La sensibilità insulinica: che cos’è e come si incentiva?
La sensibilità insulinica è un tema molto sentito tra gli addetti ai lavori del mondo dello sport del mondo medico. Comprendere i meccanismi che incentivano la sensibilità insulinica ci consente di capire come stanno le cose quando affrontiamo un periodo di digiuno o le motivazioni che spingono le cellule ad essere più avide di zucchero dopo un allenamento.
Un qualsiasi corso per personale
Le potenzialità di incentivare questo processo è alla base dei processi di idratazione intramuscolare, della prevenzione per ottimizzare il metabolismo glucidico e molte altre funzioni fisiologiche.
Che cos’è l’insulina?
L’insulina è l’ormone prodotto dal pancreas endocrino che funziona come un vero e proprio maggiordomo dello zucchero. Consente al glucosio presente nel sangue di entrare nelle cellule. L’ormone insulina consente di esporre i trasportatori dello zucchero, i cosiddetti GLUT, sulla membrana cellulare e di consentire così il passaggio del glucosio dal torrente ematico all’interno delle cellule.
Esercizio fisico ed insulina: cosa succede quando ci alleniamo
L’allenamento però causa qualcosa a questo meccanismo. Le “porte” che si aprono sulle cellule grazie all’azione dell’insulina è come se decidessero di aprirsi da sole quando si trovano in condizione di riserva energetica.
In altre parole è come se la cellula decidesse autonomamente di far trasmigrare quei GLUT che consentono l’ingresso del glucosio nelle cellule. Questa è la sensibilità insulinica, senza scendere troppo nella biochimica e nei tecnicismi molecolari.
In altre parole se si ha una buona sensibilità insulinica, i recettori GLUT-4 sono molto più espressi e sensibili, al contrario di quanto avvenga nel fenomeno della resistenza insulinica.
Per tale ragione l’esercizio fisico viene utilizzato come uno dei fattori incentivanti questo fenomeno. Inoltre, l’insulina prodotta servirà a “innescare” la via dell’mTOR e la successiva sintesi proteica.
Quel delicato equilibrio che dobbiamo conoscere
Non basta purtroppo raccontare che basta allenarsi e alle volte creare delle mini-condizioni di digiuno per aumentare la nostra sensibilità insulinica. Camminiamo sempre su un filo e il discorso si estende anche ad altri fronti.
Uno di questi è che durante l’allenamento blocchiamo la sintesi proteica muscolare a favore di tutti i processi catabolici. È come se il corpo fosse impegnato a risolvere per priorità quello che sta succedendo. Dobbiamo allenarci? Allora tutto sarà indirizzato a produrre energia: in casi estremi anche le proteine aiuteranno a tale scopo.
Perciò come ne usciamo? Dobbiamo allenarci il giusto numero di volte settimanali e alimentarci nella maniera migliore possibile. Per esempio consumare solo zuccheri semplici o essere amanti dei dolci potrebbe un po’ “vanificare” (per quanto sia sbagliato come termine) il duro lavoro che abbiamo svolto in allenamento.
Il termine corretto è “ridurre” più che vanificare. Però è proprio così. Dobbiamo immaginare di poterci permettere circa un 10% dell’introito di carboidrati a carico di zuccheri semplici, anche se siamo sportivi.
La sensibilità insulinica non è un processo conservativo, ma dinamico. Se incentiviamo la sensibilità insulinica grazie all’allenamento dobbiamo preservarla nel tempo grazie alle scelte che compiremo nel corso della nostra settimana.
A cura del Dr. Giulio Merlini
Biologo Nutrizionista