Cellulite: la guida completa alle cause e ai rimedi
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Cellulite: la guida completa
[Articolo aggiornato al 29 aprile 2023]
La cellulite: che cos’è?
La cellulite è un’alterazione dell’aspetto della pelle di alcune zone del corpo, come ad esempio la regione dei glutei oppure delle cosce (Piérard G et al, 2000). Il suo vero nome è panicolopatia edemato-fibro-sclerotica, ma spesso è chiamata comunemente “pelle a buccia di arancia”.
Il termine cellulite trova origine nella letteratura medica francese di metà ‘800 (Scherwitz & Braun‐Falco, 1978), ma iniziò a far parte ufficialmente delle espressioni tipiche delle discipline sanitarie solo all’inizio del 1900. Sebbene durante i primi anni venisse trattata come una malattia, attualmente non è considerata una vera e propria patologia, infatti non è causa di morte oppure della perdita di funzioni (Lotti et al, 1990).
Oggi, però, la cellulite rimane una preoccupazione estetica per un gran numero di soggetti, infatti circa l’80% delle donne, superata la fase puberale, presenta questo problema. (Draelos, 2001).
Non esiste una vera causa di comparsa della cellulite, come non esiste un vero e unico rimedio (o presunto tale) per trattarla. In questo articolo cercheremo di dare una visione d’insieme, di descrivere le cause e le possibili soluzioni da adottare per attenuarla, per rispondere alle domande più frequenti che vengono poste nei corsi di allenamento al femminile e in tutti i corsi per istruttrici di fitness.
La cellulite è dovuta ai depositi di grasso localizzati nello strato sottocutaneo della pelle. Questi depositi sono caratterizzati da piccoli accumuli irregolari di grasso che aumentano la pressione sul tessuto connettivo generando un’alterazione della topografia cutanea (Friedmann et al, 2017).
Essa può manifestarsi in tutte le aree del corpo del tessuto adiposo sottocutaneo, anche se si presenta maggiormente su cosce e sui glutei (Scherwitz & Braun‐Falco, 1978). Inoltre può colpire entrambi i sessi e sembrerebbe collegata a fattori ormonali. Ad esempio nella produzione di una maggiore quantità di estrogeni, come accade nella donna senza distinzioni di etnia (Friedmann et al, 2017; Draelos, 2001).
Al contrario negli uomini la cellulite è presente in percentuali ridotte (Draelos & Marenus, 1997) e si manifesta nei soggetti con carenze di androgeni. Ad esempio nella sindrome di Klinefelter, nell’ipogonadismo, negli stati di post-castrazione o in quei pazienti che ricevono terapia estrogenica per la cura del carcinoma prostatico (Friedmann et al, 2017).
La cause della cellulite
Altri fattori come il ciclo mestruale, gli sbalzi ormonali, la gravidanza e la maggior presenza di grasso, aumentano nella donna il rischio di manifestare la cellulite (Friedmann et al, 2017). L’aspetto ormonale però non rappresenta l’unica causa e non ha correlazione diretta con la presenza della panicolopatia.
La cellulite ha cause multifattoriali che alterano il tessuto sottocutaneo nella sua tensione tissutale, con una maggior infiammazione e con anomalie nella circolazione sanguigna (Piérard, 2005).
Nürnberger e Müller hanno affermato che le prime cause della cellulite sono riscontrabili nella quantità di grasso accumulato e nell’indebolimento della struttura sottocutanea (Nürnberger & Müller, 1978). Seguono le alterazioni nella microcircolazione vascolare e linfatica e infine l’infiammazione cronica del tessuto stesso (Nürnberger & Müller, 1978).
Lo studioso Avram ipotizza l’esistenza di quattro cause che spiegano l’insorgenza della cellulite (Avram, 2004).
- L’architettura della pelle dimorfica;
- Le alterazioni del tessuto connettivo;
- Le alterazioni vascolari;
- L’infiammazione del tessuto.
Per semplicità analizziamo le ultime tre nel dettaglio.
Il Tessuto connettivo alterato
Esistono delle leggere differenze strutturali nei depositi del grasso sottocutaneo tra l’uomo e la donna. Queste differenze fanno sì che i tessuti connettivi vengano modificati, creando degli avvallamenti differenti.
Nurnberger e Muller affermano che si creano degli “accumuli di grasso” denominati “ernie di grasso” che modificano il tessuto sottocutaneo (Nürnberger & Müller, 1978). Queste “ernie di grasso” sono state rilevate tramite l’utilizzo di immagini a ultrasuoni, e risultano essere caratteristiche dell’anatomia femminile oppure dell’eccesso di estrogeni (Salter et al, 1993).
