Genetica e Sport: quanto contano i geni?
Genetica e Sport: “Arrivare da alti livelli è questione di predisposizione genetica!”
Quante volte ci è capitato di sentire o pronunciare noi stessi questa frase? In questo articolo vogliamo continuare un filone sulla genetica. Qui parliamo proprio di genetica. O meglio, di quanto conti la genetica nello sport.
Un tema molto sentito e per tale ragione abbiamo deciso di indagare e trovare delle risposte.
Genetica e sport: esiste un gene della prestazione fisica?
Il gene ACE nelle prestazioni di forza e resistenza
Ancora prima della genetica esistono dei requisiti indispensabili: costanza e molta esperienza di allenamento.
Infatti, due atleti di pari livello, ammesso e concesso che sia facile trovarli e che esistano, potrebbero vincere o perdere grazie alla presenza o l’assenza di determinate caratteristiche genetiche.
Difficile da credere?
Eppure la scienza su questo ha cominciato ad esprimersi. Si sono scoperti alcuni alleli di geni specifici che potrebbero munire l’atleta di una più alta o più bassa predisposizione alla performance atletica specifica.
Siete scettici? Di seguito, vediamo cosa dice la scienza su genetica e sport.
Nel 2000, un articolo pubblicato sulla rivista Nature, ha dimostrato come il meccanismo di regolazione della nostra pressione arteriosa è garantito dall’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE). In verità questo lo si sapeva già, ma non si sapeva in cos’altro fosse coinvolto. Infatti, esistono due varianti del gene dell’ACE, in grado di conferire determinate caratteristiche all’efficienza dei muscoli allenati.
In altre parole, l’adattamento ad un determinato tipo di allenamento sembrerebbe essere influenzato dalla presenza o meno di alcuni alleli. Precisamente si sono scoperti due versioni del gene ACE: una forma D e una forma I.
L’ACE di tipo D parrebbe più adatto allo sviluppo di forza e potenza muscolare. Con il termine di forza s’intende in questo caso la forza massima e non forza nell’accezione generica del termine.
Al contrario, all’ACE di tipo I è attribuibile ad un maggior sviluppo delle fibre muscolari a contrazione lenta ovvero le fibre rosse.
In parte possiamo dire fino che la genetica faccia la sua parte nel determinare alcune caratteristiche. Ma non è tutto!
Si svolsero altre ricerche in merito alla performance atletica.
In campo biologico e genetico prendere da riferimento due gemelli può essere utile per analizzare alcune relazioni. Si cercò pertanto di comprendere il fenotipo attraverso l’allenamento e attraverso i fattori genetici. Però ricordiamoci di distinguere i fratelli identici (monozigoti) da quelli dizigoti.
Infatti, si comprese come le differenze tra due gemelli monozigoti riscontrabili nella performance sportiva fosse dovuto interamente a ragioni di tipo ambientale. Su questo è stato ampiamente esaustiva la pubblicazione di libera consultazione di Von e collaboratori visionabile al presente link e inserito in bibliografia al termine dell’articolo.
Al contrario, si osservò che i gemelli dizigoti avevano differenze dovute sia dall’espressione genetica che ambientale.
Genetica e sport: il massimo volume di ossigeno è determinato geneticamente?
Siamo nel 1984 quando Prud’homme e collaboratori hanno identificato una forte componente genetica nel miglioramento del massimo consumo di ossigeno.
Questi dati vennero poi riportati nella loro ricerca da Von e collaboratori nel 2005. Ci furono diversi sviluppi che mostrarono come il DNA mitocondriale (mtDNA) abbia ereditarietà materna.
Di conseguenza se ne dedusse che lo sviluppo e l’allenamento del massimo consumo di ossigeno, o VO2 max, fosse di stampo materno e non paterno.
Genetica e sport: Il gene della alfa actinine 3 (ACTN3) per lo sviluppo di forza e potenza
Ora, cerchiamo di capire cosa sono le alfa actinidie. Sono fondamentali per la formazione delle linee Z dei muscoli. In parole più semplici sono quelle proteine implicate nella regolazione della contrazione muscolare.
Ad esempio, la presenza nei muscoli dell’alfa actinina 2 è importante per chi effettua gare di lunga durata. Infatti, si è visto che gli atleti di endurance sono muniti principalmente di questo tipo di alfa actinina.
Invece, per quanto riguarda gli atleti di sprint la questione cambia. Infatti, esistono delle varianti di un gene definito ACTN. Questa variante è appunto l’alfa actinina 3, che permetterebbe ad alcuni individui di essere maggiormente capaci ad esprimere performance di potenza.
Inoltre, l’allele R del gene ACTN sembrerebbe utile per la formazione di muscoli più predisposti a competizioni di potenza. Infine, un secondo allele, definito X, parrebbe più adatto per garantire ai muscoli contrazioni di lunga durata.
Genetica e sport: considerazioni
Bisogna ammettere che ancora tanto è da scoprire in merito a questo affascinante tema.
Però, si è notato nel corso degli anni come la performance sportiva dipenda sicuramente sia da componenti genetiche che da componenti ambientali. Ancora, sappiamo che l’allenamento e la specializzazione atletica permettono la manifestazione o meno di alcuni caratteri.
Dunque resta indispensabile allenarsi nel corso della vita e, con un po’ di fortuna, sapremo se lo sport che abbiamo scelto è proprio quello più adatto a noi.
Buon allenamento!
A cura del Dottor Giulio Merlini
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BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
- MacArthur DG, North KN (2004). A gene for speed? Theevolution and function of alpha-actinin-3. BioEssay;26: 786-795.
- Prud’homme D et al. (1984). Sensitivity of maximal aerobic power to training is genotype-dependent. Med Sci Sports Exerc; 16: 489-493.
- Von G et al. (2005). Genetica e performance sportiva.