Isolamento, stress e preferenze alimentari
Durante questi giorni di isolamento forzato, non ho potuto fare a meno di notare quanto sui social le persone si siano date ai fornelli. L’aspetto un pochino preoccupante però è stato notare come spesso i cibi preparati fossero tutt’altro che sani. Torte, biscotti, dolci, pizze, alcolici e snacks hanno e stanno affollando le nostre case e Instagram stories.
Sebbene inizialmente abbia pensato che si trattasse di un modo per trascorrere il tempo, pian piano iniziai a rendermi conto di quanto potesse in realtà essere un coping mechanism per affrontare la condizione in cui ci troviamo.
Iniziai di conseguenza a pormi alcune domande.
In che misura lo stress può impattare sulle nostre scelte alimentari?
Esiste una relazione tra stati di ansia e tensione per i quali quantità e qualità del cibo consumato viene meno?
In questo articolo vedremo di delineare brevemente l’effetto dello stress sul comportamento alimentare.
Isolamento e spiche: opinione sulla presa di coscienza
Sono passate ormai circa due settimane dal momento in cui il nostro Paese ha adottato misure estremamente restrittive per contenere il contagio da Coronavirus. Come ben sappiamo, tali misure prevedono l’isolamento, lo stravolgimento totale delle nostre abitudini, l’impossibilità di incontrare amici, partners e parenti. Per di più, ulteriori restrizioni sono state deliberate limitando ulteriormente la nostra possibilità di svolgere attivita’ fisica.
La quarantena cui siamo sottoposti attualmente ha o potrà indurre conseguenze negative sul piano psicologico. Tengo a precisare che non è mio intento esacerbare stati di stress o negatività col presente testo. Anzi. Credo che la consapevolezza degli effetti sulla nostra salute accennati brevemente in questo articolo dovrebbero essere considerati come strumenti per affrontare la situazione nel modo più lucido possibile. In aggiunta, ora più che mai dovremmo comprendere l’importanza di uno stile di vita attivo e della sana alimentazione.
Gli effetti deleteri dell’isolamento
Il nostro benessere psico-fisico è messo a dura prova in queste settimane.
La ricerca negli anni ha indagato tali effetti sul nostro wellbeing evidenziando come la perdita di libertà, l’irritabilità dovuta all’impossibilità di avere relazioni sociali e la noia siano i primi fattori negativi della quarantena. Ciò nonostante, il suo prolungarsi nel tempo è probabile scaturisca l’insorgenza di episodi di ansia, depressione, rabbia e dipendenza da sostanze come alcol e fumo (Lunn et al., 2020).
Altro aspetto estremamente importante da considerare è come lo stress influenzi le nostre scelte alimentari.
Stress e scelte alimentari
Vediamo innanzitutto di definire il termine stress. Yau e Potenza (2013) lo descrivono come l’insieme di “processi che coinvolgono percezione, valutazione e risposta ad eventi e stimoli dannosi”.
In condizioni di stress, il nostro organismo attiva risposte adattative per affrontare la situazione da cui possiamo trarre beneficio con la giusta motivazione. Quando però gli stimoli generanti stress si acutizzano e prolungano nel tempo la capacità adattativa viene meno tanto da influenzare negativamente l’omeostasi del nostro organismo (Yau & Potenza, 2013).
Il comportamento alimentare in molti casi è soggetto a variazioni quando si ha a che fare con situazioni stressanti. Alcuni studi han infatti riportato come in condizioni di stress il consumo di cibo sia alterato. Alcuni soggetti reagiscono aumentando o riducendo l’introito calorico giornaliero del ~40% mentre ad altri non riporta variazioni (Yau & Potenza, 2013).
Altro aspetto importante è legato alla qualità del cibo scelto. Sembrerebbe che la scelta sia più orientata verso cibi grassi o ricchi di carboidrati ricercando dunque edonismo (piacere) e comfort nell’alimentazione (Zellner et al., 2006), pur in assenza di fame (Rutters et al., 2009).
