I robot sostituiranno i personal trainer nel prossimo futuro
La notizia del robot umanoide costruito in collaborazione tra i politecnici di Torino e Milano ha destato scalpore tra gli addetti ai lavori del mondo del fitness.
Come usanza, quando escono notizie di questo tipo si innalzano cori di sdegno tra coloro che portano alta la bandiera dell’importanza del rapporto umano, come se questi atteggiamenti fossero utili a fermare una rivoluzione tecnologica inarrestabile. Peggio ancora quando questi slogan si affiancano alla convinzione di quanto ci auto-consideriamo insostituibili agli occhi del mondo. Inutile dire quanto sia un costrutto mentale privo di logica.
Sembra di sentire un po’ coloro che nei primi anni dell’internet affermavano l’impossibilità di creare un mondo digitale, con lo slogan che nessuno avrebbe mai comprato online e dicendo che progetti come Amazon sarebbero falliti di lì a poco. Poi sappiamo bene come è andata!
Una cosa è certa: in una rivoluzione di questo tipo che porterà la maggior parte delle persone a cambiare professione diverse volte nel corso della vita, si affiancano i romantici che vedono con gli occhi incantati il loro ruolo nel mondo, considerandosi unici. Nonostante la speranza sia l’ultima a morire, basterebbe osservare cosa è successo negli ultimi 20 anni di digital per capire che le cose nei prossimi decenni subiranno un colpo di acceleratore senza precedenti.
Da scuole completamente telematizzate, denigrate da chi sarebbe ancora alla sella di un cavallo, a servizi che verranno sempre più automatizzati grazie ad algoritmi che riprodurranno i comportamenti umani e anticiperanno le risposte.
Se osservassimo già oggi il mondo, vedremmo come le app sottraggano da diversi anni un pezzetto del mercato del fitness (e non solo del fitness!). Alcune di queste applicazioni, usate dagli stessi trainer, sono in grado di monitorare l’allenamento, proporre una progressione e avviare video tutorial sul “come” eseguire un esercizio e alcune di queste forniscono anche piani dietetici completamente automatici a costi irrisori. Senza considerare il fatto che tantissimi trainer, invece di formarsi, utilizzano piattaforme di condivisione video come YouTube per autoeleggersi professionisti aggiornati, dopo la visione di un video di 5 minuti. Quantomeno ci auguriamo che non siano gli stessi che parlano dell’importanza del rapporto umano, dopo averlo scritto sullo stesso mezzo tecnologico che criticano tanto e che gli fornisce strumenti fino a 30 anni fa inimmaginabili.
Date queste premesse è piuttosto evidente come nel futuro l’intelligenza artificiale diventerà talmente all’avanguardia da sostituire in modo certo l’attuale ruolo del personal trainer. Specie di coloro che contano le ripetizioni e intanto guardano il cellulare e le notifiche su Facebook o Instagram. Come abbiamo specificato tante volte nei corsi di formazione, il personal trainer è un bene di lusso e come tale va trattato. Se la nostra tariffa è paragonabile a quella di un’applicazione che al tempo stesso ci fa da GPS, ci propone tutorial e ci fornisce grafici di comparazione nei mesi, è piuttosto chiaro che bisogna ripensare al ruolo del trainer dalle sue basi, compresa la tipologia di servizio.
Un cambio culturale che dovrebbe partire dal modo in cui pensiamo e osserviamo le dinamiche del mondo, invece di rimanere fermi su posizioni culturali che verranno presto completamente sovvertite dai fatti. Ci ricordano quei trainer che criticavano i personal trainer online, salvo poi in piena pandemia adeguarsi alla stessa mansione da loro criticata.
Non sappiamo ovviamente se i robot sostituiranno integralmente il settore, ma se pensiamo a quanto risparmio avrebbero i proprietari di un centro fitness, ci vuole poco per capire che ci saranno meno posti disponibili nel settore e si richiederanno servizi molto più sartoriali e dal prezzo decisamente più elevato. Il prezzo più elevato pone un altro problema: non tutti se lo potranno permettere e questo causerà un ulteriore collo di imbuto al mercato, lasciando molti trainer a casa o con la necessità di cercare un altro lavoro.
La possibilità che un robot possa sostituirsi ad un trainer in carne ed ossa dovrebbe darci quella spinta imprenditoriale per eseguire tutte le riflessioni del caso, per migliorarci costantemente giorno dopo giorno e pensare ad un servizio che possa davvero essere interessante agli occhi del pubblico, senza pensare che l’insostituibilità derivi dal nostro nome e cognome.
Leggi l’articolo completo su Ansa.
REFERENZE IMMAGINI
Photo by Fitore F on Unsplash
Tag:business