Il personal trainer: chi sei e quale servizio eroghi?
Una domanda lecita. Scoprire chi sei. Fondamentale ancor prima di cominciare a lavorare o ad impostare un servizio.
Ci vediamo più facilmente rappresentati dalla politica di un negozio di vestiti prodotti in batteria o dalla politica di una sartoria che cura il minimo dettaglio e cerca di assecondare l’esigenza del singolo cliente?
Capiamo da soli come nel primo caso si facciano abiti a basso costo per tutti. Questo servizio è particolamente adatto per chi non può spendere molto o non ha interesse ad investire in abiti o vestiti di un certo valore fatti da un sarto.
In altre parole, il nostro brand da professionisti deve rivolgersi ad un’utenza. Quale di preciso? Lo decidiamo noi, ma dovrebbe essere fatto a monte.
Non possiamo pensare di chiedere 100 Euro di personal per erogare una lezione che proponiamo ad altre 1000 persone. In quel caso quel servizio è più adatto a chi vuole spendere 10 Euro a testa in small groups da 5-6 persone. Ognuno spende poco per avere l’assistenza di un trainer.
E voi, quale brand siete e rappresentate? Siete riusciti ad ottenere quello che volevate?
Il problema è costruire passo dopo passo e giorno dopo giorno il vostro servizio. Non sarà facile perché la strada sarà in salita. Potreste perdere molti clienti all’inizio, ma fa parte del processo. Dovrete fare scelte anche importanti che potrebbero farvi ritornare sui vostri passi o semplicemente potreste non colpire la clientela di vostro interesse. Magari potreste scoprirvi capaci ad intrattenere una platea di persone, ma essere meno bravi come allenatori e tecnici.
Non c’è un servizio migliore o peggiore. Sono semplicemente scelte. C’è chi ama intrattenere con la musica e saltare sullo step insieme a 5-6 persone o 20 o più persone e chi preferisce costruire una sartoria one to one con criteri molto più rigidi.
Voi dove siete collocati?
La filosofia del lavoro e le dinamiche del personal training
Da dove cominciare?
Dalla gavetta.
Ma solitamente la gavetta non si associa alla parola gratis?
Si, solitamente è così. Specie in Italia dove persino la parola stage è associata a “prestazione gratuita”.
Però meglio gratis che pagare per imparare!
State scherzando vero?
No. Siamo seri. Anche perché rispondete alla seguente domanda:
Perché mai un collega dovrebbe insegnarvi direttamente il lavoro per poi fargli direttamente concorrenza?
Voi lo fareste? Immaginatevi inoltre che chi chiede determinate tariffe non vi insegnerà tutto ciò che sa, a meno che voi non rimaniate con lui o lui non abbia intenzione di creare una collaborazione lavorativa.
In tutti gli altri casi, imparare il lavoro è il miglior investimento che possiate fare. Perciò è molto probabile che dobbiate mettere mano al portafoglio.
Le domande prima di cominciare
Ho già fatto gavetta, ma di aprire la partita IVA non ne ho nessuna intenzione, perché non riuscirei a sostenermi.
Qui nasce il problema della maggioranza delle persone che si professano super-professionisti del nuovo millennio e poi si scopre che non sono professionisti riconosciuti dallo stato.
Piccolo spoiler. Per essere professionisti dovete avere una partita IVA. Capiamo anche che pettinarsi i capelli davanti allo specchio di casa facendo finta che siate i migliori personal trainer del mondo sia una figata e vi lusinghi. Peccato che siano un sacco di costruzioni mentali, perché la realtà è un’altra.
Se non si possiede una partita IVA non siete dei liberi professionisti neanche agli occhi dello stato. Capite bene che la questione diventa spinosa.
Si, ma se non ho clienti come si fa?
Con la famosa gavetta annunciata prima. Si lavora per qualcun altro e si fa tanta pratica.
Momento spoiler.
Perderete molti dei vostri clienti iniziali per inesperienza, anche se crederete di entrare nel mercato e sbaragliare tutti. Vi accorgerete che non sarà proprio così come ve lo immaginate nei film.
Per questo abbiamo pensato ad alcuni esercizi da fare con carta e penna. Già. Niente piegamenti sulle braccia, squat o foto da postare su Instagram dal vostro bagno di casa. Vi servono solo una carta e una penna.
Siete pronti?
Allora cominciamo.
Costruzione della vostra identità e del vostro brand
Iniziamo dalla base:
- Chi sono?
Descrivetevi nella maniera più dettagliata possibile. Amate andare in giro con jeans strappati e berretto al contrario con la camminata alla Happy Days o siete persone più discrete e distinte? Per esempio indossate sempre un abito elegante? Oppure una via di mezzo? Se doveste scegliere una città, quale città vi rappresenta nel vostro immaginario? E perché vi rappresenta proprio quella città? Quali valori vi trasmette che sarebbero i valori del vostro brand?
Sembrano domande stupide, ma non potete pensare di erogare un servizio senza sapere chi siete. Da chi siete capirete anche quale servizio è più adatto al vostro carattere.
Passiamo alla domanda successiva.
- Perché dovrebbero scegliere proprio me?
Quale valore aggiunto erogate rispetto alla concorrenza? Prendete qualsiasi genere di utenti o vi concentrate su un’utenza specifica? È solo il prezzo che vi distingue o c’è dell’altro? Se si, cosa?
- Come fate percepire il vostro valore all’utente finale?
Non basta purtroppo avere un carattere distintivo. Bisogna farlo percepire. In altre parole, dire “mi distinguo perché sono il migliore” è una frase che non ha senso. In primis perché essere i migliori non è possibile. I migliori rispetto a chi? Ma soprattutto: i migliori per quale tipo di utenza?
Perciò: troviamo un modo per far percepire un determinato valore aggiunto e descriviamo dettagliatamente il nostro servizio.
Che voi siate animatori o tecnici qualificati che allenano atleti di uno sport specifico, vi diamo alcuni consigli.
Evitate l’emulazione di colleghi. Dovete farvi un esame di coscienza e capire chi siete voi e quali attitudini possedete.
Non potete pensare di ottenere grandi risultati sull’emulazione. Potete ottenere grandi risultati se fate ciò che vi riesce meglio. Alle volte andare contro corrente è la scelta giusta. Altre volte capire quale genere di clienti attiriamo e perché può essere una spia per capire tante dinamiche.
Ognuno di noi rappresenta un brand e il bello è che possiamo decidere la tipologia di brand se sappiamo innanzitutto chi siamo noi.
Fatelo con intelligenza. Da questo dipende il destino della vostra professione e il vostro successo futuro.
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