Stress e cibo: il ruolo degli ormoni
Alcuni ormoni sembrano ricoprire un ruolo nella fame nervosa. Il cortisolo ad esempio si presenta in elevate concentrazioni in soggetti obesi che presentavano alti livelli di stress (Born et al.,2013). Infatti, sembrerebbe esserci un’azione parallela di leptina e cortisolo per quel che riguarda il drive to eat. Entrambi gli ormoni pare ricoprano un ruolo importante nella regolazione del consumo di cibo.
Non solo la tendenza in condizioni di stress è quella di consumare più calorie, ma vengono preferiti cibi ad alta densità di macronutrienti in particolare alimenti ricchi di carboidrati e grassi. Inoltre, il senso di sazietà sembra venire meno, contribuendo a far pasti frequenti e optando per cibi non sani (Born et al.,2013).
Conseguenze della fame nervosa sulla salute
I risvolti della fame nervosa sulla nostra salute oltre a non essere pochi non son dei migliori. Cibi appetibili consumati di frequente hanno effetti su molti aspetti del nostro organismo. Ad esempio, sono scientificamente provate alterazioni del metabolismo di carboidrati e grassi, della sensibilità insulinica, della capacità di distinguere i cibi sani dal junk food (Yau & Potenza, 2013).
Nel lungo termire il rischio è quello di sovvrastimolare il sistema di ricompensa. Questo indurrà adattamenti a livello cerebrale che consolideranno l’abitudine di mangiare frequentemente optando per alimenti non ottimali. Una volta consolidato il meccanismo, questo comportamento diventa abitudine e le probabilità di aumentare BMI, peso e massa grassa sono elevate.
Conclusioni
In conclusione, la situazione drammatica che stiamo vivendo metterà notevolmente alla prova la nostra capacità di gestione dello stress e dell’ansia. Un meccanismo che alcuni di noi adotteranno sarà ricercare conforto nel cibo. Considerando quanto trattato in questo articolo è bene cercare di mantenere o adottare abitudini alimentari sane onde evitare l’instaurarsi di cattive abitudini.
Pertanto, invitiamo i nostri lettori a preparare pasti sani e semplici e di mantenersi attivi, per quanto possibile.
Esperti dell’alimentazione e personal trainers qualificati sono attivi nonostante l’emergenza. Sebbene con alcune limitazioni, usufruire del loro servizio può aiutarci a condurre uno stile di vita sano e a mantenere la motivazione necessaria per non cedere a sconforto, stress e cattiva alimentazione.
A cura della Dr.essa Michela Giacosa
REFERENCES:
- Born, J. M., Lemmens, S. G., Rutters, F., Nieuwenhuizen, A. G., Formisano, E., Goebel, R., & Westerterp-Plantenga, M. S. (2010). Acute stress and food-related reward activation in the brain during food choice during eating in the absence of hunger. International journal of obesity, 34(1), 172-181.
- Lunn, P., Belton, C., Lavin, C., McGowan, F., Timmons, S., & Robertson, D. (2020). Using behavioural science to help fight the coronavirus (No. WP656).
- Rutters, F., Nieuwenhuizen, A. G., Lemmens, S. G., Born, J. M., & Westerterp‐Plantenga, M. S. (2009). Acute stress‐related changes in eating in the absence of hunger. Obesity, 17(1), 72-77.
- Yau, Y. H., & Potenza, M. N. (2013). Stress and eating behaviors. Minerva endocrinologica, 38(3), 255.
- Zellner, D. A., Loaiza, S., Gonzalez, Z., Pita, J., Morales, J., Pecora, D., & Wolf, A. (2006). Food selection changes under stress. Physiology & behavior, 87(4), 789-793.
Yau, Y. H., & Potenza, M. N. (2013). Stress and eating behaviors. Minerva endocrinologica, 38(3), 255.
Zellner, D. A., Loaiza, S., Gonzalez, Z., Pita, J., Morales, J., Pecora, D., & Wolf, A. (2006). Food selection changes under stress. Physiology & behavior, 87(4), 789-793.