Come fare la plicometria: la guida in domande e risposte
In questo articolo spiegheremo come fare la plicometria evitando i tipici errori che si vedono in molti tutorial.
Inoltre, impareremo a:
- Capire quanto sia importante saper “maneggiare” il plicometro;
- Preparare la persona all’esame;
- Individuare in modo corretto le pliche cutanee.
Insomma, risponderemo alla domanda come fare a misurare il grasso corporeo e molto altro ancora!
Come fare la plicometria: da dove partire?
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La plicometria è uno degli esami non invasivi utilizzato per stimare il grasso corporeo che viene effettuato misurando lo spessore delle pliche cutanee, utilizzando uno strumento chiamato plicometro.
Le basi scientifiche hanno una lunga storia e possiamo trovare il primo studio contenente indicazioni tecniche nel 1951 (Brozek & Keys, 1951).
La plica cutanea è costituita da un doppio lembo di pelle che viene sollevato perpendicolarmente rispetto al piano del corpo.
Proprio la somma degli spessori delle pliche è il principio generale su cui si basa questa stima.
Come è ormai noto da un po’ di anni l’indice di adiposità calcolato con questa metodica è decisamente migliore dell’utilizzo dell’indice di massa corporea ovvero il BMI (Stewart AD & Sutton L, 2012). Infatti, quest’ultimo è più utile per stimare il rischio che il peso corporeo ha sulla salute, certo non può essere usato per scopi prestativi o estetici.
La plicometria è abbastanza semplice, adeguatamente precisa e nel caso di utilizzo di strumenti di plastica è molto economica. Ma la condizione necessaria è avere un’ottima conoscenza ed esperienza della materia, in modo da lavorare sempre con dati attendibili.
Infine, grazie a tutte queste particolarità l’esame plicometrico riscuote un enorme successo fra i personal trainer ed i nutrizionisti. Di conseguenza, come fare la plicometria in modo adeguato è fondamentale poiché rientra nelle metodiche maggiormente utilizzate per la valutazione della composizione corporea.
A cosa serve la plicometria?
La plicometria ha fondamentalmente due utilizzi:
- In età pediatrica per valutare lo stato di accrescimento e nutrizione del bambino;
- Come indice della massa grassa totale del corpo;
Inoltre, questa metodica può essere utilizzata assieme ad altre misure, come le circonferenze e i diametri corporei, per determinare:
- Il somatotipo e somatocarta (endomorfo, mesomorfo, ectomorfo);
- Per monitorare le variazioni di grasso corporeo nelle differenti zone anatomiche.
Inoltre, proprio sull’accumulo del grasso in alcune zone esiste una correlazione con le condizioni metaboliche che possono fornirci indicazioni utili.
Ad esempio, è noto da tempo come le pliche sottoscapolari e addominali siano utili per monitorare l’obesità di tipo addominale (Ferland et al, 1989).
Purtroppo, questi particolari aspetti di solito non vengono approfonditi nel classico corso per personal trainer di base.
Come fare la plicometria: che cos’è il plicometro?
Il plicometro è un oggetto a forma di pinza in metallo oppure di plastica.
Il suo aspetto può variare a seconda della casa produttrice, ma possiamo considerarlo una via di mezzo tra un compasso, una forbice e un calibro.
Il plicometro di metallo è considerato uno strumento più attendibile rispetto a quello in plastica. Sappiamo che è una questione di costi, ma se acquistate assieme un plicometro metro e calibro potete risparmiare un po’.
Su internet troverete sicuramente l’offerta più vicina alle vostre esigenze.
Di conseguenza, nella scelta di un plicometro in materiale sintetico bisogna tenere presente:
- La qualità del plicometro deve essere buona, infatti secondo uno studio il plicometro nero riportato nella foto sottostante fornisce misurazioni simili a quello al suo fianco in metallo (Schmidt & Carter, 1990);
- La pressione esercitata dal plicometro dovrebbe essere pari a 10 g/mm² (Edwards et al, 1955);
- L’esperienza di chi lo utilizzerà incide notevolmente sulla qualità delle misurazioni (Loman et al, 1984);
Come potete notare le caratteristiche tecniche del plicometro sono state definite oltre 60 anni fa, ad oggi le sue caratteristiche non hanno subito grandi modifiche se non nell’introduzione di nuovi materiali e l’utilizzo della componentistica elettronica.
Proprio su questi ultimi è necessario puntualizzare che gli studi scientifici sugli strumenti digitalizzati sono pochi.
