Attivazione mentale, la verità alla base del “No Pain No Gain” – Quarta Parte
No Pain No Gain: l’attivazione mentale
No Brain No Gain: utilizzare la nostra mente come fonte di miglioramento fisico
La fatica è un’emozione! E come tutte le emozioni può essere gestita più o meno con razionalità. Ma come? Utilizzando durante gli allenamenti una buona attivazione mentale.
In questo articolo analizzeremo una ricerca di Slimani e colleghi dove sono stati monitorati 50 kickboxer professionisti sottoposti a di 12 settimane di allenamenti con i sovraccarichi (Slimani et al, 2016).
La Kickboxing è uno sport con una grande componente cognitiva in quanto l’atleta deve possedere un elevato livello di tolleranza del dolore. Nello studio di Slimani e colleghi un gruppo è stato sottoposto ad allenamenti fisici associati all’attivazione mentale attraverso la motivazione e l’auto incoraggiamento, mentre un secondo gruppo è stato sottoposto solo ad allenamenti fisici (Slimani et al, 2016).
Attivazione mentale e allenamento
La componente mentale durante un allenamento riveste un ruolo molto importante. Infatti i soggetti che associano al training fisico anche quello mentale ottengono maggiori incrementi di forza sia nella panca che nel mezzo squat.
Nel gruppo che utilizzava l’attivazione mentale si è riscontrata una frequenza cardiaca ridotta, una migliore pressione cardiaca e un miglior rapporto testosterone/cortisolo, sebbene questi miglioramenti derivassero dai miglioramenti indotti dall’allenamento fisico (Slimani et al, 2016) )
I livelli di cortisolo sono stati maggiori nel gruppo di formazione mentale a causa dell’alta concentrazione cognitiva che aumenta i livelli di stress, al contrario del gruppo che nelle pause dell’allenamento poteva svagarsi.
Ne consegue che l’attivazione mentale possa migliorare la capacità dei soggetti di concentrarsi durante il training migliorando le prestazioni nel lungo periodo. Sebbene l’auto incoraggiamento sia efficacie al fine della prestazione, la visualizzazione di immagini mentali di vittoria non sostituisce l’allenamento fisico.
Quali sono le modalità di auto visualizzazione?
La forma migliore di auto visualizzazione con effetto positivo è quella in cui l’atleta immagina se stesso. Infatti egli deve concentrarsi sulla sensazione provata quando si compie l’attività con successo. Più si rievocano dettagli fisici e emozionali più sarà efficace l’attivazione mentale (Wakefield & Smith, 2012). Al contrario risulterebbe sconsigliato osservare gli altri atleti che eseguono gli esercizi (Yao et al, 2013).
L’auto motivazione inserita tra il recupero dei set è di facile applicazione e alla portata di tutti con effetti immediati. Infatti questo eviterebbe di distrarre l’atleta mantenendo il focus su ciò che deve fare.
Dal punto di vista fisiologico nel breve periodo il livello di stress aumenta, ma influenzerebbe poco il rapporto testosterone/cortisolo rimanendo in linea con i livelli ottimali per la prestazione.
Per quanto riguarda i risvolti pratici nel mondo del fitness e del bodybuilding vi consigliamo la lettura “Attivazione Muscolare e Connessione Mente-Muscolo” e “La Tensione Continua, uno dei capisaldi dell’allenamento per l’ipertrofia”.
A cura del Dottor Corrado Galazzo
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BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
- Slimani M, Taylor L, Baker JS, Elleuch A, Ayedi FM, Chamari K & Chéour F (2016). Effects of mental training on muscular force, hormonal and physiological changes in kickboxers. J Sports Med Phys Fitness.
- Yao WX, Ranganathan VK, Allexandre D, Siemionow V & Yue GH (2013). Kinesthetic imagery training of forceful muscle contractions increases brain signal and muscle strength. Frontiers in human neuroscience, 7.
- Wakefield C & Smith D (2012). Perfecting practice: Applying the PETTLEP model of motor imagery. Journal of Sport Psychology in Action, 3(1), 1-11.
Tag:allenamento
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