Anche uno studio del 2000 conferma queste modificazioni della micro-architettura dei tessuti connettivi in soggetti con cellulite (Piérard G et al, 2000).
Al contrario Pierard e collaboratori non hanno trovato alcuna connessione tra l’accumulo o l’estensione di queste “ernie di grasso” con la cellulite (Piérard G et al, 2000).
Sebbene la cellulite porti ad alterazioni della miocro-architettura questa condizione non è un carattere distintivo (Piérard G et al, 2000). Sembrerebbe che numerose donne mostrassero una pelle sana, ma con l’applicazione della pressione la cellulite risultava evidente. Questo fenomeno si chiama “cellulite incipiente” (Piérard G et al, 2000).
Infine la persistenza della cellulite dipende dalle modificazioni dell’orientamento delle fibre del collagene che deve creare spazio alle “ernie di grasso” (Piérard G et al, 2000).
La minore circolazione sanguigna
I cambiamenti ormonali e l’aumento degli estrogeni possono indebolire i tessuti connettivi che circondano le cellule adipose. Questo fenomeno favorisce una minore vascolarizzazione di alcune zone che sono già geneticamente predisposte. Di conseguenza la minore circolazione sanguigna riduce la capacità del corpo di ossidare e utilizzare i grassi a scopo energetico.
Curri e Bombardelli sostengono che la cellulite deriva da un processo di deterioramento della vascolarizzazione cutanea (Curri & Bombardelli, 1994).
Questo fenomeno si manifesta a causa delle alterazioni delle arteriose pre-capillari delle aree colpite, in associazione al deposito di “glicosaminoglicani iperpolimerizzati” (GAG) nella parete dei capillari stessi e all’interno dei tessuti connettivi, tra collagene e elastina (Curri & Bombardelli, 1994).
Di conseguenza aumenta la pressione capillare e interstiziale, dovuta a una minore permeabilità capillari-vene, con un aumento della ritenzione idrica. Inoltre la compressione dei vasi diminuisce il ritorno venoso causando una maggiore ipossia tissutale (Rossi & Vergnanini, 2000).
Questi due fenomeni associati a diete ricche di carboidrati, all’aumento della lipogenesi e della prolattina (probabilmente causato da un eccesso di estrogeni) stimolano la crescita degli adipociti. (Rossi & Vergnanini, 2000). In questo modo gli adipociti aumentano di dimensione e di compatezza comprimendo i tessuti circostanti. Nel tempo il quadro di congestione vascolare e ipossia peggiora creando il classico aspetto da cellulite (Rossi & Vergnanini, 2000).
Anche lo studio di Lotti e colleghi conferma questa condizione legata ad un maggior accumulo di GAG, all’edema locale e alle modifiche strutturali. (Nürnberger & Müller, 1978).
L’infiammazione
L’infiammazione cronica può svolgere un ruolo centrale nella presenza di cellulite (Friedmann et al, 2017).
Kligman sostiene che la cellulite cronica può essere accompagnata da un’infiammazione locale. Questa infiammazione altera il tessuto locale, i linfociti e i macrofagi, provocando adipolisi e atrofia cutanea (Rosenbaum et al, 1998). Occorre però precisare che tutto ciò si verifica quando l’infiammazione è cronica. Ad esempio con l’esercizio fisico aerobico locale ad alta soglia, come lo spinning condotto giornalmente. Al contrario presenta un impatto minore se in acuto come nell’esercizio fisico breve e intenso.
Per questo Emanuele e colleghi ipotizzano come la modulazione dell’adiponectina, un ormone con che regola alcuni processi metabolici, anti-infiammatori e vasodilatatori, può svolgere un ruolo principale per quanto riguarda la cura della cellulite (Emanuele et al, 2011).
Tuttavia altre ricerche, mirate alla diminuzione dell’infiammazione locale o della adipolisi nei pazienti con cellulite, non mostrano alcuna correlazione tra i due fattori (Scherwitz & Braun‐Falco, 1978; Nürnberger & Müller, 1978; Piérard et al, 2000).
Le diverse classificazioni della cellulite
La classificazione della cellulite di Nürnberger & Müller
La prima scala clinica di classificazione della cellulite fu proposta da Nürnberger e Müller nel 1978 (Nürnberger & Müller, 1978), che la suddivide in 3 gradi: lieve, moderata e grave.
