Il Colesterolo: guida informativa e il suo ruolo per la vita
Il Colesterolo: tra leggende e verità
Questa sostanza ha fatto e fa parecchio parlare di sé. Dapprima denigrato in quanto imputato dell’insorgenza di patologie cardiovascolari e oggi, oserei dire finalmente, rivalutato per il suo ruolo indispensabile alla vita umana. Una prima riflessione ci porta a considerare che il colesterolo in eccesso sia imputabile ad una più alta probabilità di sviluppare patologie cardiovascolari.
La domanda vera è, però, la seguente: il contenuto di colesterolo assunto attraverso gli alimenti è in grado di influenzare quelle endogene?
Da diverse ricerche risulta che le concentrazioni di questo lipide nel sangue siano influenzate dall’assunzione di acidi grassi saturi con la dieta.
Una review del 2015 ha fatto notare come il colesterolo introdotto attraverso la dieta sia in grado di consizionare la produzione di quello endogeno, con un aumento sia delle HDL sia delle LDL (Berger et al. 2015).
Quello che si evince però è che alcuni studi rilevano un aumento del rischio cardiovascolare all’aumento del colesterolo introdotto con gli alimenti, altri invece sembrerebbero aver dimostrato il contrario.
Il Colesterolo: funzioni e importanza biologica
Questa sostanza è indispensabile per la vita poiché sottende ad una miriade di processi metabolici fondamentali, elenchiamone alcune.
Dallo sviluppo dell’embrione durante la gravidanza passando per la sua funzione di precursore di diverse altre molecole, come la vitamina D e tutti gli ormoni steroidei (estrogeni, progesterone e testosterone) fino alla formazione della bile.
Basti pensare che il sistema nervoso, il tessuto connettivo, la pelle e i muscoli contengono circa il 70-75% di tutto il colesterolo dell’organismo e questo ci permette di comprendere il suo ruolo omeostatico.
Inoltre, costituisce tutte le membrane plasmatiche delle cellule, assolvendo alla funzione strutturale (Arienti, 2011). Un esempio è la mielina intorno ai nervi del sistema nervoso che è costituita da colesterolo.
Dunque il colesterolo è importantissimo e nei corsi di nutrizione e integrazione possono essere fornite buone informazioni, ma noi cerchiamo di fare chiarezza fornendo qualche indicazione in più.
L’omeostasi corporea del Colesterolo
L’80% del colesterolo circolante è prodotto dal corpo stesso e solo un 20% deriva dagli alimenti. Soltanto un 40-50% del colesterolo assunto con gli alimenti si riverserà nel sangue mentre la restante parte sarà eliminata tramite le feci.
Circa 1000 mg è il quantitativo di colesterolo assunto con gli alimenti e derivante dalla produzione endogena, ma almeno una parte altrettanto importante sarà eliminata a causa degli acidi biliari e del colesterolo biliare.
Le lipoproteine e il Colesterolo
Le LDL, le lipoproteine a bassa densità, sono molto ricche di colesterolo. Le LDL, definite volgarmente “colesterolo cattivo”, sono molecole che hanno il compito di trasportare il colesterolo stesso dal fegato alle cellule periferiche.
Al contrario, le HDL, definite “colesterolo buono” sono deputate a ritrasportare il colesterolo dalle cellule periferiche e dal pavimento dei vasi sanguigni nuovamente al fegato.
I lipidi assunti con l’alimentazione vengono incorporati, a livello intestinale, in strutture definite micelle. Il colesterolo viene complessato in molecole definite chilomicroni a livello enterocitario.
I chilomicroni hanno la funzione di rifornire di trigliceridi le cellule del tessuto mammario, di quelle del tessuto adiposo e muscolare.
Questo complesso sistema di trasporto serve a garantire una corretta sintesi a livello ormonale e a livello epatico.
Analisi del sangue e Colesterolo: valori soglia
Il colesterolo alto è uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di ictus e infarto.
Nel sangue si trova per più del 70% in forma esterificata, cioè legata ad un acido grasso. Inoltre esso non rappresenta l’unico fattore di rischio per problematiche cardiovascolari. Infatti se un soggetto è obeso, diabetico e ha un quantitativo di HDL sotto i livelli normali, aumenta la probabilità di rischio per la salute.
Ancora oggi però il gold standard per la prevenzione delle patologie cardiovascolari è mantenere i livelli di colesterolo totali al di sotto di determinati valori (Mann, Jimenez 2013). Valori al di sopra dei 200 mg/dl sembrano innalzare del doppio il rischio di incidenza di patologie cardiovascolari rispetto a coloro con valori nella norma ovvero al di sotto dei 180 mg/dl.
La sintesi endogena di Colesterolo
Il colesterolo viene sintetizzato nel nostro organismo in quantitativi variabili in base al peso del soggetto, circa 10 mg/kg/dì.
La sintesi di questa sostanza è regolata da una serie di enzimi, di cui il più importante biologicamente è l’HMG-CoA riduttasi. Questo enzima è lo stesso che viene bersagliato dai farmaci statinici e da alcune statine naturali presenti in determinati alimenti, come il riso rosso fermentato.
Esiste un meccanismo a feedback che regola la produzione del colesterolo. In altre parole, più colesterolo viene prodotto e più viene inibita la produzione a livello epatico.
