Stallare nei carichi: situazione necessaria o da evitare?
Stallare nei carichi. Cosa significa, quando capita, come evitarlo e comprenderne le dinamiche.
Sarà capitato a molti di allenarsi intensamente e dire: “questo mese è andata alla grande. Ho incrementato tutti i carichi di tot chili”. Perché lo sappiamo: aumentare i carichi all’inizio, salvo incidenti di percorso, è facile. I problemi nascono dopo un po’ di tempo, quando il nostro atleta diventa più bravo e più tecnico. I carichi salgono fino a che, ad un certo punto della stagione, si fa più fatica e ci si ferma.
In altre parole si “stalla”. Tradotto: si ha uno stop nell’aumento dei carichi e sembrano esserci barriere invalicabili. L’atleta giovane, che magari non l’ha mai sperimentato, inizia a ricevere feedback negativi dal proprio allenamento e non si sente più in forma. In verità non perché non lo sia, ma perché non sa gestire un periodo dove pare non ci siano frutti dal duro lavoro.
La verità è che in alcuni casi stallare nei carichi è necessario, un processo in cui si può incappare per diverse ragioni: necessità di compensare una programmazione oppure, viceversa, aver svolto una programmazione sopra le proprie possibilità.
Programmazione ben fatta VS programmazione errata
Il primo caso è apparentemente semplice: in caso di una programmazione corretta bisogna far in modo di fornire all’atleta tutti i feedbak positivi necessari per uscire dal periodo “di stallo” ed evitare un drop-out. Sembra semplice, ma non lo è neppure questo primo caso, perché come facciamo a capire quando una programmazione è fatta correttamente oppure no. Da tanti piccoli sentori: un affaticamento precoce, un abbassamento dei carichi ed una richiesta esplicita di aumentare il tempo di recupero anche tra le serie. Questi possono essere tutti segni di overreaching e overtraining.
Per questo è necessario conoscere come impostare una corretta progressione dei carichi.
Stallare nei carichi è più normale di quanto si pensi, ma il concetto da portare a casa è capire se lo stallo nei carichi è fisiologico oppure no. Per questo esistono dei sistemi di monitoraggio gratuiti che possono aiutarci: dalla scala RPE alla scala TQR. L’allenatore deve mettere in atto qualsiasi sistemi che possa consentirgli di controllare il processo di apprendimento e di prestazione di un atleta. L’analisi del carico interno e del carico esterno possono aiutare ad avere un certo tipo di approccio per comprendere l’andamento di una programmazione.
Alle volte si richiedono sforzi all’atleta che sono corretti nella teoria, ma non tengono conto dell’effettivo recupero fisico e cognitivo avuto. Trascurare alcuni aspetti porta a catalogare una programmazione quale “errata”, con tutte le conseguenze del caso.
Perchè si stalla nei carichi?
Vediamo però il perché si stalla nei carichi e come uscirne.
Tre ragioni sono:
- tecnica acerba;
- recupero insufficiente;
- elevato stress cognitivo.
Tecnica acerba
La tecnica è una delle componenti cruciali di una prestazione, di qualsiasi natura essa sia. La tecnica permette di spostare carichi più o meno importanti con meno dispendio energetico, specie quando i suddetti carichi diventano importanti.
La tecnica inoltre permette di coinvolgere il meno possibile muscoli che devono essere ausiliari per quel movimento e non primari. In altri termini ci consente di reclutare correttamente i muscoli.
Recupero insufficiente
Il recupero programmato correttamente garantisce un corretto ripristino dei substrati energetici e un corretto recupero articolare, neurologico e ultrastrutturale. Molti allenatori concentrano i loro sforzi sul valutare le intensità e i volumi più idonei per il caso specifico, ma potrebbero trascurare quello che permettere di sostenerli: il recupero.
Elevato stress cognitivo
Quest’ultimo punto meriterebbe degli editoriali a sè di approfondimento. Lo stress cognitivo può avere due effetti: aumentare la prestazione o ridurla. Siamo qui per parlare dello stallo nei carichi perciò vedremo l’effetto negativo di un elevato stress cognitivo. Alcuni atleti subiscono per esempio l’effetto di un elevato stress cognitivo precedente una competizione. L’effetto immediato è un abbassamento della prestazione, più o meno evidente in base a quanto si somatizza lo stress.
Questo però può ripercuotersi anche in allenamento. Per esempio avere alte aspettative può portare ad uno stress cognitivo che si fa risentire nel sollevamento di carichi.
Stallare nei carichi: situazione evitabile?
Ed ora cerchiamo di far fronte alla domanda di questo editoriale introduttivo. Stallare nei carichi è una situazione evitabile? Solo in parte. A volte è necessario stallare per recuperare e prepararsi al prossimo incremento prestativo.
Gli allenatori più giovani devono sapere che il miglioramento prestativo segue una linea simile ad una sinusoide. Non ci può migliorare in modo costante, ma bensì si avranno periodi della preparazione e momenti durante l’anno in cui non sarà possibile migliorare.
Questa condizione è così terribile? No. In diversi casi è addirittura auspicabile per creare un adattamento articolare e muscolare e preparare la prossima fase di miglioramento.
Una delle tematiche del corso sul condizionamento della forza vedrà proprio lo sviscersi di questa tematica, con diverse considerazioni importanti, anche dal punto di vista della video-analisi.
Corebo – Formazione e Aggiornamento per le Scienze Motorie.