La professione che sta cercando ancora una propria identità
Lo sappiamo bene, noi dell’ambiente.
Se parliamo di altri personal trainer o ci chiedono un parere sul cosa pensiamo di una data situazione o di un/una collega, la risposta è subito pronta, come un mantra che ci raccontiamo per accrescere il nostro ego: “gli altri personal trainer sono incapaci”. Rimane sottinteso che ci stiamo riferendo non agli altri, ma al fatto che noi siamo più bravi a fare qualcosa.
Il punto non sono gli altri. Siamo NOI.
Perché in una categoria ancora divisa su quale nome attribuirsi per farci sembrare più fighi degli altri (chinesiologi, personal trainer o scienziati motori?), come se la parola fosse fondamentale ancora più della sostanza, ci ritroviamo a doverci mettere su un palcoscenico dove i protagonisti siamo noi, o ci illudiamo che sia così.
Quello che ci sta sulle scatole, quello che – non lo ammetteremo mai – è più bravo di noi e quello che non conosciamo neanche, ma nel dubbio meglio dire che è un incapace (si sa mai che questo un giorno diventa più conosciuto e ci freghi da sotto il naso qualche cliente) oppure iniziare la frase con “è bravino, ma fossi stato in lui avrei fatto diversamente”.
Un infantilismo che tocca tutti con diverse sfaccettature, in una categoria che è unita solo per le campagne digitali, ma molto meno in quelle che contano davvero (e no, la vera battaglia non è il riconoscimento normativo, ma una battaglia sulle competenze reali e non chiacchierate da un foglio di carta).
Ci ritroviamo sempre a doverci autoesaltare riportando voci dei nostri clienti e voci di amici, salvo poi vedere una categoria con difficoltà a pagarsi le ferie perché tanti sono ancora lì per lì per scendere a compromessi, se farsi pagare 10 Euro l’ora oppure famolo aggratis perché così ci facciamo conoscere dal cuggino del cuggino a cui forse possiamo chiedere 15 Euro invece di 10. E sia mai che qualcun altro abbia tariffe superiori perché se non è un farabutto, poco ci manca per catalogarlo come tale o come racconta balle.
Una categoria che deve ancora costruire le sue basi, prima di rivendicare qualcosa e avere un senso di responsabilità che a ben vedere neppure nel singolo è presente – basta vedere quanti possiedono partita IVA tra i fenomeni del uebbe.
Purtroppo un teatro che da il meglio di sé sulle foto di Instagram e molto meno nella sostanza. Circondati da followers e da like di cui ce ne frega meno di zero, ma che arricchisce la bocca di frasi sul quanto siamo migliori rispetto ad altri, perché ci fa stare bene con noi stessi e ci evita di fare i conti con la realtà. Se la religione è l’oppio dei popoli, i social e i like si stanno sostituendo con estrema maestrìa a questo detto.
Abbiamo tanto tempo per criticare gli altri colleghi che non ci rendiamo conto in questa auto-celebrazione continua di quanto potremmo investire tempo e risorse per migliorarci. Compriamo il libro modaiolo che ci racconta il metodo per diventare grossi e forti senza conoscere i principi che regolano la fisiologia umana ed ovviamente siamo portati a credere ad ogni menata che ci viene propinata.
Se sentiamo 10 personal sentiamo 10 pareri diversi sulla biochimica o la fisiologia dell’esercizio (un mistero che rimane irrisolto e che non fa che stridere sempre di più sulla preparazione diffusa nel settore). E a chiarire meglio questa situazione basti pensare che c’è ancora chi pensa che il metabolismo sia un interruttore o che correre ci riduca la possibilità di dimagrimento. Perché la ragione viene data a colpi di vendite, followers e visualizzazioni, più che su dibattiti sensati.
E se li sentiamo singolarmente ognuno ci riporta ricerche, bibliografia, corsi di formazione e più ne ha più ne metta in una ricorsa sfrenata nel raccontare la somma verità: la propria.
In un quadro del genere è difficile capire da che parte girarsi, ma nel dubbio sono certo di una cosa: studiare un libro è sicuramente più difficile rispetto a scorrere il proprio feed e trovare un articolo che ci racconti una nuova verità a cui credere.
Ora credo proprio che proverò i chetoni esogeni, perché mio cuggino mi ha detto che funzionano e ci sono molte ricerche che lo dimostrano (le ricerche non le ho lette perché non ho tempo da perdere, ma mio cuggino ha fatto milioni di views parlandone e quindi avrà ragione).
Alla prossima.
Corebo – Formazione e Aggiornamento per lo Sport
DISCLAIMER: questo editoriale è volutamente provocatorio e non si riferisce a persone specifiche.