Asse ipotalamo ipofisi surrene (HPA) – Le guide Corebo
L’ asse ipotalamo ipofisi surrene (HPA) è importante per la sua funzione nell’adattamento allo stress, nel bilancio idrico e nel controllo della pressione del sangue.
Asse ipotalamo ipofisi surrene: come funziona
A livello ipotalamico vengono prodotti il corticotroping releasing hormone (CRH) e l’arginine vasopressin (AVP) o ormone antidiuretico (ADH) che stimolano la produzione dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH) da parte dell’ipofisi anteriore.
Inoltre, l’ACTH ha un’emivita di 15-20 minuti e raggiungendo le ghiandole surrenali le stimola a produrre cortisolo.
Da queste prime righe si capisce come gli organi bersaglio siano le ghiandole surrenali, le quali nel meccanismo di regolazione dell’asse ipotalamo ipofisi surrene presentano due caratteristiche:
- Un feedback negativo corto sull’ACTH ipofisario;
- Un feedback negativo lungo su CRH e AVP.
Nel primo caso la regolazione è diretta mentre nel secondo caso è presente un’ulteriore mediazione del sistema ipotalamo-ipofisario.
Nell’immagine di seguito riportata è riassunta in modo semplice il sistema di regolazione dell’asse ipotalamo ipofisi surrene.
Asse ipotalamo ipofisi surrene: le ghiandole surrenali
Le ghiandole surrenali producono sia ormoni steroidei che ormoni non steroidei. Infatti, il surrene è diviso in due parti:
- La corticale del surrene che produce ormoni glicorticodi, ad esempio mineral corticoidi e androgeni;
- La midollare del surrene che produce ormoni non steroidei come: adrenalina, noradrenalina e dopamina.
Ancora, la corticale del surrene è suddivisa in 3 zone: glomerulosa, fascicolata e reticolare. Ognuna di queste produce differenti ormoni.
Asse ipotalamo ipofisi surrene: l’azione degli ormoni
Ricordiamo che gli ormoni steroidei hanno tutti una molecola comune di partenza: il colesterolo.
L’azione dei glucocorticoidi (il principale è il cortisolo la cui produzione fisiologica è 15-20 mg al giorno)regola l’omeostasi dell’organismo, quindi sono fondamentali per la vita stessa.
L’azione sul metabolismo glucidico, lipidico e proteico
I glucocorticoidi aumentano i livelli di glucosio nel sangue, infatti a livello del fegato stimolano la gluconeogenesi.
Ancora, si ha un’inibizione periferica (nei muscoli e nel tessuto adiposo) dell’utilizzo del glucosio e nel muscolo si presenta un’inibizione della sintesi proteica e un effetto catabolico.
Inoltre, nel tessuto adiposo si ha la liberazione di glicerolo e acidi grassi, che in acuto è un meccanismo buono per mettere a disposizione energia. Al contrario, in condizioni di stimolo cronico e nel lungo termine si svilupperanno malattie come l’insulino resistenza e il diabete.
Altri effetti del cortisolo
Il cortisolo può inibire la risposta del sistema immunitario, e influenzare il sistema neuropsichico con effetti legati a labilità emotiva, ansia e disturbi di memoria
Inoltre, inibendo il riassorbimento del calcio a livello intestinale si possono sviluppare fenomeni di osteoporosi
Infine, una curiosità sul cortisolo che potrebbe avere ricadute sull’aspetto estetico della pelle. Infatti, a livello del tessuto connettivo cutaneo c’è un rallentamento della crescita delle cellule epidermiche e riducendo la produzione di collagene.
L’azione dei mineralcorticoidi
L’effetto dei mineralcorticoidi è dovuto principalmente all’aldosterone.
Questa molecola agisce sulle cellule del tubulo distale del rene e determina il riassorbimento del sodio.
Di conseguenza si ha un aumento del volume circolante di liquidi con un aumento della pressione. Insomma, si verifica una situazione di ipertensione.
Le malattie legate all’asse ipotalamo ipofisi surrene
Le principali malattie legate all’ asse ipotalamo ipofisi surrene sono la sindrome di Cushing e il morbo di Addison.
La sindrome di Cushing
La sindrome di Cushing è dovuta da un iper-corticosurrenalismo ovvero ad un aumento dei livelli di glucocorticoidi circolanti.
Infatti, la causa è legata all’eccesso di ACTH ed in particolare la patologia si manifesta a livello ipotalamo-ipofisario. Però, a volte l’origine non è ipofisaria, infatti i tumori polmonari possono produrre ACTH.
Inoltre, esiste una forma di sindrome di Cushing detta iatrogena, ovvero da una causa esterna, come da assunzione cronica di cortisone.
Gli effetti sull’organismo della sindrome di Cushing sono: lipolisi del tessuto adiposo, arti sottili, insulino resistenza, rimodellamento osseo, facilità alle infezioni e ipertensione. Ancora, possono manifestare, virilismo, irsutismo, fragilità cutanea, gibbo, strie rubre, smagliature che non schiariscono, acne e perdita di capelli.
La terapia dipende dall’età e dalle condizioni del soggetto, l’obiettivo è rimuovere le cause senza danneggiare le funzioni dell’ipofisi. Inoltre, non sono esclusi interventi chirurgici, radioterapie e cure palliative.
Il morbo di Addison
Il morbo di Addison, al contrario della sindrome di Cushing, è dovuto ad un ipo-corticosurrenalismo, ovvero ad uno scarso funzionamento delle ghiandole surrenali.
In realtà questa malattia è identificata come tale solo quando la sua origine è principalmente surrenalica, sebbene esista una forma cosiddetta di tipo secondario dovuto ad un mal funzionamento ipofisario.
Il morbo di Addison ha per l’80% dei casi un’origine autoimmune, mentre nel 20% dei casi è conseguenza della tubercolosi infettiva. Infatti, esiste un’insufficienza surrenalica secondaria dovuta alla terapia cronica di cortisone.
Gli effetti sull’organismo del morbo di Addison sono astenia, debolezza, anoressia, calo ponderale, ipotensione, vertigini, sete, ipoglicemia e iperpigmentazione delle gengive e delle pieghe delle mani.
In questo caso la terapia è di tipo sostitutiva, quindi con la somministrazione di farmaci dietro controllo medico.
Di seguito è riportata un’immagine con una tabella che compara le due sindromi.
Con questo articolo terminata la quinta lezione sugli ormoni, nel prossimo tratteremo l’asse ipotalamo ipofisi tiroide. Una delle sue funzioni, ad esempio, è l’interazione nel controllo della termogenesi per la regolazione della temperatura corporea.
A cura del Dottor Stefano Murisengo
Disclaimer: Le informazioni del presente articolo sono esclusivamente di tipo informativo e divulgativo, rivolgetevi sempre a personale medico per le diagnosi e le terapie delle malattie.
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BIBLIOGRAFIA – APPROFONDIMENTI:
- Lenzi A., Lombardi G., Martino E., Trimarchi F., Endocrinologia e attività motorie, 2008, Edra S.p.A.
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