- Primo grado: pelle liscia a riposo, è clinicamente inapparente. E’ facilmente reversibile o curabile;
- Secondo grado: mostra un aspetto a buccia d’arancia. Clinicamente è inapparente, ma le fossette o le depressioni diventano evidenti con la pinzatura della pelle o con la contrazione muscolare;
- Terzo grado: ha le stesse caratteristiche del secondo grado con fossette o depressioni evidenti anche a riposo. Questa condizione è quella più difficile da curare.
La classificazione della cellulite di Hexsel e colleghi
Un altro metodo per classificare la cellulite fu sviluppato da da Hexsel e colleghi (Hexsel et al, 2009). La classificazione della gravità della cellulite (CSS) si basa su un punteggio numerico, da 0 a 3, definito attraverso la valutazione di 5 variabili:
- Il numero degli avvalli;
- La profondità degli avvalli;
- La morfologia clinica della pelle;
- Il grado di rilassamento della cute, flaccidità o cedimento;
- Il grado di classificazione di Nürnberger-Müller (esposta precedentemente).
Così il grado lieve prevede un punteggio compreso tra 1 e 5, il grado moderato un punteggio tra 6 e 10, e il grado grave un punteggio tra 11 e 15.
Questa scala di classificazione ha un’elevata affidabilità, soprattutto quando si valuta la cellulite dei glutei e delle cosce (De La Casa Almeida et al, 2013).
Infine la cellulite deve essere sempre misurata con il paziente disteso. Occorre pizzicare le aree interessate con il pollice e l’indice e verificare, sotto la luce, la presenza di inestetismi (sia da rilassato che con la contrazione muscolare) (Rossi & Katz, 2014).
I rimedi (o presunti tali) per la cellulite
Diverse terapie sono state elaborate per curare la cellulite: le creme ad uso topico, i massaggi, i cibi proteici, gli esercizi fisici, le terapie ad onde d’urto e le terapie invasive come la liposuzione.
Anche per i trattamenti NON esiste un’unica soluzione, soprattutto quando le prove sperimentali si basano sull’auto-valutazione del paziente o sulla sua soddisfazione (Avram, 2004).
I fattori che aggravano la cellulite sono lo stress, l’eccessivo peso corporeo, lo stile di vita sedentario e i contraccettivi ormonali (Rossi & Vergnanini, 2000). Sebbene la perdita di peso, le diete “estreme” e l’esercizio fisico estenuante, spesso utilizzati come mezzi per migliorare la cellulite, non hanno sufficente supporto scientifico per essere utilizzati come unici rimedi (Rossi & Vergnanini, 2000).
C’è però da specificare che:
- NON esiste un rimedio per eliminare definitivamente la cellulite;
- la cellulite ha una componente genetica con un’influenza ormonale;
- i rimedi esposti NON sono rimedi definitivi e tanti si basano sull’effetto placebo della persona;
- avere più massa grassa non equivale necessariamente ad avere più cellulite.
Occorre quindi analizzare tutte le modalità di trattamento della cellulite: perdita di peso, esercizio fisico, massaggi, terapie non invasive e terapie mediche.
La perdita di peso per la cura della cellulite
Nonostante la cellulite si manifesti con il deposito di tessuto adiposo in eccesso, l’obesità non è una condizione necessaria per favorirne la presenza (Nürnberger & Müller, 1978). Infatti molti pazienti confondono l’aumento di peso con l’aspetto della cellulite. In realtà esistono condizioni estreme in cui la pannicolopatia può essere presente in molte donne magre e in pochi uomini obesi.
Tuttavia la cellulite diventa clinicamente evidente con l’aumento di peso ed esso può contribuire all’innalzamento del grado di classificazione. Al contrario la diminuzione di peso corporeo può migliorare l’aspetto della cellulite diminuendo i gradi di classificazione (Avram, 2004).
Il rapporto vita-anca è un indice di aumento della massa grassa del soggetto ed è correlato anche alla presenza di cellulite (Milani et al, 2008).
Per questo una corretta dieta o esercizio fisico dovrebbero essere incoraggiati come passo iniziale nel trattamento contro la cellulite (Avram, 2004). Una dieta con finalità la “perdita di peso” può essere utilizzata a questo scopo. Infatti diminuendo il grasso corporeo, si può ridurre o eliminare una certa quantità di cellulite. Attenzione però che le cellule adipose non possono essere completamente rimosse.
