e non tengono conto di alcun principio etico.
Investiamo un po’ del nostro tempo e scegliamo bene i nostri collaboratori, non è difficile.
Potremmo obiettare che il costo finale, in termini economici, si elevato per il cliente. In realtà potrà essere vero, ma il costo su cui si risparmia è la salute! Risparmieremmo sulla nostra salute affidandoci a soggetti che non hanno la minima idea degli effetti a lungo termine di alimentazioni monotone oppure integrazioni inutili? Pensiamoci.
Facciamo una riflessione per capire meglio il fenomeno. Vi siete mai chiesti perché parecchi Personal Trainer nella scheda di allenamento scrivono giustamente il loro nome, cognome, titoli vari e specializzazioni, e-mail e numero di telefono, poi quando consegnano la famosa scheda dei “consigli alimentari” non c’è più traccia di chi l’ha redatta? A malapena è scritto il nome a cui sono rivolti questi “programmi alimentari”. Semplicemente dietro a ogni anonimato, in cui non c’è un reale rischio per la propria vita, si cela una forma di disonestà intellettuale ai soli fini economici.
Infatti avete mai sentito le scuse incredibili di questi sedicenti esperti di alimentazione? “Tutti fanno così in questo ambiente” oppure “è un modo di educare i propri clienti” e ancora “ci sono cose peggiori che tutti fanno”. Insomma quando non si hanno argomenti validi e seri, si cerca di sviare l’attenzione su altro trovando scuse e pretesti, ovviamente sentendosi con la coscienza a posto.
Ripetiamo, non affidandoci a soggetti che non hanno la minima idea degli effetti a lungo termine di alimentazioni monotone oppure integrazioni inutili. Pensiamoci ancora.
Pertanto fino a quando la legislazione in materia di alimentazione non sarà aggiornata con l’introduzione di nuovi criteri è doveroso rispettarla.
Chi valuta l’operato di un professionista?
Il giudizio sull’operato di un professionista ha senso se è fornito almeno da un gruppo di altri professionisti della stessa categoria. Altrimenti si cade ancora nella disonestà intellettuale. Infatti per molte professioni esistono degli Albi che non solo tutelano, ma sorvegliano ed eventualmente sanzionano l’operato dei loro iscritti in base a un determinato codice deontologico.
Quindi per giudicare l’operato di un ingegnere ci vogliono “altri ingegneri”. Un neurologo che valuta l’operato di un architetto ha davvero poco senso e, ripetiamo, è disonesto intellettualmente.
Quindi non giudichiamo per trovare un pretesto ad operare in ambiti non permessi, ma piuttosto ricerchiamo il professionista con cui collaborare dell’ambito che ci è utile: è un investimento a lungo termine, ma paga sempre.
Quali sono i punti del codice deontologico di un personal trainer?
- AGGIORNARSI. Qualsiasi titolo di studio si possieda, laurea o diploma di un corso di formazione, è indispensabile per noi rimanere aggiornati. Infatti il nostro lavoro cambia nel corso del tempo poiché la scienza va avanti e può stravolgere completamente le conoscenze apprese pochi anni fa. A tal proposito è fortemente sconsigliabile affidare il proprio aggiornamento ai finti guru che circolano nel mondo dei social network. Quindi scegliamo corsi credibili e impariamo a leggere riviste ad alto impatto scientifico in modo critico, poiché non tutte le ricerche scientifiche hanno lo stesso peso in termini di attendibilità.
- MOTIVARE. È importante garantire una corretta motivazione ai nostri clienti, formulando sempre frasi propositive, evitando l’utilizzo di feedback che possono con il tempo demotivare e portare all’abbandono dell’attività. È più importante concentrarsi su persone che di natura non svolgerebbero nessuna forma di attività fisica piuttosto che su clienti che già per natura sono soggetti attivi.
- INFORMARE. Il cliente deve essere sempre aggiornato sul percorso che sta svolgendo con il trainer, evitando di far emergere titubanze nello svolgimento di un certo programma di allenamento. Tutto ciò che svolgiamo con i nostri clienti deve essere programmato con criterio. Se un percorso richiederà un certo tempo, è doveroso informare il cliente delle tempistiche previste.
Questi principi sono racchiusi in un acronimo inglese: M.A.T.E.R. Si potrebbe considera il codice deontologico del personal trainer.
Ebbene ogni figura professionale del nostro mondo dovrebbe affidarsi a questi dettami.
Il codice deontologico è la legge che il professionista dovrebbe rispettare, in ogni occasione.
A cura del Dr. Giulio Merlini e del Dr. Stefano Murisengo
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