Corebo e Bolt gli atleti più veloci del mondo antico e moderno
Corebo: la nascita del nostro nome e confronti storici
Lo sport unisce tutti i popoli. Ci sono occasioni che portano persone diverse a trovarsi intorno alla televisione: tifano, esultano, incitano i propri atleti e magari si immedesimano in loro.
Da Corebo a Bolt passando per il calcio, nessuno escluso
Le emozioni del football permettono di capire quelle dell’atletica. 90 minuti quasi tutti i giorni per spiegare 10 secondi un paio di volte l’anno.
Chi è abbastanza vecchio potrà ricordare la Partita del Secolo: Italia-Germania, finita 4 a 3 per gli Azzurri. Eravamo nel 1970 a Città del Messico. Quella partita unì l’operaio all’industriale, il povero al ricco. Si usarono fiumi di inchiostro per scrivere libri sui risvolti sociologici dell’evento. Insomma fu un tumulto. Lo stesso tumulto degli antichi giochi olimpici dove le cose non erano così diverse da oggi e dagli anni ’70. Cambiavano i nomi delle discipline, molti sport non esistevano, ma gli atleti hanno da sempre ricoperto una grande importanza, quasi alla stregua delle divinità.
Oggi l’atleta più veloce, se paragoniamo gli anni di successo e di vittorie è Usain Bolt!
Un nome che non ha bisogno di presentazioni, anche per chi pensa che lo sport sia il nome di un piatto tipico romagnolo. Usain Bolt è una delle leggende di questo tempo, che fa e farà parlare di sé.
Lo dimostra la conclusione della gara dei mondiali del 2017 dove Justin Gatlin taglia il traguardo da vincitore. E la platea? La platea esulta e osanna sempre lui: Usain Bolt. Ecco adesso è “leggenda”. Non è il più veloce, ma è la velocità! Se ne parlerà per sempre…
Lo sport è emozione pura dove le doti di questi atleti riescono a diventare dei simboli, anche per i più disinteressati e apatici.
Uno dei nomi più conosciuti nel mondo antico fu Corebo di Elide che nel 776 a.C., fu il primo vincitore delle olimpiadi antiche. Egli vinse in una specialità della corsa chiamata stadium, della distanza di circa 192 metri.
Molti continuano a chiederci il motivo del nome Corebo al nostro progetto. Molti studenti dell’università ad esempio, ma ecco la soluzione dell’arcano. Ci siamo rifatti ad un atleta antico. Un nome che oggi non riconduce a nulla di noto, nonostante lo sia: è il primo Bolt della storia dello sport.
Ma come mai un articolo così diverso dal solito e poco tecnico?
Per aprire una rubrica di curiosità, dal nome Corebo Break. Per raccontare qualcosa di nuovo e per chiacchierare del mondo dello sport, ma senza troppe referenze bibliografiche! Qualcosa di leggero e diverso che permetta di parlare di sport senza tecnicismi.
Voi direte: vogliamo abbassare la qualità?
No, anzi: ci permetterà di dare ancora più valore agli altri articoli e di mantenere la mente sempre aperta. Ogni tanto ci piace scrivere con leggerezza per gli amici. Considerate questi articoli come la “settimana di scarico” dai duri allenamenti!
Ma ritorniamo alla gara del leggendario Bolt. Dopo il risultato in casa sì è accesa una discussione con gli amici: “che partenza del cavolo, per forza ha perso!”, altri invece “ma no, è perché anche lui ha la sua età...”
Insomma affermazioni da bar, senza capo né coda e neppure tanto originali! Un modo per passare il tempo, creando quella tipica confusione delle serate fra amici.
C’erano anche un paio di colleghi e la nostra conversazione è deviata inesorabilmente in dettagli del tutto superflui in quell’occasione. Non siamo riusciti a resistere!
Iniziamo a parlare di quanto sia utile o meno correggere o affinare le abilità di una prestazione sui 100 metri. Insomma una bella pretesa su un atleta come Bolt che ha trovato la sua perfezione nella corsa! Una frase è più eclatante delle altre e agli amici meno esperti è sembrata una supercazzola. “È più utile allenarlo nella fase di quickness della prestazione, cioè la fase di accelerazione? Oppure è più utile il mantenimento della speed, ovvero la fase di velocità massima raggiunta per più tempo possibile?”. Silenzio… e subito qualche risata!
Come disse un Professore dell’Università di Scienze Motorie: nelle gare dei 100 metri vince chi accelera di più, non il più veloce. Frase enigmatica fino a quel momento.
La serata si è risolta con una parte del tavolo che pretendeva di decidere il tipo di ripetute da far fare a Bolt! Sì quel Bolt, quello appena diventato leggenda. Come se avesse bisogno di noi!
Una storia divertente da aggiungere all’archivio delle “serate da ricordare”.
Avremmo dovuto parlare del vero vincitore di quella gara. Ma certi atleti accendono l’emozione che si trasforma in sentimento a dimostrazione che lui “Lightning Bolt” è leggenda.
E noi di Corebo desideriamo questo. Se non possiamo accendere l’emozione come ha fatto Bolt, almeno farvi stupire con un po’ di scienza dello sport!
A cura del Dottor Giulio Merlini e del Dottor Stefano Murisengo.
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