Federica Pellegrini: una leggenda vivente
Con la vittoria iridata nei 200 m stile libero ai Campionati mondiali di Gwangju 2019, Federica Pellegrini entra di diritto nelle leggende del nuoto. Nessuna nuotatrice prima di lei è mai stata in grado di vincere 8 medaglie consecutive in altrettante edizioni dei campionati mondiali, un successo che corona all’età di 30 anni con quest’ultima medaglia d’oro.
Se molto probabilmente i mondiali 2019 sono gli ultimi ad aver visto la partecipazione di Federica Pellegrini, la vedremo però molto probabilmente alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020, dove potrà tentare di chiudere col botto la sua carriera sportiva. Una carriera costellata di grandi traguardi, ma anche di cadute e rinascite, proprio come l’Araba Fenice che ha deciso di tatuarsi sul collo.
Gli esordi e l’ascesa
Federica Pellegrini si fece notare subito macinando successi a livello nazionale che le diedero la spinta per essere convocata ai Giochi Olimpici di Atene 2004. Qui si aggiudicò, a soli 16 anni, la sua prima medaglia olimpica, un argento nei 200 m stile libero che saranno da qui in poi la sua specialità più redditizia.
Negli anni successivi Federica partecipò ai campionati mondiali ed europei vincendo nuove importanti medaglie, ma soprattutto registrando il suo primo record mondiale: 1’56″47 nella semifinale dei 200 m. Nel 2008 partecipò alle Olimpiadi di Pechino sotto la guida del tecnico Alberto Castagnetti, dove vinse la medaglia d’oro nei 200 m, primo oro olimpico del nuoto per un’atleta femminile italiana, firmando un nuovo record mondiale di 1’54″82.
Ai campionati mondiali di Roma 2009 salì altre due volte sul gradino più alto del podio per i 200 m e 400 m stile libero, una doppietta storica riuscita a pochissimi altri, che sancì con altrettanti record mondiali. Purtroppo nell’ottobre di quell’anno il tecnico Castagnetti venne a mancare, e Federica Pellegrini accusò il primo vero colpo alla sua carriera per via dell’affetto che la legava al suo allenatore.
Le delusioni e la rinascita
La “Divina”, come venne presto soprannominata, cambiò molti allenatori nel giro di pochi anni, fino all’arrivo del francese Philippe Lucas, che la portò nuovamente al trionfo ai mondiali di Shanghai 2011, dove conseguì una nuova doppietta iridata sempre nei 200 e 400 m stile libero.
Nonostante le vittorie, differenze di vedute la portarono a cambiare nuovamente allenatore, ma anche se nei campionati italiani, europei e mondiali continuò a conseguire importanti vittorie, arrivarono le prime sconfitte e con esse i primi episodi di ansia, che la portarono persino a ritirarsi dalle competizioni.
Le sue più grandi delusioni rimangono però le Olimpiadi di Londra 2012 e di Rio 2016, dove tornò a casa a mani vuote, e che fecero presagire a più riprese il suo ritiro dalle scene. Nulla di più lontano dalla realtà, perché Federica ribadì il suo primato tornando a vincere medaglie, pur focalizzandosi sempre più nella sua specialità preferita, i 200 m stile libero che la fecero conoscere al mondo.
Ora la più grande nuotatrice italiana punta ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, dove tenterà di afferrare una medaglia che le è sfuggita troppo a lungo, e decretare così la sua forza e tenacia nel conseguire i suoi obiettivi. La sfida è aperta.
A cura di Alessandro Isoli