Il mercato del personal training e l’approccio iniziale
Il mercato del personal training in cosa consiste?
Un tema che ricorre spesso nel nostro blog. Il mercato del personal training è sicuramente inflazionato. Molti si affacciano a questo mercato del lavoro. Sempre più sovente è una trasformazione di una passione che diventa professione. Il passaggio è rapido e la probabilità di trovare clienti, se si possiedono buone doti empatiche, diventa semplice.
Ma è importante un’altra caratteristica: l’immagine.
Quell’immagine di cui ci si cura, a volte con ossessione, nelle sale pesi delle palestre, per rendere il proprio servizio appetibile e attrattivo.
Non possiamo slegarci dall’idea che il personal trainer debba essere palestrato. Solo in alcuni frangenti ristretti questo stereotipo risulta falso: come nel caso del personal training domiciliare con persone anziane, dove sicuramente contano altre qualità. Tra questi il modo di porsi, l’educazione, il dare del “lei” e presentarsi con un abbigliamento idoneo e ben tenuto.
Dobbiamo scardinare un altro falso mito: il dare del “tu” a tutti (pratica diffusa nelle palestre) non risulta corretto in ogni contesto!
Vi rivolgereste mai ad un avvocato e ad uno studente nello stesso identico modo e con il medesimo linguaggio? Probabilmente no!
Il linguaggio, insieme all’apparenza, rappresentano la vostra carta d’identità, ancora prima del vostro curriculum.
Il personal trainer è un professionista e come tale deve interagire con i propri clienti con un’etichetta dettata dal contesto in cui ci si trova e in base alla persona con cui ci si sta relazionando.
Uno degli errori più sottovalutati è proprio il linguaggio. Il laureato in Scienze Motorie presta più attenzione a non confondere la parola flessione con piegamento, ancor più che essere comprensibile al proprio cliente!
L’incompatibilità nel linguaggio può rappresentare un ostacolo per l’acquisizione di nuovi clienti!
Questo non significa parlare in modo scorretto, ma non è un errore dire “alza le braccia” invece di “abduci le braccia”. Infatti nel primo caso il linguaggio è semplice, comprensibile ed immediato. Nel secondo caso, il messaggio necessita di ulteriori chiarimenti per essere compreso e questo renderà il rapporto dialettico più macchinoso e poco spontaneo.
L’immediatezza nel linguaggio è un altro dei principi chiave per l’acquisizione di nuovi clienti.
Altro punto che accomuna molti professionisti neolaureati: il linguaggio poco consono al luogo di lavoro.
Parlare come in alcuni video di YouTube non faciliterà la costruzione della vostra immagine. In alcuni casi parole scurrili possono vanificare tutta la conoscenza appresa in Università…
Il cliente infatti percepirà il vostro linguaggio poco consono sebbene la vostra preparazione e i mille titoli di studio posseduti.
La nostra professione ci porta a stretto contatto con le persone e l’efficacia comunicativa resta un requisito indispensabile per effettuare un’ottima seduta di personal training.
Sempre più addetti ai lavori si comportano nel posto di lavoro come fossero a un pub a bersi una birra con amici, con i medesimi linguaggi e toni. Questo abbasserà lo status del professionista, per ovvie ragioni, e poco conterà il suo curriculum in tal senso.
L’approccio iniziale: considerazioni finali sul personal training
Per essere inquadrati come professione seria e rispettata, dovremmo per primi comportarci come professionisti.
Nessun professionista darebbe del “tu” ai propri clienti o si presenterebbe a lavoro con il berretto al contrario e la camminata alla Fonzie.
Oltre ad apparire ridicolo agli occhi di coloro che avrebbero il tempo e i soldi da investire su di voi, il rischio è di attrarre un target di clienti che potrebbe essere utile per andarci in discoteca, di sicuro non per guadagnarsi uno stipendio.
Inoltre il nostro modo di apparire, volente o nolente, porterà a farsi un’idea sul nostro livello di conoscenze deformato, presunto o reale che sia!
La nostra presentabilità e il nostro linguaggio selezionano già una tipologia di clientela.
Pensiamo quali clienti vorremmo nella vita e adeguiamoci di conseguenza.
A voi le riflessioni finali.
A cura del Dottor Giulio Merlini
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