Di conseguenza, non esiste ancora una sufficiente “consistenza statistica” che permetta di esprimere un giudizio definitivo sull’accuratezza della loro capacità di misura.
Quanto è attendibile questo esame?
L’attendibilità della plicometria dipende sia da fattori tecnici, come la scelta di un buon strumento, che dai protocolli di rilevamento delle misure. Ancora, come abbiamo già letto sopra il fattore umano è determinante: sia per le skill di chi effettua l’esame sia per le condizioni metaboliche del soggetto da valutare.
Inoltre, per quanto riguarda l’attendibilità dell’esame plicometrico vi è un differente grado a seconda della metodica con cui viene paragonata:
- Rispetto alla pesata idrostatica la plicometria ha un’attendibilità di 2 rispetto ad una scala di 5 (Cagnazzo & Cagnazzo, 2009);
- Paragonata alla RMN i risultati sulla valutazione del grasso corporeo sono simili (Quatrochi, 1989);
- Utilizzando un plicometro metallico modificato per l’utilizzo digitale e paragonato alla DEXA i risultati sulla stima del grasso corporeo risultano simili (Amaral TF et al, 2011).
Le metodiche di paragone sono numerose come gli studi scientifici, anche la bioimpedeziometria non è esclusa da questo confronto.
Infine, proprio a causa di questa variabilità, è importante utilizzare sempre linee guida standard ed applicarle in modo preciso e continuativo.
Questo ridurrà al minimo la possibilità di commettere errori e aumenterà il grado di attendibilità della plicometria.
Quali sono le linee guida per svolgere correttamente una plicometria?
Per poter eseguire una plicometria in modo corretto è necessario seguire alcune linee guida che vanno dal modo di tenere lo strumento fino alle condizioni dello stato nutrizionale del soggetto.
Ad esempio, sappiamo come dimagrire velocemente renda le pliche meno affidabili e bisognerà aspettare un periodo di stabilizzazione.
Di seguito, forniamo tre regole principali di alcuni aspetti tecnici della plicometria.
Come sollevare la plica cutanea
- Il punto anatomico di sollevamento della plica deve essere individuato seguendo preferibilmente i protocolli ISAK. In caso di applicazione di altri protocolli verificarne sempre l’effettiva applicabilità;
- La distanza tra pollice e indice dell’operatore che solleva la plica deve essere tra i 6 e gli 8 cm;
- La plica viene sollevata di 1 cm in modo perpendicolare rispetto al piano a cui appartiene, ma questo risulterà poco praticabile in caso di cellulite. Valutate sempre l’opportunità o meno di proporre questo esame evitando di umiliare le persone!
Come usare il plicometro in modo corretto
- Il plicometro deve essere posizionato e poi mantenuto perpendicolare rispetto alla plica sollevata;
- Dopo aver sollevato la plica il plicometro deve essere posizionato ad 1 cm dalle dita che afferrano la plica stessa;
- Le branche del plicometro devono essere posizionate al centro della plica.
Come effettuare le misurazioni
- Le misurazioni devono essere effettuate “girando attorno” al soggetto, la letteratura suggerisce di usare il lato destro. Meglio prendere le misure su entrambi i lati e fare poi la media dei valori;
- La lettura della misura deve avvenire dopo 3 secondi;
- Fate in modo che sia il soggetto a muoversi, limitando al minimo gli spostamenti dell’antropometrista!
Come presentarsi alla plicometria in modo adeguato
- Non aver praticato alcun allenamento da meno di 12 ore;
- Essere a digiuno da 4 ore, evitando l’assunzione di sostanze come il caffè. Sappiano bene quanto il rapporto tra caffeina e sport sia importante, ma in questo caso è meglio evitare!
- Non applicare creme sulla pelle.
Quali sono i principali punti di repere da tenere in considerazione?
I punti di repere delle pliche sono forse l’argomento più confuso. Infatti, molti personal trainer che si aggirano per le palestre non sanno esattamente come fare la plicometria proprio perché non è semplice individuarle in modo corretto.
Dunque, diamole un nome e vediamo le “classiche” sette pliche:
- Pettorale;
- Tricipitale brachiale;
- Sottoscapolare;
- Medio Ascellare;
- Addominale;
- Soprailiaca;
- Femorale anteriore.
Innanzitutto, è necessario dotarsi di un metro, è sufficiente quello che usano i sarti, in modo da misurare sempre le distanze corrette e poi utilizzare, soprattutto all’inizio, una penna dermografica per segnare le pliche cutanee.
