Il riscaldamento muscolare: le funzioni
Quante volte vediamo in palestra soggetti che non effettuano il riscaldamento muscolare e iniziano immediatamente ad allenarsi?
Su internet si leggono pareri discordanti circa l’utilità o meno del riscaldamento, fino a paragonare gli esseri umani agli animali. Ad esempio, si legge che la lepre non si riscalda prima di fuggire. Certo, ma dobbiamo ragionare sul fatto che l’essere umano non è una lepre!
In realtà, la giornata della maggior parte dei soggetti (e non delle lepri) con un lavoro sedentario che frequenta la palestra, risultano più esposti agli infortuni. Di conseguenza, un adeguato riscaldamento è utile. Inoltre, non deve mancare mai nel caso in cui gli obiettivi siano legati ad una condizione di Wellness.
Ma quali funzioni ha il riscaldamento e quali cosa dovrebbe conoscere un personal trainer su questo aspetto?
Il riscaldamento muscolare: le funzioni
Questa attività ha la funzione di attivare l’organismo a prepararsi al vero e proprio allenamento. In particolare, la sua azione ha i seguenti effetti:
- Innalzare la temperatura corporea generale e quella locale dei muscoli che saranno oggetto dell’allenamento;
- Promuovere l’apertura dei vasi capillari agevolando gli scambi metabolici;
- Favorire una maggior elasticità muscolo-tendinea;
- Aumentare il grado di lubrificazione delle articolazioni grazie alla proprietà tissotropica del liquido sinoviale;
- Favorire l’attivazione, il controllo e la risposta del sistema nervoso;
- Richiamare gli schemi motori per prepararsi ai movimenti più impegnativi.
La durata del riscaldamento
Il riscaldamento muscolare ha in genere una durata di 10 minuti, ma può variare enormemente in base al soggetto e alle condizioni ambientali.
Ad esempio, per i soggetti anziani è necessario praticarlo per più tempo senza dimenticare di inserire degli esercizi di mobilità articolare. Questa maggior durata è dovuta al fatto che con il normale invecchiamento i tempi di adattamento delle funzioni fisiologiche aumentano.
Ancora, allenarsi a basse temperature richiede più tempo dedicato al warm-up rispetto alle condizioni più miti.
Infine, il riscaldamento muscolare deve essere proporzionale al tipo di attività che si andrà ad effettuare e alle condizioni atletiche del soggetto.
I tipi di riscaldamento
Si possono distinguere fondamentalmente due tipologie di riscaldamento:
- Generale, effettuato con il lavoro aerobico e che coinvolge più masse muscolari contemporaneamente come, ad esempio, correre, usare la cyclette e l’ellittica;
- Specifico, effettuando delle serie di avvicinamento con un carico inferiore rispetto a quello dell’allenamento
Infine, esiste un tipo di riscaldamento definito passivo che si pratica attraverso il massaggio, ma non dovrebbe essere utilizzato in modo esclusivo soprattutto in previsione di attività impegnative.
Il riscaldamento muscolare riveste un ruolo importante e come ogni altra attività deve essere pianificato, personalizzato e contestualizzato. Inoltre, non dovrebbe mai mancare all’interno di una scheda di allenamento.
Insomma, qualsiasi personal trainer che mette al centro la professionalità non confonderebbe mai una lepre con un essere umano…
Buon allenamento!
A cura del Dottor Stefano Murisengo
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