Alimenti e colesterolo
Il colesterolo è un lipide di origine animale. Gli alimenti vegetali contengono un’altra sostanza chiamata fitosterolo. In verità denominarlo fitosterolo non è corretto, ma risulta più appropriato il termine di fitosteroli, poiché esistono diverse molecole racchiuse in questa categoria: il Beta-sitosterolo ne è un esempio. Al contrario del colesterolo che è assorbito per una quota del 50%, i fitosteroli vengono assorbiti con una percentuale molto più bassa: dal 2 al 5%.
In quali quantità è presente il colesterolo negli alimenti? Nella figura sottostante trovate alcuni esempi di alimenti e i relativi quantitativi medi di colesterolo.
Il valore di Colesterolo alto e l’attività fisica
Molti pazienti con elevati livelli di colesterolo vengono invitati a praticare attività fisica giornaliera per abbassarne la quota totale. Questa abitudine risulta particolarmente utile su tutto il profilo lipidico nel sangue.
Infatti, persone attive comparate a persone sedentarie manifestano livelli di colesterolo più bassi, unitamente a valori più modesti di LDL e di trigliceridi con un contemporaneo aumento delle HDL. (Skoumas 2003).
Quale attività fisica prediligere?
Si è visto come svolgere 150 minuti di lavoro aerobico settimanale al 65% della massima capacità aerobica (VO2 max) sia in grado di migliorare il rapporto colesterolo/HDL (Nybo et al. 2010).
Inoltre, un incremento graduale dell’intensità del lavoro nei mesi, passando da un 50% ad un 85% della massima potenza aerobica, svolto per 20-60 minuti, 3 volte settimanali, ha permesso una diminuzione dei livelli totali di colesterolo e un miglioramento del rapporto colesterolo/HDL (Dunn et al. 1997).
Conclusioni finali e considerazioni personali
Quando scrivo un articolo su argomento, lo termino con più dubbi di quando ho cominciato a raccogliere il materiale.
Infatti gran parte delle ricerche sono discordanti e non si trova spesso una grossa uniformità nelle informazioni. Per quanto riguarda un tema così affascinante come il colesterolo e con i mezzi a nostra disposizione in rete si trova davvero di tutto! Pubmed contiene migliaia di articoli che hanno investigato questa tematica ed è giusto poter chiarire alcuni concetti, per non lasciare spazio a fraintendimenti.
Risulta fondamentale controllare la dieta e aumentare l’attività fisica dell’individuo, sia di ordine aerobico che di tipologia anaerobica con sovraccarichi.
Anche l’attività con sovraccarichi si è dimostrata utile a ridurre il livelli di colesterolo e ad incidere sui valori delle LDL (Kraemer, Ratamess 2004) .
Pensare di agire solo sull’attività fisica è riduttivo ed è necessario abbinare una dieta che sia conforme al livello di salute dell’individuo.
In casi di colesterolo alto è possibile consigliabile assumere pesce grasso come il salmone. L’alto contenuto di omega-3 del salmone permette di agire sulle HDL e fornire una prima cardio-protezione.
Invece, i soggetti vegetariani possono utilizzare delle capsule di omega-3, ma la posologia andrà personalizzata da un medico abilitato o un biologo nutrizionista del settore, in base alla necessità individuale previa visione delle analisi del sangue aggiornate.
Inoltre, il controllo passa mediante una restrizione degli alimenti con alti livelli di acidi grassi saturi (quali una limitazione delle carni rosse e affettati) e un maggior introito di acidi grassi mono e poli-insaturi, con un concomitante aumento dei prodotti di origine vegetale.
Al di fuori della dieta e dell’allenamento sarà indispensabile indagare se il soggetto soffre di ipercolesterolemia congenita e se la sua situazione non sia, in realtà, sempre stata con valori ematici di colesterolo ai limiti di norma. In tal caso, si cercherà di ridurre gli altri fattori di rischio monitorando periodicamente la situazione.
A cura del Dottor Giulio Merlini
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BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
- Arienti G (2011). Le basi molecolari della nutrizione, Piccin Editore, Padova; p.150-151.
- Berger S et al. (2015). Dietary cholesterol and cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis, Am J Clin Nutr; 102(2): 276-294.
- Dunn A, Marcus B, Kampert J et al. (1997). Reduction in cardiovascular disease risk factors: 6-month results from Project Active. Prev Med; 26(6):883–92.
- Kraemer WJ, Ratamess NA (2004). Fundamentals of resistance training: progression and exercise prescription. Med Sci Sports Exerc; 36(4): 674–88.
- Mann S, Beedie C, Jimenez A (2014). Differential Effects of Aerobic Exercise, Resistance Training and Combined Exercise Modalities on Cholesterol and the Lipid Profile: Review, Synthesis and Recommendations, Sports Med; 44: 211-221.
- Nybo L, Sundstrup E, Jakobsen M et al. (2010). High-intensity training versus traditional exercise interventions for promoting health, Med Sci Sports Exerc; 42(10):1951–8.
- Skoumas S et al. (2003). Physical activity, high density lipoprotein cholesterol and other lipids levels, in men and women from the ATTICA study, Lipids Health Dis; 2:3
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