Arfid: il disturbo restrittivo sull’assunzione di cibo
Arfid: disturbo restrittivo sull’assunzione di cibo
Una nuova malattia colpisce soprattutto il genere maschile: si chiama Arfid, cioé Avoidant Restrictive Food Intake Disorder, inserita nel 2013 nel manuale diagnostico degli psichiatri il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders).
Il tema dei disturbi del comportamento alimentare viene poco approfondito anche nei corsi di aggiornamento. Per tale ragione è necessario, per chi è un professionista della nutrizione o della nutrizione sportiva, avvicinarsi a tematiche come queste.
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Arfid: che cos’è
E’ un disturbo che porta con sé il terrore per il cibo: paura di non digerire, paura di soffocare oppure semplicemente la paura per la consistenza, l’odore e il gusto dell’alimento incriminato.
Una nuova patologia che colpisce molti bambini e può presentarsi dai 2-3 anni di vita fino all’adolescenza. Anche gli adulti possono esserne colpiti e oggi si sta cercando di indagare su quali siano le ragioni che “spingono” alcuni ad una eccessiva selezione degli alimenti.
Non si conosce con precisione l’eziologia di questo disordine, ma non deve essere confusa con l’anoressia. A differenza di quest’ultima infatti, chi è affetto da Arfid non rifiuta il cibo per una distorsione della propria immagine corporea o per la ricerca ossessiva della forma estetica nella magrezza estrema, ma piuttosto per una forma di paura!
Come in molti disturbi del comportamento alimentare, anche l’Arfid conduce alla perdita di peso e malnutrizione, con la conseguenza di dover ricorrere all’utilizzo di integratori alimentari.
Attenzione con i metodi “fai da te” nel trattamento della patologia! Infatti è consigliabile avvalersi di uno psicologo o di un psichiatra per trovare le soluzioni più adeguate per ogni caso specifico.
Molti genitori, preoccupati per la sorte dei loro figli, iniziano ad utilizzare metodi coercitivi per far assumere alimenti, ma spesso aggravando il quadro clinico. Al contrario si possano presentare casi in cui la famiglia diventi esageratamente accondiscendente nelle richieste del figlio e questo può portare ad un esito negativo nel trattamento di tale disturbo, se non ad un suo peggioramento.
Pertanto, ripetiamo: consigliamo qualora si dovesse presentare il sospetto di Arfid, di avvalersi di uno specialista.
Un po’ di storia
Nel 1992 Lask e Bryant-Waugh individuarono dei pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare senza che avessero i classici disturbi dell’anoressia nervosa.
Finalmente nel 2002 Watkins e Lask espansero la classificazione dei disturbi del comportamento alimentare introducendo quello che porta ad “evitare il cibo”.
Si riuscì presto a notare che molte persone affette da Arfid avevano tratti particolari: come la presenza di ansia, di sintomi gastro-intestinali e di allergie. Queste condizioni a loro volta li portavano a limitare l’assunzione degli alimenti, con la convinzione che fossero la causa del loro male.
Arfid: implicazioni sociali e trattamento
I disturbi del comportamento alimentare tendono a ripercuotersi sulla sfera sociale, manifestandosi attraverso la depressione e i disturbi dell’attenzione associati ad iperattività.
Il trattamento deve essere multidisciplinare con la partecipazione di diversi professionisti: dallo psicologo al nutrizionista. Queste due figure dovrebbero collaborare per fornire un’assistenza “a tutto tondo” per trovare la strategia più consona.
Il successo del trattamento nutrizionale e comportamentale dipende soprattuto da quanto tempo il paziente è affetto da Arfid. Proprio per questa ragione è fondamentale individuare tempestivamente il problema.
A volte, il trattamento risulta ritardato per la difficoltà da parte delle famiglie di identificare il disturbo. Un figlio che mangia meno e si rifiuta di assumere determinati alimenti, spesso, non desta la preoccupazione che meriterebbe, questo aggraverà il quadro fisiopatologico.
Conclusioni finali
Parlare di disturbi del comportamento alimentare non è mai semplice.
L’Arfid è una patologia “nuova” e pertanto non è molto conosciuta dalle famiglie che hanno un figlio affetto da tale disturbo. Inoltre sono necessari ulteriori studi e una maggior informazione che possa diffondere la consapevolezza di un disturbo ancora da indagare a pieno.
A cura del Dottor Giulio Merlini
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BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
- Zimmerman J, Fisher M (2017). Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder (ARFID). Curr Probl Pediatr Adolesc Health Care; 47(4): 95-103.
Tag:dieta e salute
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