La dieta FODMAP e disturbi gastrointestinali
La dieta FODMAP: cos’è
L’acronimo FODMAP sta per Fermentable Oligo-, Di- , Mono-saccharides and Polyol.
Questo termine cappello è stato coniato per descrivere una serie di composti tra cui figurano carboidrati a corta catena e alcoli di zucchero. La ragion d’essere di questo gruppo di composti sta nelle similitudini che presentano tra loro dal punto di vista della digestione:
- Scarso assorbimento a livello del piccolo intestino;
- Molecole piccole e osmoticamente attive;
- Fermentate rapidamente dai batteri.
E’ ormai ampiamente dimostrato che le singole molecole appartenenti a questo gruppo siano in grado di causare sintomatologia addominale come gonfiore, dolore, nausea e problematiche gastrointestinali come diarrea e costipazione in un gran numero di individui, in particolare in quelli con malattie infiammatorie dell’intestino.
Perché avviene questo?
La principale causa alla base dei disordini funzionali gastrointestinali (FGID), sembra essere riconducibile all’attivazione del sistema nervoso enterico, con conseguente ipersensibilità e disturbi di motilità. Questo avviene principalmente in risposta alla distensione luminale, che può essere causata da:
- Solidi, legati principalmente al contenuto in fibra della dieta;
- Liquidi, influenzati dal carico osmotico che interessa il piccolo intestino;
- Gas, principalmente prodotto per fermentazione batterica.
Com’è evidente la dieta può in larga misura influenzare la distensione delle pareti dell’intestino, irritandole e causando l’attivazione della sintomatologia di cui sopra.
Come abbiamo accennato poco fa, i FODMAP sono soggetti ad uno scarso assorbimento a livello intestinale. La loro prolungata permanenza non solo richiama un certo quantitativo di liquidi nel lume, ma induce anche una certa fermentazione da parte della flora batterica con produzione di gas. Questo situazione sfocia nella presentazione della sintomatologia tipica di questo tipo di disordini, creando non pochi disagi in relazione all’alimentazione.
Approccio dietetico FODMAP
L’approccio dietetico ad oggi sembra essere una dei migliori trattamenti per limitare l’insorgenza dei sintomi e prevede com’è ovvio la rimozione dei FODMAP, in particolare degli alimenti che si correlano all’insorgenza dei sintomi. Poiché in ambito ambulatoriale diventa difficile sottoporre i pazienti ad un breath test per capire quali componenti della dieta generano la maggiore produzione di gas, la soluzione migliore è quella di investigare attentamente le abitudini alimentari del paziente e l’insorgenza dei sintomi.
A questo punto il paziente deve essere sottoposto ad una dieta a ridotto contenuto FODMAP per almeno le prime 6-8 settimane per verificare l’eventuale riduzione della sintomatologia.
Quali ad elevato contenuto di FODMAP?
- Fruttosio: molti tipi di frutta (mele,pere, anguria, mango), miele, conserve di frutta, sciroppi;
- Lattosio: latte, yogurt, formaggi soprattutto quelli freschi a pasta morbida;
- Oligosaccaridi (fruttani e galattani): principalmente vegetali come carciofi, asparagi, barbabietola, cavoletti di Bruxelles, broccoli, cavoli, piselli;
- Polioli: presenti in molti tipi di frutta (mele, albicocche, ciliege, litchi, pere, pesche, prugne, angurie) ma anche vegetali ( cavolfiori, funghi, taccole) oltre che in molti dei dolcificanti utilizzati per esempio nelle caramelle senza zucchero (xilitolo, mannitolo, maltitolo, isomalto, ecc.).
Vediamo quindi che i cibi FODMAP sono numerosi. Per questo motivo per garantire una dieta varia ed equilibrata, il migliore approccio è reintrodurli gradualmente, testandone la tolleranza. Questo permetterà di non incorrere in carenze, rischio concreto in una dieta che esclude gran parte dei prodotti vegetali, ma anche di continuare a garantire un apporto di prebiotici e probiotici per la flora intestinale.
FODMAP e aspetti da tenere in considerazione
I FODMAP non sono comunque gli unici aspetti dietetici da tenere in considerazione nella gestione della sintomatologia gastrointestinale, ma rimanendo in ambito alimentare potrebbe influire:
- il caffè;
- i grassi;
- la dimensione delle porzioni;
- la regolarità dei pasti.
È inoltre importate specificare che la causa delle malattie infiammatorie che interessano l’intestino, non è il cattivo assorbimento dei FODMAP, ma bensì l’iper-attivazione del sistema nervoso alla distensione addominale e richiede spesso un approccio multidisciplinare, in quanto le vere cause sono numerose.
Per questo motivo la rimozione di questo gruppo di molecole dalla dieta porta ad una riduzione dei sintomi e non alla risoluzione del problema.
Riuscire a ridurre i disturbi gastrointestinali a seguito del pasto è molto importante sia quando si parla di atleti che quando si parla di amatori. La presenza di questo tipo di fastidi può compromettere la prestazione ma anche l’aderenza alla dieta, oltre che determinare disagi anche a livello sociale non di poco conto.
Conoscere quali alimenti possono determinare questo tipo di sintomatologia è imprescindibile per riuscire a migliorare la qualità di vita delle persone che riportano tali problemi.
A cura del Dr. Fabio Zappitelli
REFERENCES:
Corso sulla sindrome dell’intestino irritabile e dieta FODMAP, interamente online e con rilascio attestato di partecipazione!