Le linee guida sono fornite dall’ISAK, ma in caso di assenza di dati specifici per casi particolari possiamo usare quelle presenti nel libro di Heyward e Wagner, Applied Body Composition Assessment. Un testo che ogni addetto ai lavori dovrebbe avere nella propria biblioteca personale.
Di seguito, forniremo le indicazioni per individuare le pliche, ma ricordiamoci che in realtà possono variare a seconda delle formule utilizzate come spiegato in nel precedente articolo sulla plicometria dove troverete anche le formule da applicare.
Ora, scegliete quelle adeguate e applicatele sempre le stesse sul medesimo soggetto!
Come fare la plicometria: la plica pettorale o toracica
Questa plica si trova nella regione mammaria del torace, nell’immagine notate l’utilizzo della penna dermografica per individuare il sito in modo corretto. Questa azione ci permette di ripetere la misura in caso di dubbi.
Inoltre, come potete notare nella descrizione la sua localizzazione è differente per uomini e donne.
Questa misura è presa con il soggetto in piedi con le braccia rilassate e la sua direzione è obliqua, inoltre è utilizzata:
- Per la sua alta correlazione con la densità corporea nelle formule di Jackson e Pollock del 1978 per poi determinare la massa grassa;
- Nei bambini poiché esistono degli standard di riferimento elaborati negli anni ’80 del XX secolo;
- Nella pratica in palestra (non studi scientifici in senso stretto), poiché in quanto si pensa sia collegata ai livelli di testosterone circolante.
Infine, usando l’equazione di Jackson e Polock a 4 pliche per le donne il problema di misurare questa zona nel genere femminile non si pone neppure!
Come fare la plicometria: la plica Tricipitale brachiale
Questa plica si trova nella regione posteriore del braccio (brachiale posteriore) e nell’immagine è illustrato il metodo per trovare il punto preciso. La sua localizzazione non presenta differenze di genere ed è a metà della linea che unisce l’acromion all’olecrano.
La misura è rilevata sempre con il soggetto in piedi con le braccia rilassate, la sua direzione è verticale ed è utilizzata per:
- Per la determinazione del grasso corporeo, avendo un’alta correlazione con la densità corporea, sia nei bambini che negli adulti con le relative formule predittive;
- In campo medico una riduzione sotto i 10 mm nei maschi e di 13 mm nelle femmine è considerato un segno di diminuzione delle riserve energetiche;
- Per la determinazione del somatotipo di Heat-Carter ed in particolare per il valore dell’endomorfia e della mesomorfia.
- Nella pratica in palestra poiché si pensa che anche questa sia collegata ai livelli di testosterone circolante.
Come fare la plicometria: la plica Sottoscapolare
La regione anatomica porta in nome della plica da misurare, anche qui non c’è differenza tra uomo e donna nella metodica di rilevazione.
Si trova a 2 cm dal bordo laterale della scapola sul margine inferiore come nell’immagine riportata sotto.
Il soggetto è in piedi, la direzione della plica è obliqua ed è comunemente usata per:
- Per determinare lo stato di nutrizione;
- Per determinare la massa grassa in associazione ad altre pliche;
- In clinica per la predizione del livello dei lipidi plasmatici e la pressione arteriosa;
- Per la determinazione dell’endomorfia nella realizzazione del somatotipo;
- In pratica nella palestra poiché si pensa sia collegata all’azione del cortisolo e dell’insulina.
Come fare la plicometria: la plica Medio Ascellare
Si trova nella regione laterale del torace sull’intersezione fra le linee medioascellare e quella che passa per il processo xifosternale e non ci sono differenze di rilevazione per gli uomini e le donne.
Il soggetto è in piedi, la direzione della plica è orizzontale ed è comunemente usata per:
- Per determinare la massa grassa in associazione ad altre pliche;
- In clinica come indice di grasso distrettuale;
- In pratica nella palestra poiché si pensa sia collegata all’azione degli ormoni tiroidei.
Come fare la plicometria: la plica Addominale
Si trova sulla regione ombelicale, a 2 cm lateralmente dall’ombelico.
Per questa plica esistono 3 differenti modi di rilevamento, ma poiché si utilizzano di solito le formule di Jackson e Pollock è necessario seguire il loro protocollo e non quello dell’ISAK.
