La Pleura: osteopatia e chinesiologia si incontrano
Nel mondo della chinesiologia è ormai comparso da qualche anno un nuovo interlocutore: la fascia e la pleura fa parte di questa struttura.
Al netto di chi utilizza questo concetto in modo superficiale e per mero marketing, è necessario comprendere come, per parlare di fascia in relazione al movimento umano, sia indispensabile entrare nella ratio osteopatica.
Il concetto osteopatico di Fascia
Il concetto osteopatico FMF, elaborato dal Dottor Marco Forte, spicca sicuramente per completezza, logica ed integrazione.
In particolare, non si interessa alla funzione specifica degli organi, ma piuttosto si concentra sulla loro relazione meccanica all’interno del loro sistema o apparato di appartenenza o del “sistema globale corpo”.
Perciò, questo tipo di approccio studia il corpo come un insieme di tanti elementi tra loro correlati dal sistema fasciale in una “macchina fasciale” e non pensa ai polmoni in quanto tali, ma li considera come “pezzi” rivestiti dal tessuto fasciale che funzionano da punto di partenza o punto di trasmissione di informazioni meccaniche.
Infatti, quando dice ad un paziente che “ha un problema al polmone”, non si riferisce al punto di vista clinico, ma bensì alla sua componente meccanica in relazione al contesto torace-rachide.
Le funzioni della fascia
La fascia rende indipendente e al tempo stesso interdipendente dal punto di vista meccanico ogni singolo costituente del corpo perché fa in modo che ogni minima variazione della sua tensione, in un qualsiasi distretto, venga registrata da tutto il corpo: è il PRINCIPIO DI TENSEGRITA’ di Levin.
Inoltre, è proprio grazie alla inestensibilità della fascia che la rende paragonabile ad una fodera inestensibile.
Postura interna e postura esterna
Di solito, siamo abituati a parlare di postura intesa come la relazione di un corpo con l’ambiente che lo circonda, cioè del suo equilibrio, della sua armonia nei confronti dell’ambiente esterno e per tale motivo la possiamo meglio definire come postura esterna.
Inoltre, per quanto riguarda la relazione con l’esterno abbiamo diversi rilevatori o recettori, e i più importanti sono a livello del piede, del bacino e del cranio. Ad esempio, quelli vestibolari, proprio-esterocettori podalici e visivi.
Questi devono andare d’accordo altrimenti si possono verificare “allucinazioni” o dispercezioni posturali e/o motorie con possibili conseguenze più o meno serie.
Di conseguenza, prima di parlare o analizzare la postura esterna, dovrebbe essere più logico valutare quella che il Dottor Marco Forte ha identificato come “postura interna”.
Ancora, è altrimenti definibile come “una situazione modulata dalla tensione e dall’equilibrio delle fasce o del sistema fasciale”.
La Pleura
Le pleure sono due membrane sierose indipendenti e che rivestono il rispettivo polmone (pleura viscerale) e la superficie interna della cavità toracica (pleura parietale).
Inoltre, la pleura viscerale e quella parietale sono in continuità dato che, in corrispondenza della faccia mediale del polmone, la prima si riflette nella seconda.
La Pleura viscerale
La Pleura Parietale
Si affonda nelle scissure interlobari e aderisce al tessuto sottostante.
Si suddivide in Pleura diaframmatica, Pleura costale e Pleura mediastinica:
- La pleura diaframmatica riveste le parti laterali della cupola diaframmatica;
- La pleura costale aderisce con il suo foglietto esterno alla fascia endotoracica che riveste la faccia interna delle coste e dei muscoli intercostali interni (attraverso la continuità fasciale, una tensione si può trasmettere dalla pleura ad una costa e viceversa);
- La pleura mediastinica che sul contorno superiore del peduncolo polmonare si riflette in continuità con la pleura viscerale che riveste la faccia mediale del polmone (relazione fasciale mediastino/pleura);
- La cupola pleurica, sporge oltre la prima costa ed è in rapporto con l’arteria e vena succlavia, il plesso brachiale, con l’arteria toracica interna e con il ganglio cervicale inferiore del simpatico (stellato).
È connessa con il sistema locomotore mediante l’apparato sospensore della pleura:
- Il muscolo scaleno minimo, con alcuni fasci, si fissa sulla cupola pleurica e perciò, contraendosi, la stira in alto;
- Il legamento vertebro-pleurico che si fissa dai corpi della C6 e C7;
- Dalla prima costa origina il legamento costo-pleurico;
- Il legamento scaleno-pleurico che origina dalla fascia del muscolo scaleno anteriore.
