Attività fisica nei bambini: quanta per restare in salute
La salute dei bambini è strettamente correlata alla quantità di movimento che fanno durante la giornata.
Prevenire è meglio che curare
Una frase che sentiamo e ripetiamo spesso ma che, purtroppo, applichiamo concretamente poche volte.
Una situazione a cui prestiamo poca attenzione per la prevenzione è, senza dubbio, il movimento fisico collegato alla salute dei bambini e futuri adulti.
Il quadro generale non è dei migliori.
No, non siamo esageratamente pessimisti. Adesso vi illustreremo quale e quanta dovrebbe essere l’attività fisica da svolgere per i bambini e ragazzi e successivamente andremo ad inquadrare qual è la situazione sul territorio italiano.
Attività fisica nei bambini: quanta dovrebbe essere per restare in salute
La fascia di età tra i 5 e i 17 anni
Questi dati sono stati emanati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), e affermano che:
• Bambini e ragazzi di età compresa fra i 5 e i 17 anni dovrebbero compiere giornalmente almeno 60 minuti di attività fisica di intensità variabile fra moderata e vigorosa.
• Lo svolgimento di attività fisica superiore ai 60 minuti fornisce ulteriori benefici per la salute.
• La maggior parte dell’attività fisica quotidiana dovrebbe essere aerobica. Attività di intensità vigorosa, che comprendano quelle che rafforzano muscoli e ossa, dovrebbero essere previste, almeno tre volte la settimana.
• Le attività da proporre a bambini e ragazzi dovrebbero supportare il naturale sviluppo fisico, essere divertenti e svolte in condizioni di sicurezza
L’attività fisica non va confusa con lo sport.
Per “attività fisica” si intende qualunque movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici utilizzando energia; questa definizione comprende lo sport, l’esercizio fisico e altre attività come giocare, camminare, andare in biciletta.
Inoltre l’attività fisica è ormai risaputo e confermato da molti studi scientifici su quanto aiuti la concentrazione e migliori il rendimento scolastico.
Attualmente l’inattività fisica è identificata a livello globale come il quarto più importante fattore di rischio per la mortalità. In molti Paesi i livelli di inattività fisica stanno aumentando, con importanti ripercussioni sulla prevalenza delle malattie non trasmissibili e sullo stato di salute generale della popolazione di tutto il mondo.
Sulla teoria andiamo fortissimi, ma sulla pratica un po’ meno.
La situazione italiana
Partiamo dal dato forse peggiore, l’Italia è l’unico stato europeo a non avere un professore (laureato Scienze Motorie) di ruolo per Educazione motoria.
Sì, avete letto bene: l’unico stato europeo.
In un periodo della vita fondamentale per lo sviluppo motorio dei bambini è assente una figura specializzata e di conseguenza viene a mancare un programma ben strutturato che possa accompagnare nella crescita i bambini dalla prima alla quinta elementare, insegnando loro pilastri essenziali come per esempio:
- la propriocezione e il concetto di sé nello spazio;
- la coordinazione;
- la rapidità.
Personalmente, grazie a dei progetti esterni, mi è capitato di insegnare in diverse scuole primarie nella provincia di Torino, con bambini di quarta e quinta elementare. È stato molto triste vedere quanto ampio sia il gap motorio tra bambini che praticano sport extracurriculari e bambini che oltre alle ore a scuola non fanno nessun tipo di attività fisica.
Difficoltà preoccupanti anche nei movimenti che per un bambino di 8-10 anni dovrebbero essere naturali come la corsa o fare una capovolta (o come la chiamano tutti: “capriola”).
Tralasciando le capacità coordinative assenti, manca il fattore principale che l’Oms specifica chiaramente nel primo punto, ovvero ogni bambino/ragazzo tra i 5 e i 17 anni dovrebbe fare 60 minuti di attività fisica di intensità moderata/vigorosa ogni giorno!
Considerando che non tutte le famiglie possono permettersi di far praticare sport ai loro figli, mentre chi lo pratica, raramente lo fa tutti i giorni, la scuola, essendo il luogo frequentato da tutti i bambini e ragazzi, dovrebbe garantire i minuti di attività fisica giornaliera stabiliti dall’Oms. Purtroppo le ore di educazione motoria a scuola sono soltanto 2 alla settimana.
Poca attenzione alla prevenzione
Ricollegandoci alla frase iniziale, se prevenire è meglio che curare, sulla prevenzione non andiamo benissimo e siamo sempre più costretti a curare.
D’altronde se la mancanza di movimento in un bambino in futuro si tradurrà in difficoltà psico-motorie, nell’immediato se la situazione è aggravata da una cattiva alimentazione ricca di zuccheri, il risultato sarà un peggioramento della già complicata percentuale di obesità infantile italiana. Infatti l’Italia è uno dei paesi europei con le percentuali peggiori. Essere sovrappeso/obeso già da bambino espone la futura persona adulta ad un rischio maggiore d’insorgenza di patologie rischiose per la salute.
COSA FARE per l’attività fisica nei bambini
Nei prossimi articoli di questa rubrica dedicata al movimento dei bambini e ragazzi vi spiegheremo quali sono le attività più corrette per lo sviluppo armonico del corpo e delle sue capacità, mantenendo un ottimo stato di salute.
Oltre che ad analizzare un altro fattore di rischio che riguarda maggiormente la fascia di età 12/17, ovvero l’abbandono delle attività sportive e cosa si può fare per ridurre questo fenomeno.
Nel frattempo rimanete in movimento.
A cura del Dr. Pietro Raniello
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