Fake news sull’alimentazione: 10 credenze popolari svelate
Le dieci fake news sull’alimentazione da conoscere. Oggi cerchiamo di togliere alcuni dubbi su alcune credenze popolari dal mondo dell’alimentazione: dal latte ai prodotti surgelati fino alla salubrità dei succhi di frutta.
Bufala n.1: il latte fa male alla salute umana
Da anni si sente da parte di pseudoesperti che il latte faccia male alla nostra salute. C’è chi la butta sulla presenza di antibiotici e c’è chi su teorie evoluzionistiche alquanto fantasiose.
Una cosa è certa: il latte non fa male. Gli unici che devono prestare attenzione a non assumerlo sono gli intolleranti al lattosio.
Per intolleranti ci riferiamo a coloro che sono risultati positivi al Breath Test. Risulta importante consolare anche tutti coloro che continuano a dire che “l’uomo è l’unico animale a bere latte dopo lo svezzamento”. A tutte queste persone dobbiamo dire che se è per questo siamo anche l’unico animale ad utilizzare indumenti e a comunicare mediante uno smartphone, ma ciò non rende giustificabile interrompere il consumo di latte, nè attribuisce a tali affermazioni una maggior credibilità scientifica.
Diversi millenni fa una parte della popolazione mondiale ha manifestato una mutazione sul cromosoma 2 che ha reso alcuni di noi individui “lattasi persistenti”. Questo significa che molti furono in grado di consumare latte dopo lo svezzamento come vantaggio evolutivo e non subiscono danni dal consumo di questa bevanda.
Fake news n.2: i prodotti surgelati sono peggiori di quelli freschi
Purtroppo l’idea di credere che i prodotti conservati e surgelati siano peggiori organoletticamente rispetto agli alimenti freschi è purtroppo una scemenza vera e propria. Forse tutto viene alimentato dall’eccessivo richiamo di una naturalità perduta, come se il termine “naturale” richiamasse una maggiore idea di salubrità.
Eppure i prodotti surgelati, date le bassissime temperature, mantengono le proprietà organolettiche e addirittura vengono eliminati diversi rischi batteriologici derivanti da prodotti non lavati. Il tutto ha fatto emergere come la surgelazione non solo sia sicura e non alteri il prodotto in sé, ma grazie agli standard di sicurezza alimentare, risulta a livello sanitario un metodo controllato, con rischi batteriologici inferiori rispetto all’acquisto al mercato ortofrutticolo.
Mito n.3: Centrifugati ed estratti sono meglio della frutta fresca
Uno dei falsi miti più diffusi in questo periodo è credere che frutta fresca, centrifugati ed estratti siano prodotti simili. Addirittura si pensa che il centrifugato e l’estratto siano un’ottima alternativa alla frutta stessa.
Purtroppo la fibrosità della frutta permette di evitare parecchi zuccheri liberi che con la centrifuga e l’estrattore si riversano nel liquido assunto dal consumatore. Tutto questo innalza il quantitativo di zuccheri assunti durante la giornata.
La frutta resta organoletticamente e salutisticamente parlando la scelta migliore.
Falso mito n.4: consumare carboidrati a cena fa ingrassare
Anche gli stessi addetti ai lavori cadono nelle trappole mediatiche e nei falsi miti. Innanzitutto: non sono i carboidrati che fanno ingrassare, ma un loro eccesso.
Se siamo in deficit calorico da tutto il giorno o semplicemente non abbiamo ancora colmato la quota di carboidrati giornalieri raccomandati, possiamo consumare carboidrati anche a cena.
Per ulteriori dettagli vi rimandiamo all’articolo “quanti carboidrati assumere al giorno“.
Fake news sull’alimentazione n.5: mangiare frutta a fine pasto fa male
Alcuni dicono che fermenti e altri che rallenti la digestione. Entrambe queste credenze popolari sono false.
La frutta va consumata durante il giorno in qualsiasi momento si voglia. Come raccomandato dalla Società Italiana di Nutrizione Umana dobbiamo consumare tre porzioni di frutta al giorno.
Quale sarebbe il momento più adatto della giornata? Qualunque momento è buono!
Falso mito n.6: consumare tanti pasti al giorno è migliore rispetto a pochi pasti
Una delle fake news più diffuse di alimentazione è quella inerente che la dieta migliore sarebbe quella che agevola tanti piccoli pasti al giorno.
Purtroppo ciò che ha un peso maggiore per la nostra salute è il quantitativo calorico assunto, piuttosto del numero di pasti giornalieri intrapresi.
