La promozione del personal trainer: 4 errori da evitare!
La promozione del personal trainer. Quali strategie esistono e come capire quali sono gli strumenti più idonei per promuoversi?
La promozione del personal trainer: falsi miti e realtà lavorative
Il personal trainer è un libero professionista del movimento e si occupa di salute e benessere.
Molti professionisti che abbracciano però questa professione si rendono presto conto che vivere di tale professione non è così semplice.
Il problema è legato al promuoversi in maniera corretta: identificare un target di utenza e vendere il servizio ad un pubblico che sia ricettivo per la tipologia di servizio offerto.
Non è raro interfacciarsi con professionisti che invece ignorano le regole del mercato, hanno molta difficoltà a trovare clienti e ancora di più a fidelizzarli. E come spesso accade non si ci interroga su quali siano le dinamiche, ma ci si giustifica accusando il mercato lavorativo.
Se da una parte il mercato lavorativo ha delle sue criticità, è responsabilità del personal trainer sapersi promuovere e comprendere quali siano le richieste del mercato.
Al contrario, spesso e volentieri, è un susseguirsi di opinioni poco utili, dall’accusare chi svolge questa professione come secondo lavoro, a chi non ha una Partita IVA e prende soldi illegalmente e chi accusa il mercato (invece di sé stesso). Un’entità astratta dalla forma non ben identificata!
Una cosa è certa: quando si sceglie un lavoro spesso si analizzano i punti di forza e raramente i punti di debolezza.
La promozione del personal trainer: errori comuni
Pochi si preoccupano della propria promozione e dei problemi personali nella comunicazione che impediscono lo sviluppo di un servizio che sia attraente per l’utente finale. Infatti, molte persone affrontano la vita lavorativa in maniera passiva: si attende che qualcuno cambi la situazione.
Il modo migliore per garantirsi una vita di insuccessi è attendere che qualcuno altro prenda decisioni e cambi le cose.
Un errore comune è copiare sistemi che funzionano e che hanno funzionato e pochi sperimentano sistemi. Risulta più facile la filosofia del “copia-incolla” rispetto al ragionamento e all’osservazione di cosa manca.
Ecco alcuni errori nella promozione che possono vanificare un tentativo di vendita:
1. La promozione del personal trainer: dare del “tu” ai clienti sempre e comunque
Una pessima abitudine acquisita nelle sale pesi che si rivela fallimentare nella libera professione. I clienti non sono compagni di bevute, ma sono altri professionisti che richiedono una consulenza.
Così come un avvocato non darebbe mai del “tu” ad un suo cliente, così la professione del personal trainer dovrebbe scalare la piramide della serietà. Questo significa acquisire autorevolezza e serietà.
2. La promozione del personal trainer: usare modalità comunicative inappropriate
Ancora prima degli errori nella comunicazione, l’errore peggiore è non controllare il tono di voce durante una conversazione o, peggio ancora, sovrastare la voce del proprio cliente.
Al di fuori di apparire maleducati si tratta di capire quale tipologia di clienti si voglia attrarre.
Non è raro osservare trainer che parlano in maniera scurrile solo perché non si rendono conto che per loro è un automatismo.
In una professione bisogna puntare alla neutralità comunicativa senza che la stessa comunicazione appaia aggressiva o “fuori-luogo” rispetto al contesto.
Per “neutralità” non significa comunicare in modo piatto e noioso, ma saper adattare la comunicazione in maniera pertinente, insomma comunicare in modo efficace!
3. La promozione del personal trainer: tariffario non conforme al servizio
Questo è forse l’errore più diffuso perché spesso chi svolge la professione si compara agli istruttori di sala pesi.
Da qui emergono tariffe fuori standard rispetto ai costi di gestione di una partita IVA e ai costi che un libero professionista deve sostenere. Inoltre, ricordiamoci che una componente del valore percepito del servizio da parte del cliente è dato proprio dal prezzo!
4. La promozione del personal trainer: concentrarsi sui tecnicismi
Un buon personal trainer non solo deve conoscere la terminologia tecnica del proprio lavoro, ma deve soprattutto essere comprensibile.
Un errore diffuso è pensare che sapere fare e saper spiegare lo squat significhi essere dei bravi trainer. Quello è un requisito minimo che non ci da il diritto a lavorare di più di un altro professionista.
Essere dei bravi tecnici deve essere accompagnato dalla capacità di far comprendere al cliente il servizio erogato in tutti i suoi aspetti.
Questi sono i quattro errori più comuni che i personal trainer commettono, è utile saperli riconoscere per saperli eliminare o quanto meno ridurne il loro impatto sull’attività di promozione!
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A cura del Dottor Giulio Merlini
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