Repeated Bout Effect o effetto della ripetizione di un carico
Il Repeated Bout Effect o effetto della ripetizione di un carico
Il termine Repeated Bout Effect tradotto letteralmente significa “effetto della ripetizione di un carico”. Tutti gli allenatori e i personal trainer ne hanno sentito parlare almeno una volta nella loro vita professionale!
Quante volte ci è capitato di eseguire allenamenti molto impegnativi che ci hanno procurato dolore muscolare per giorni? Al contrario, quante volte ci è capitato di allenarci molto intensamente senza avere DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness) nei giorni successivi?
Come mai?
Questo articolo cercherà di fare chiarezza sul motivo per il quale i dolori muscolari spesso non vengono percepiti dal soggetto mentre altre volte, soprattutto nel cambio del programma di allenamento, i dolori muscolari nei giorni successivi sono presenti.
Inoltre cercheremo di spiegare il fenomeno per il quale gli esercizi che vengono eseguiti per la prima volta e che hanno provocato i DOMS, se ripetuti non producono lo stesso dolore così intenso.
Sappiamo come i dolori muscolari implicano una minor limitazione nello sviluppo di forza, nell’escursione articolare e una minor tumefazione (Weineck 2013).
Ancora, Nosaka e collaboratori hanno dimostrato che il repeated bout effect si può conservare fino a 6 mesi per poi perdersi dopo 9/12 mesi (Nosaka et al. 2001).
Il Repeated Bout Effect e la “memoria immunitaria”
Spesso, Si è tentato di comprendere le basi fisiologiche di tale fenomeno. Una spiegazione potrebbe essere che le strutture danneggiate si rinforzerebbero grazie ad un processo di supercompensazione agendo sulle strutture connettivali del muscolo stesso.
Inoltre, si ipotizza un aumento del numero dei sarcomeri indotto dal lavoro eccentrico grazie alla formazione di una sorta di “memoria immunitaria” (Weineck 2013).
Il Repeated Bout Effect e l’elettromiografia
McHugh afferma che gli adattamenti neurali secondari ad un lavoro eccentrico possano in parte essere responsabili del repeated bout effect (McHugh 2003).
Infatti, tali adattamenti includerebbero un aumento dell’attività delle unità motorie in relazione alla forza espressa, oltre ad un aumento della sincronizzazione e del reclutamento delle fibre.
Questi effetti sono stati valutati tramite analisi elettromiografiche (EMG). Inoltre, l’EMG di superficie ha riscontrato che un maggior reclutamento delle fibre lente può conferire una sorta di protezione nei confronti dell’effetto della ripetizione del carico. Di conseguenza diminuisce lo stress sulle fibre a contrazione rapida, traducendosi in una miglior distribuzione degli stress contrattili (Nosaka & Clarkson 1995).
Conclusioni finali sul Repeated Bout Effect
Le ricerche in merito a questo fenomeno sono molte e a volte avanzano ipotesi contraddittorie, sicuramente è un argomento ancora sottoposto a sperimentazione e si spera che la scienza al più presto possa darci ulteriori informazioni in merito.
A cura del Dottor Samuele Cravanzola
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BIBLIOGRAFIA – REFERENCES:
- McHugh MP (2003) Recent advances in the understanding of the repeated bout effect: the protective effect against muscle damage from a single bout of eccentric exercise. Scand J Sci Med Sports; 13:88-97.
- Nosaka K et al. (2001) How long does the protective effect on eccentric exercise-induced muscle damage last? Med Sci Sports Exerc; 33(9):1490-5.
- Nosaka K & Clarkson PM (1995) Muscle damage following repeated bouts of high force eccentric exercise. Med Sci Sports Exerc; 27:1263-9.
- Weineck J (2013) Biologia dello sport. Calzetti e Mariucci. Perugia. Pag. 312.