Per comodità si forniscono ai pazienti tanti piccoli pasti per evitare che cadano vittime di merendine o tentazioni fuori-pasto, pur di lenire il senso di appetito che potrebbe sopravvenire a metà giornata.
La ragione di dare tanti pasti è solamente pratica, ma ciò non esclude che si possa fare, in alcuni casi un doppio pasto o addirittura un monopasto per rimanere in forma.
Fake news n.7: le bevande stimolanti quali tè e caffè riducono la cellulite
Quante volte abbiamo visto sponsorizzare dei prodotti che sembrano promettere una riduzione della cellulite? Invece di cedere alla tentazione di alleggerire il portafoglio con rimedi inutili, bisogna agire su ciò che abbiamo a disposizione: l’alimentazione.
Il consumo di bevande stimolanti che promettono di “accelerare il metabolismo” e “ridurre la cellulite e la ritenzione idrica” sono più dei claim pubblicitari, più che reali rimedi contro gli inestetismi.
La cellulite è causata da disturbi circolatori, ipertrofia degli adipociti e ristagno di liquidi. Attenzione! Il quadro ormonale individuale insieme a ragioni genotipiche possono aggravare tale condizione. Per non parlare della sedentarietà e di una dieta sbilanciata.
Comprate meno bevande “miracolose” e agite di più sui vostri stili di vita: evitate di fumare e fate regolare esercizio fisico settimanale cercando di seguire una dieta bilanciata nel corso del tempo.
Falso mito n.8: i preparati vegan sono più salutari degli altri alimenti
Tra le fake news sull’alimentazione, una tra tutte sta realmente spopolando: pensare che i preparati vegani siano migliori e maggiormente salutari rispetto ad altri alimenti. Portiamoci a casa che la cosa migliore è consumare alimenti. Invece c’è una forte confusione tra alimenti e preparati alimentari. I burger vegan sono dei preparati, ma non sono equiparabili ai legumi.
L’aggiunta di zucchero, conservanti e aromi porta questi prodotti ad esere apprezzati a livello gustativo, ma dal punto di vista organolettico soffrono di diverse criticità. Sappiamo bene che l’introduzione di zuccheri nella dieta deve essere controllato e moderato. Così come l’assunzione di conservanti, quali nitriti e nitrati. Inoltre, se da una parte molti consumatori abbandonano il consumo di carni e pesce con la convinzione che facciano male, dall’altra parte i preparati vegan risultano più ricchi di carboidrati e meno proteici di quanto siano i corrispettivi animali.
Leggenda metropolitana n.9: le uova fanno male
Molti hanno abbandonato il consumo di uova con l’idea che facessero male alla salute, per la presenza di colesterolo e acidi grassi nel rosso d’uovo.
Tutti coloro che hanno smesso di consumare uova diverso tempo fa, possono tornare tranquillamente a consumare uova. Infatti non solo non fanno male, ma risultano un alimento completo a qualsiasi età: ricco di proteine, acidi grassi, minerali e vitamine di origine animale, tra cui la vitamina b12 e la vitamina D.
Perciò possiamo consumare con tutta tranquillità fino a quattro uova la settimana, senza aver paura che possano recarci danno.
Mito n.10: il burro è da eliminare dalla nostra alimentazione
Il burro ha avuto un trattamento molto simile a quello delle uova. Considerato dannoso per la sua concentrazione di acidi grassi saturi, rappresenta invece un’ottima alternativa da consumare saltuariamente per apportare calorie e vitamine, quali la vitamina A e D.
Se dovessimo fare un confronto meramente calorico tra l’olio di oliva e il burro, scopriremmo che il burro è meno calorico. In aggiunta, in qualsiasi manuale di nutrizione ci apparirebbe molto più chiaro come non è il consumo di burro il problema, quanto il bilanciamento tra le tre tipologie di acidi grassi.
Gli acidi grassi saturi possono essere assunti nell’ottica di rispettare gli 0.9 grammi di lipidi per chilo di peso al giorno e che ogni grammo di acidi grassi saturi deve essere bilanciato con 2 grammi di monoinsaturi e 1 grammo di polinsaturi.
L’idea di escludere intere categorie alimentari dalla nostra tavola si è rivelata una sciocchezza: non solo non c’è stata una riduzione delle patologie del benessere, ma i problemi di salute non sono imputabili a singoli alimenti, quanto ad un delicato equilibrio di frequenza di consumo e rotazionalità sulle nostre tavole, in associazione ad una ricca introduzione di alimenti di origine vegetale, specie frutta e verdura.
A cura del Dr. Giulio Merlini