Occorre sensibilizzare il soggetto a un corretto stile di vita. Ebbene un eccesso di zucchero provocherà un immagazzinamento nelle cellule di grasso che peggiorerà la cellulite. Sarà utile evitare cibi ad alto impatto calorico e troppo ricchi di grassi. Invece cibi ricchi di omega 3 bilanceranno i livelli ormonali, ridurranno l’infiammazione. Infine è necessario Aumentare il consumo di liquidi cercando di assumerne almeno 2-3 litri al giorno.
L’esercizio fisico per eliminare la cellulite: funziona?
Anche l’esercizio fisico può contribuire alla riduzione della cellulite. Infatti l’attività aumentando il dispendio calorico migliora la gestione del bilancio energetico del soggetto. Questa condizione può diminuire i depositi di grasso nel corpo favorendo sia la perdita di peso sia la presenza della cellulite.
Però occorre creare un deficit calorico: ciò significa che una persona deve consumare più calorie di quelle che introduce.
L’allenamento contro resistenza fornisce dei benefici aumentando la massa muscolare del soggetto, innalzando la quantità di energia che occorre per mantenerla a riposo. Inoltre una migliore composizione corporea migliorerà l’aspetto estetico del soggetto.
Bisogna anche considerare il potere benefico dell’esercizio fisico sulla circolazione sanguigna. Questo permette una maggiore ossidazione del grasso attraverso l’utilizzo degli acidi grassi liberi per fini energetici (Di Salvo, 1995).
Il massaggio come cura per la cellulite
Le tecniche di massaggio utilizzate per il trattamento della cellulite si basano sulla capacità dello sfregamento di aumentare la circolazione sanguigna locale (Avram, 2004).
Lo sfregamento continuo combinato al massaggio meccanico aumenta il drenaggio linfatico e la microcircolazione venosa, aiutando a ridistribuire il fluido extracellulare (LaTrenta & Mick, 2001). Con questo tipo di trattamento i risultati richiedono tempo e dipendono dalla tecnica utilizzata (Friedmann et al, 2017).
Sembrerebbero consigliati almeno 30 minuti di massaggio ogni due giorni.
Esiste una tecnica di trattamento “manuale” sviluppato in Francia negli anni ’70 è l’Endermologia ES1 (LPG Systems, Valence, Francia), conosciuto anche con il nome di “impastamento cutaneo” (Collis et al, 1999). Esso utilizza apparecchiature meccanici per mobilizzare il grasso sottocutaneo delle aree affette da cellulite (Collis et al, 1999).
Un macchinario viene posto sopra le zone interessate e fatto muovere, esso crea movimento e aspira le pieghe della pelle che vengono massaggiate tra due rulli rotanti. Questo processo stimola il rafforzamento della struttura del tessuto sottocutaneo e migliora il drenaggio linfatico. (Draelos & Marenus, 1997). Di solito una seduta con di Endemologia dura da 10 a 45 minuti e occorrono due sessioni alla settimana. (Kinney, 1999).
Nonostante il suo grande utilizzo, non ci sono sufficienti prove a sostegno della sua efficacia rispetto a un semplice massaggio (Hamilton et al, 1993). Collis e colleghi hanno condotto uno studio clinico di 12 settimane su 52 donne con cellulite, con lo scopo di esaminare l’efficacia di Endermologia (Collis et al, 1999). Sebbene alcuni pazienti hanno mostrato un evidente miglioramento, tramite autovalutazione, non c’è alcuna differenza statistica significativa nella riduzione della cellulite in soggetti che utilizzano l’Endormologia rispetto al massaggio classico. (Collis et al, 1999).
Le terapie non mediche come cura per la cellulite
Le creme topiche
L’applicazione di creme ha la funzione di migliorare la micro-circolazione cutanea con l’intento di aumentare la lipolisi e il rafforzamento del collagene (Friedmann et al, 2017). Inoltre il loro utilizzo unito al massaggio può aiutare la riduzione dello stato infiammatorio locale.
Sono numerosi i componenti che vengono utilizzati nelle creme contro la cellulite. I più famosi sono le aminofillina o metilxantine (ad es. la caffeina), retinoidi e estratti botanici (Turati et al, 2014).
Altri prodotti erboristici possono aiutare a combattere la cellulite come ad esempio:
- La vitamina C per aiutare a creare collagene;
- La vitamina A per ridurre i radicali liberi;
- L’aloe vera per ridurre l’infiammazione;
- La carnitina per aiutare i trasportatori di grasso libero;
- Il coenzima A per aumentare l’ossidazione del grasso.