Il soggetto si trova in piedi, e la direzione della plica è verticale ed è comunemente usata per:
- Per determinare la massa grassa in associazione alle altre pliche;
- In clinica come indice calo ponderale nei casi di dietoterapia;
- In pratica nella palestra poiché si pensa sia collegata al cortisolo e per le “numerose diatribe” per il dimagrimento localizzato di questa zona!
Come fare la plicometria: la plica Soprailiaca
Si trova sulla zona addominale laterale, all’altezza della cresta iliaca sul punto di incontro con la linea medioascellare. Non presenta differenze di rilevamento legate al genere.
Il soggetto è in piedi, e la direzione della plica segue l’andamento della cresta iliaca quindi è obliqua ed è utilizzata:
- Per determinare la massa grassa in associazione alle altre pliche e per la determinazione del somatotipo;
- In clinica assieme alla plica tricipitale brachiale monitora la distribuzione androide del grasso;
- Nella pratica in palestra si pensa sia collegata all’effetto dell’insulina nel breve periodo.
Come fare la plicometria: la plica Femorale Anteriore
Si trova sulla regione femorale anteriore, a metà della linea che unisce il canale inguinale con il bordo prossimale della patella (la rotula). E’ uguale per uomini e donne.
Il soggetto è in piedi deve tenere la gamba in appoggio su un rialzo formano un angolo di 90° tra gamba e coscia. Questa posizione favorirà il rilassamento della muscolatura sottostante rendendo più facile lo scollamento della plica.
La misura di questa plica è utilizzata:
- Per determinare la massa grassa poiché si correla bene con la densità corporea;
- Nella pratica in palestra si pensa sia collegata all’effetto degli estrogeni;
- Non è una plica utile per la determinazione del somatotipo, poiché si usa quella del polpaccio.
Spesso, questa plica è di difficile rilevamento proprio perché in alcune situazioni il tessuto connettivo sottostante non è sufficientemente mobile.
In questi casi è utile preferire altre formule che non prevedono pliche delle gambe, una di queste è quella di Durnin e Womersley del 1974 a 4 pliche.
Quali sono i principali errori che si possono commettere durante l’esecuzione dell’esame?
Gli errori che possono influenzare l’esito di una buona plicometria sono numerosi, e purtroppo c’è ne uno che non si può curare leggendo i libri:
l’esperienza!
Una delle maggiori cause di errore sono proprio le skill pratiche di chi effettua l’esame, oltre a fare numerosi rilevamenti è necessario con l’esperienza:
- Sviluppare un’ottima manualità nel sollevare le pliche e nel maneggiare il plicometro;
- Riconoscere sensorialmente la qualità di una plica dal suo grado di scollamento e valutarne o meno il suo utilizzo;
- Fare domande al soggetto sulle sue abitudini che possono influenzare lo spessore della plica oppure scoprire familiarità per cellulite e altre patologie del tessuto connettivo;
Inoltre esistono fattori tecnici che possono influenzare una buona riuscita della plicometria:
- Uno strumento poco preciso e tarato male;
- Una stanza eccessivamente calda o fredda;
- Sbagliare a localizzare il sito di repere;
- Sbagliare la lettura delle misure;
- Usare formule predittive non adeguate al soggetto;
- Non preparare il soggetto all’esame plicometrico.
Dunque, per rispondere alla domanda “come fare la plicometria corretta?” possiamo scrivere:
- Studiare;
- Praticare;
- Confrontare;
- Aggiornarsi e specializzarsi.
Ovviamente questi passi vanno ripetuti nel tempo.
Esistono corsi di formazione che permettono di acquisire le conoscenze necessarie per svolgere correttamente un esame plicometrico?
L’offerta formativa è davvero ampia all’interno del nostro settore e si trovano corsi sia di base che di alto livello.
Infatti, il mercato è abbastanza saturo, soprattutto quello delle palestre, di conseguenza risulta complesso offrire ai clienti un servizio differente orientandosi su qualcosa di innovativo, spendibile e soprattutto davvero funzionante.
Nel corso di specialista in composizione corporea della Corebo offriamo la parte teorica integrata con la pratica, Infatti, oltre ad insegnare come fare la plicometria nella valutazione della composizione corporea, forniamo gli strumenti pratici ed efficaci.
Ad esempio, come quello di realizzare delle schede personalizzate analizzando i valori del somatotipo: “Vuoi abbassare la componete ectomorfa del tuo cliente, quale strategia usi?”
Ecco noi, nel corso di composizione corporea diamo le risposte a queste domande, risposte che poi utilizzerete con i vostri clienti!
A cura del Dottor Stefano Murisengo
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE – REFERENCES:
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