Ipoglicemia reattiva e sport: che cos’é? Attenti ai carboidrati semplici!
Ipoglicemia reattiva e allenamento: attenzione agli zuccheri!
In questo articolo analizziamo in maniera semplice che cos’è l’ipoglicemia reattiva. Con il termine di ipoglicemia intendiamo una situazione in cui la glicemia del sangue tende a scendere sotto i 60 mg/dl. Il termine di glicemia identifica il quantitativo di glucosio (per capirci lo “zucchero”) presente nel sangue.
L’ormone che permette di gestire un’immissione elevata di zuccheri nel sangue è l’insulina, prodotta dalle cellule Beta pancreatiche che svolge la funzione di “maggiordomo”.
In parole povere l’insulina permette di far entrare lo zucchero nelle cellule.
Lo stesso tipo di azione, chiamata appunto insulino-simile, la svolge l’attività motoria. Durante uno sforzo fisico le cellule aumentano la loro richiesta di glucosio che tende, più o meno velocemente, ad essere utilizzato. Pertanto le cellule muscolari faranno entrare al loro interno il glucosio presente nel sangue con un meccanismo insulino-indipendente ovvero senza la mediazione dell’ormone insulina.
Immaginiamo ora, per capire il fenomeno della ipoglicemia reattiva, che una persona poco prima di entrare in palestra si mangi un gelato!
Il gelato, come ben sappiamo, è ricco di zuccheri semplici. Pochi minuti dopo la persona comincia a svolgere attività fisica e si verificheranno due eventi contemporaneamente:
- Un aumento dei livelli di insulina, provocati dal consumo di zuccheri semplici;
- Una trasmigrazione dei recettori per il glucosio GLUT-4 a causa dell’esercizio fisico. (In pratica i muscoli aprono le porte di ingresso al glucosio).
La trasmigrazione dei recettori GLUT-4 avverrebbe in condizioni di riposo solo su stimolazione dell’ormone insulina. Ma non in questo caso: la causa, come abbiamo visto sopra, è l’esercizio fisico! In questo modo l’effetto dell’insulina si sommerà all’effetto dell’esercizio fisico provocando il fenomeno noto come ipoglicemia reattiva.
Potremmo immaginarlo come un evento amplificato dove gli zuccheri entrano velocemente nelle cellule a causa della combinazione insulina ed esercizio fisico.
Proprio per questa ragione si sconsiglia di consumare carboidrati (CHO) ad alto indice glicemico immediatamente prima dell’attività fisica. Inoltre il consumo di alimenti ad alto indice glicemico poco prima dell’inizio di una performance sportiva o di un allenamento potrebbero causare affaticamento precoce.
L’enorme dibattito su quale tipologia di carboidrati consumare prima di una prestazione resta acceso considerando i risultati discordanti di diversi studi.
Il timing di assunzione dei carboidrati e ipoglicemia reattiva
Quello che ci interessa è comprendere quanto tempo prima è possibile consumare CHO ad alto indice glicemico per evitare il fenomeno dell’iperglicemia reattiva.
Il consiglio è quello di consumare l’alto indice glicemico lontano da una prestazione o subito dopo, per sfruttare in quest’ultimo caso la migrazione dei recettori GLUT-4 senza bisogno della mediazione dell’insulina.
Il basso indice glicemico è sempre da preferire poco prima di un allenamento da 1 a 4 ore prima. Infatti questo permette di evitare le situazioni di ipoglicemia reattiva.
In tal senso però è giusto ribadire come i risultati non siano unidirezionali e ci siano state anche conclusioni differenti a seconda degli studi e tali situazioni andrebbero contestualizzate di volta in volta.
A cura del Dottor Giulio Merlini
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BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
- Ormsbee MJ, Bach CW, Baur DA (2014). Pre-Exercise Nutrition: The Role of Macronutrients, Modified Starches and Supplements on Metabolism and Endurance Performance, Nutrients; 6(5): 1782-1808.
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2 Comments
Cosa succede se durante il trekking subentra l’ipoglicemia ed essendo di buona volontà si continua a camminare, magari più piano?