In realtà solo due sostanze sono state valutate affidabili: la aminofillina e i retinoidi. L’aminofilline è un inibitore della fosfodiesterasi, che stimola l’attività del recettore beta-2 agonista, viene impiegato, anche, come terapia per l’asma e come diuretico (Collis et al, 1999).
Essa viene applicata nell’aerea interessata, migra nel grasso sottocutaneo e provoca lipolisi locale. Questo porta alla riduzione delle cellule grasse. Collis e colleghi hanno valutato l’efficacia dell’applicazione di crema a base di aminofillina, ma hanno concluso che questa terapia non è stata efficace nel migliorare la cellulite. Al contrario i pazienti hanno dichiarato un miglioramento delle zone colpite (Collis et al, 1999).
Gli altri studi sulle creme topiche
Kligman e colleghi hanno suggerito come creme topiche al retinolo possono migliorare la cellulite, tramite il rafforzamento del derma (Kligman et al, 1986). Un derma più forte e denso può limitare i movimenti dei tessuti grassi mobili impendendo loro di espandersi (Kligman et al, 1986).
Kligman e colleghi hanno eseguito un piccolo studio a doppio cieco. Essi hanno applicato una crema a base di retinolo su 20 donne con cellulite e 13 di esse hanno riportato un miglioramento della cellulite (Kligman et al, 1999).
Un altro studio ha condotto lo stesso esperimento su 15 pazienti giovani, dimostrando un miglioramento sulla cellulite di grado I. Al contrario nessun miglioramento è stato ottenuto sulla cellulite di grado III e II (Piérard-Franchimont et al, 2000).
Un altro studio clinico ha analizzato gli effetti di una famosa crema topica anticellulite con un placebo su soggetti con cellulite di Grado II e III dimostrando come non esistevano differenze di risultati in entrambi i gruppi (Lis‐Balchin, 1999).
Ancora altri studi scientifici affermano che le creme a base di aminofillina sono un’ottima arma contro la cellulite (Artz, & Dinner, 1995).
E’ importante precisare che alcuni ingredienti delle creme anti-cellulite possono essere tossici o causare allergie a diversi soggetti.
In uno studio sono stati esaminati 232 ingredienti presenti in 32 diverse creme anticellulite. Gli ingredienti avevano origine botanica, emolliente o caffeina. Lo studio ha visto come almeno un quarto di questi ingredienti può causare allergie o irritazioni locali (Sainio et al, 2000).
Per questo è importante fare attenzione ai molti ingredienti che non sono noti presenti nelle creme anticellulite, poiché possono aumentare il rischio di effetti avversi.
La Terapia delle onde d’urto e i generatori di calore per la cura della cellulite
La terapia delle onde d’urto o di impulsi può migliorare la cellulite tramite l’aumento della microcircolazione cutanea e il drenaggio linfatico (Adatto et al, 2010). Alcuni studi hanno dimostrato che l’utilizzo di onde d’urto, per 6-8 settimane, unite a un corretto stile di vita la cellulite e ne previene la ricomparsa (Russe et al, 2009; Knobloch et al, 2013).
I dispositivi generatori di calore utilizzano una resistenza elettrica e sono catalogati in base alla produzione di calore e alla modalità di costruzione: monopolare o unipolare (singolo elettrodo), bipolare (2 elettrodi) o multipolare (3 o più elettrodi). Essi vengono applicati direttamente sul tessuto bersaglio, lo riscaldano e lo raffreddano con l’obiettivo di migliorare l’infiammazione e la microcircolazione (Friedmann et al, 2017).
Questi dispositivi hanno effetti clinici limitati e vengono spesso combinati con altre modalità, come il massaggio meccanico o applicazioni di raggi infrarossi di 700-2000 nm (Peterson & Goldman, 2011).
Le terapie mediche per la cura della cellulite
La subcisione è un trattamento medico invasivo molto utile contro la cellulite, soprattutto quando si trova in stati avanzati (Grado III, cellulite fibrosa o sclerotica). E’ un trattamento di chirurgia sottocutanea utilizzato per la prima volta nel 1995 (Friedmann et al, 2017), il suo obiettivo è il miglioramento del tessuto connettivo (Hexsel & Mazzuco, 2000).
Viene utilizzata una cannula con un piccolo bisturi in punta, è inserita a 10-20 mm nella zona da trattare parallelamente alla superfice muscolare (Friedmann et al, 2017). Questa tecnica rompe le zone fibrose sottocutanee separando i setti grassi (Avram, 2004). Di conseguenza si manifesta una maggiore richiesta di sangue nella zona trattata che stimola la riparazione tissutale e riduzione della cellulite.