La pleura e le tensioni fasciali
Inoltre, la relazione tra Pleura e Sistema Locomotore rende nuovamente evidente come tensioni fasciali influiscano reciprocamente sia sulla postura interna che sulla postura esterna.
E su quest’ultima con compensi/adattamenti strutturali toracici e del rachide in toto come esiti di patologie o interventi in ambito pneumologico o cardiaco.
Ancora, si manifestano con alterazioni della postura esterna primarie che non consentono al diaframma, al torace e all’apparato sospensore della pleura di svolgere appieno la loro funzione in soggetti con patologie polmonari in atto o pregresse.
La Cavità pleurica
Questa struttura è compresa tra pleura viscerale parietale.
Infatti, essa rappresenta uno spazio virtuale in quanto, in condizioni normali, sono separate da un velo di liquido che umetta le superfici di contatto permettendo lo scorrimento reciproco dei due foglietti nei movimenti respiratori.
Ebbene, il punto di vista osteopatico è essenzialmente legato alla libertà di scorrimento tra due strutture “articolate” in un piano di scorrimento: relazioni puramente meccaniche (aspetti non considerati in medicina), ma che possono avere ripercussioni importanti sia sull’aspetto clinico della respirazione (in ambito riabilitativo), che sulla relazione meccanica della pleura con la postura e il movimento del corpo.
Inoltre, la continuazione della pleura mediastinica, in basso, nella pleura diaframmatica e, in avanti e in dietro, nella pleura costale determina la formazione di recessi detti seni pleurici e chiarifica come:
- Possa ricevere o inviare influenze alle fasce dell’addome in relazione con il diaframma;
- Possa ricevere o inviare influenze alle fasce in relazione con le coste e con i muscoli ad esse connesse.
La pleura: gli aspetti morfo-funzionali
In realtà, la pleura in quanto formata da una membrana sierosa è da considerare come un sacco sieroso pleurico rivestito all’esterno da una membrana fibrosa.
Poi, la membrana sierosa si riflette all’interno del sacco per rivestire, parzialmente o totalmente, i visceri in essa contenuti.
Di conseguenza, tale riflessione determina un foglietto sieroso parietale e un foglietto sieroso viscerale, in continuità tra loro, tra i quali si interpone un sottile spazio virtuale riempito da un liquido sottile, il foglietto viscerale, rivestendo i visceri, può formare legamenti.
Sia il foglietto parietale che il foglietto viscerale delle membrane sierose sono entrambi composti dall’interno verso l’esterno da 3 strati:
- Mesotelio: tappezza le superfici dei foglietti. Le cellule meosteliali possono rigenerare a partire dalle cellule connettivali dello strato sottomesoteliale: questa ultima ha un significato dal punto di vista osteopatico perché è proprio la potenzialità rigenerativa del mesotelio a causare aderenze tra i due foglietti, in seguito a processi flogistici o a interventi chirurgici resecanti la membrana sierosa andando a condizionarne le rispettive possibilità di movimento;
- Strato sottomesoteliale;
- Tela sottosierosa: nel caso di foglietto viscerale si fonde con la capsula dei visceri parenchimatosi o con la tonaca avventizia dei visceri cavi che avvolge. Nel caso del foglietto parietale si fonde con la membrana fibrosa situata sulla superficie esterna di ciascun sacco sieroso come nel caso delle fasce endotoracica e diaframmatica.
Considerazioni finali
La relazione tra postura interna ed esterna, la funzionalità del diaframma, dei muscoli inspiratori accessori e del “contenitore torace” sarebbero elementi da considerare in esiti di patologie in ambito pneumologico.
Inoltre, sarebbe opportuna una contaminazione concettuale tra il training riabilitativo respiratorio fisioterapico classico e la chinesiologia del torace e del rachide in soggetti con patologie polmonari pregresse.
Infatti, è necessario ottimizzare la funzione del rachide e del torace per eliminare compensi, scompensi e adattamenti sia correlati ai disturbi polmonari, che non correlati a questi ultimi, ma che concorrono a amplificarne gli effetti sulla meccanica respiratoria.
A cura del Dottor Carlo Alberto Peretti
BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
- A.Pasqualino, G.L.Panattoni, 2002, Anatomia Umana, Utet, Torino; pagg. 369-370;
- M. Forte, 2017, Dispensa corso di formazione Metodo FMF, Umago.