Sport cognitivi: quali sono e in cosa si distinguono?
Gli sport cognitivi. Gli addetti ai lavori e i professionisti delle Scienze Motorie restano un po’ sorpresi da leggere alcune discipline riconosciute a tutti gli effetti come sport.
Non c’è da meravigliarsi. Se lo sport può essere definito come la capacità di eseguire una prestazione visibile, sia essa fisica o mentale – pur sempre monitorabile e quantificabile – è ovvio che molte discipline siano state riconosciute come sport.
Però non basta. Ci devono essere i numeri per essere riconosciuti e alcune delle discipline che vedremo oggi ce li hanno eccome. Alcune di queste sono inaspettate, ma è necessario conoscerle.
Alcuni sport cognitivi che non ti aspetti: i 3 insospettabili
Tra gli sport cognitivi ci sono gli scacchi, gli e-sports e il bridge. Si, avete capito bene. Li analizziamo e vediamo di capirci qualcosa in più, perché i numeri ce li hanno e sono molto più vicini ad un qualsiasi altro sport di quanto si possa immaginare, analizzando alcune loro caratteristiche.
Innanzitutto: ci si scontra con un avversario. Rispetto ad altri sport si definiscono “cognitivi” perché più che mettere in mostra la componente fisica, si sviluppano abilità logiche e di calcolo.
Gli scacchi: il gioco logico per eccellenza tra gli sport cognitivi
Gli scacchi sono riconosciuti come sport dal Comitato Internazionale Olimpico nel 1999. Sono uno sport antichissimo che ha visto una codifica solamente nel XIX secolo.
Nel 1924 venne fondata la Fédération Internationale des Échecs o FIDE.
Oggi il gioco degli scacchi conta tra i 200 e i 300 milioni di giocatori nel mondo, secondo una stima dela FIDE e fino ad un miliardo se contiamo tutti coloro che conoscono il gioco, ma non hanno mai partecipato a competizioni e nei circuiti ufficiali. Oggi i numeri dei circuiti ufficiali sono ridimensionati, al di là di stime, a 360.000 giocatori attivi.
Insomma, sono numeri da capogiro. Solo su uno dei siti in cui si può giocare a scacchi, Chess.com, si contano 20.000.000 di iscritti.
Quali sono le caratteristiche principali richieste da questo sport?
Al di là di una conoscenza approfondita delle regole degli scacchi, è la capacità di calcolo richiesta ad essere la qualità principale da sviluppare. La capacità di anticipazione dell’avversario rende questo gioco particolarmente impegnativo e non poteva che essere approvato, per numeri e caratteristiche, tra gli sport riconosciuti.
Il bridge come sport cognitivo: riconosciuto dal 1993
Uno dei giochi di carte più giocato. Si organizzano competizioni a tutti i livelli e addirittura le Olimpiadi del Bridge. Si diffuse enormemente nel XIX secolo.
Sono circa 650.000 i tesserati che giocano a bridge nel mondo. Considerato “il gioco della mente”, ha avuto riconoscimento del CONI nel 1993. Oggi sono circa 35.000 i tesserati in Italia.
e-Sports: cosa sono e perché sono riconosciuti
Alcuni anni fa se uno avesse detto che i videogames un giorno sarebbero stati riconosciuti come sport ci sarebbe stato un vivace segno di ilarità generale. Eppure oggi molte persone dovranno ricredersi, perché i giochi digitali o videogames sono uno sport a tutti i livelli. Si richiede abilità manuale, conoscenza della materia e molta pratica. Per non parlare delle abilità cognitive richieste per eccellere.
Oggi la parola e-Sports è diventata un trend e coinvolge milioni di adolescenti appassionati e non solo. Nel futuro si affermeranno sempre di più come sport vero e proprio e nessuno potrà più dire che non siano richieste abilità, allenamento e impegno. Queste caratteristiche faranno entrare i videogames a tutti i livelli tra gli sport più gettonati e praticati. Per chi volesse approfondire questo mondo dalle mille sorprese, ecco un editoriale dal titolo: “esports: perché potrebbe essere riconosciuti“
Corebo – La Scienza al Servizio dello Sport