Il miglioramento clinico a seguito della subcisione è dovuto alla separazione delle zone fibrose che portano alla ridistribuzione delle forze di trazione sottocutanee (Friedmann et al, 2017). Questo fenomeno attenua l’accumulo e la ricomparsa del grasso grazie al nuovo spazio creato dall’intervento stesso (Friedmann et al, 2017).
Hexsel e Mazzuco hanno studiato la subcisione come trattamento della cellulite in 232 pazienti. Il 78% dei soggetti ha dichiarato che la cellulite si è fortemente ridotta dopo il trattamento, il 20% ha dichiarato che la cellulite si era ridotta, ma non era molto soddisfatto dei risultati. Solo l’1% ha dichiarato di essere insoddisfatto del trattamento e di non aver risolto il problema (Hexsel & Mazzuco, 2000). Inoltre lo studio ha valutato gli effetti collaterali dell’operazione dichiarando che si manifestano dolore, lividi, pigmetazione cutanea e arricciamento della pelle (Hexsel & Mazzuco, 2000).
Anche Green & Cohen hanno confermato che anche un singolo trattamento può migliorare la cellulite, senza successive recidive (fino a 40 mesi), ma gli effetti collaterali si manifestano ugualmente (Green & Cohen, 2015).
La liposuzione
La liposuzione è un metodo clinico efficace contro il trattamento della cellulite (Karnes et al 2002). Essa consiste nella rimozione chirurgica dei depositi di grasso presenti nel corpo.
Sebbene se la liposuzione sia un metodo di eliminazione del grasso non garantisce la completa rimozione della cellulite e nemmeno il ritorno di una pelle liscia (Alt TH et al, 1991)
La liposuzione a ultrasuoni può essere una tecnica migliore contro la cellulite. Infatti ha un impatto negativo inferiore sul tessuto dermico rispetto alla liposuzione classica, ma ha un impatto minore anche sulla riduzione della cellulite (Avram, 2004).
La laser terapia
Laser terapia fa parte delle nuove terapie mediche contro la cellulite che con la sua azione rimodella i septi fibrosi sottocutanei.
Uno studio attuato su 25 soggetti femminili con un’età media di 40 anni ha valutato l’uso della subcisone laser per il trattamento della cellulite. Questa terapia costituisce un’ottima arma per la riduzione della cellulite di Grado II e III, in particolare nelle zone delle cosce posteriori e laterali (Sasaki, 2013).
Alcuni trattamenti combinano la luce a laser con una forma d’onda a radiofrequenza continua e l’aspirazione meccanica. Invece altri combinano il potere dei diodi ad infrarossi con un raffreddamento localizzato e massaggio meccanico (Avram, 2004).
Sono consigliati due trattamenti a settimana per un totale di 8 o 10 sessioni. Ancora un’altra forma di trattamento è 3 volte alla settimana per 2 settimane per poi passare a 2 trattamenti per le 5 settimane successive (Avram, 2004).
Conclusioni
La cellulite colpisce gran parte delle donne di tutte le età. Attualmente non esiste un trattamento scientifico universale. Ci sono in commercio centinaia di dispositivi, farmaci, creme e metodi per ridurre la cellulite, ma è l’interazione tra essi rappresenta la vera soluzione.
Anche se l’obesità non è direttamente correlata con la presenza di cellulite essa rappresenta un fattore fortemente aggravante.
Esistono diverse opzioni di trattamento ma tutte hanno come obiettivo comune la diminuzione del peso corporeo, dell’infiammazione e l’aumento della vascolarizzazione locale.
Alcune terapie mediche prevedono la rimozione clinica del grasso corporeo. Questo può aiutare in gravi condizione di obesità o nelle donne che presentano una forma di cellulite molto avanzata, ma il successivo aumento di peso e l’inattività fisica può far ritornare o addirittura peggiorare la condizione iniziale.
Come sempre la soluzione è l’utilizzo dei metodi esposti e l’applicazione di un corretto stile di vita, una sana alimentazione e la pratica di attività fisica non estrema.
Bisogna ricordarsi che il fai da te non è mai la soluzione migliore, è utile rivolgersi sempre ad un professionista del settore.
A cura del Dottor Corrado Galazzo.
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BIBLIOGRAFIA – REFERENCES prima parte:
BIBLIOGRAFIA – REFERENCES seconda parte:
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